Negli ultimi anni, gli affitti brevi in Italia hanno conosciuto una rapida espansione, grazie a piattaforme come Airbnb che hanno semplificato e reso redditizio, per i proprietari, offrire appartamenti ai turisti. Tuttavia, questa crescita ha suscitato preoccupazioni, in particolare nelle grandi città, ma anche altrove.
Molti enti locali puntano a cercare un equilibrio tra le parti coinvolte, ovvero: l’aumento del turismo e la tutela del mercato immobiliare tradizionale. L’over-tourism risulta essere la problematica principale, per non parlare della concorrenza sleale con gli hotel e l’effetto sui prezzi degli affitti a lungo termine.
Airbnb sostiene l’introduzione del Codice identificativo nazionale (Cin). La piattaforma ha informato gli host italiani che, a partire dal 2025, gli annunci privi di tale codice verranno rimossi.
Questa decisione deriva da una serie di confronti tra i principali attori del settore, tra cui Airbnb e Booking e il governo. Ecco cosa c’è da sapere.
Come gli affitti brevi contribuiscono alla crisi abitativa in Italia?
Come potrai immaginare, quando una parte degli alloggi viene destinata agli affitti brevi, diminuisce il numero di case disponibili per i residenti locali.
Ad esempio, in Liguria, per la precisione a Vernazza, 4 appartamenti su 10 sono su Airbnb. A Roma, Firenze e Venezia, 5 case ogni 100 sono affittate brevemente, mentre a Milano e Bologna il numero scende a 1,5 su 100.
Questo fenomeno fa riferimento alla legge di domanda e offerta, perciò, con una riduzione dell’offerta, i prezzi tendono a conseguentemente salire.
Se a Vernazza c’erano inizialmente 10 appartamenti disponibili per gli abitanti e ora solo 6 (4 destinati agli affitti brevi), i proprietari dei 6 appartamenti rimasti potranno aumentare i prezzi per l’affitto a lungo termine.
Che cos’è il Cin?
Il Codice Identificativo Nazionale (Cin) è una novità introdotta recentemente dal Ministero del Turismo per regolamentare il settore degli affitti brevi e turistici in Italia. Questo codice viene assegnato tramite una procedura automatica, su richiesta del locatore o del titolare della struttura ricettiva.
Il Cin si applica alle unità immobiliari ad uso abitativo destinate a:
- contratti di locazione per scopi turistici,
- alle locazioni brevi,
- alle strutture ricettive, sia alberghiere che extra-alberghiere.
Gli appartamenti destinati agli affitti brevi che dispongono del CIN risultano regolari dal punto di vista urbanistico e catastale. I proprietari sono responsabili di adempiere agli obblighi legali, tra cui l’identificazione degli ospiti e la gestione dell’imposta di soggiorno, inclusa la raccolta e il versamento al Comune.
Le normative sugli affitti brevi e la situazione nei principali comuni italiani
Le grandi città italiane, tra cui Roma, Firenze, Venezia, Milano e Napoli, sono protagoniste del dibattito sugli affitti brevi. A Roma, l’amministrazione comunale sta considerando l’adozione di nuove regolamentazioni per contenere la diffusione degli appartamenti turistici, con particolare attenzione al centro storico, già messo a dura prova dall’intenso afflusso di visitatori.
Si prevede una modifica del Piano Regolatore Generale, con l’obiettivo di separare gli immobili residenziali da quelli turistici, per tutelare l’autenticità e la funzionalità del tessuto urbano nelle aree più visitate. Anche a Napoli si prevede l’adozione di un approccio simile, mentre a Firenze, nel centro storico, è stato recentemente introdotto un blocco sui nuovi affitti brevi.
A Venezia, città fortemente impattata dall’over-tourism, le autorità hanno scelto una linea restrittiva, limitando gli affitti brevi a un massimo di 120 giorni all’anno e imponendo una moratoria sulle nuove locazioni turistiche fino al 2026, con l’obiettivo di preservare la vivibilità e il patrimonio culturale e urbanistico.
Milano, pur con un profilo turistico diverso, ha assistito a manifestazioni contro gli affitti brevi e l’uso dei lock-box, dispositivi che semplificano l’accesso agli appartamenti e sono percepiti come invadenti. Il Consiglio comunale sta valutando regolamenti più severi anche per queste strutture, per ridurre il loro impatto sulla comunità locale.
Ogni città prova a trovare soluzioni specifiche per regolare questo fenomeno, anche affrontando contestazioni e ricorsi legali. In assenza di una normativa nazionale uniforme, le delibere locali puntano principalmente a raggiungere un equilibrio tra turismo e residenza, un tema che sta diventando sempre più complesso e che richiede misure su misura per ciascun contesto urbano.
Affitti brevi: i proprietari hanno l’obbligo di autenticare l’identità degli ospiti
Recentemente, una circolare del capo della Polizia, Vittorio Pisani, inviata alle prefetture, ha confermato che “in un contesto internazionale particolarmente delicato, segnato da eventi che richiedono un alto livello di allerta, rimane in vigore l’obbligo per i gestori di tutte le strutture ricettive di verificare l’identità degli ospiti. Tale verifica deve avvenire tramite un controllo diretto della corrispondenza tra le persone presenti e i documenti forniti, con l’obbligo di comunicare i dati alla questura competente entro 24 ore.”
Affitti brevi: prospettive future e possibili soluzioni
Le prospettive per la gestione degli affitti brevi in Italia puntano a trovare un equilibrio tra lo sviluppo economico e la protezione del patrimonio residenziale. Una possibile soluzione è l’introduzione di una normativa nazionale che rispetti l’autonomia delle singole aree, ma che stabilisca standard comuni su tutto il territorio. Tale legge potrebbe prevedere limiti stagionali e territoriali per le locazioni turistiche, permettendo ai comuni di adattare l’offerta in base alle necessità locali.
Agevolazioni per i proprietari: l’introduzione di benefici fiscali per chi opta per contratti di locazione a lungo termine potrebbe rendere meno appetibili gli affitti brevi.
Aree con normative speciali: identificare zone specifiche dove applicare regole più severe per tutelare i quartieri maggiormente esposti al turismo.
Regolamentazione e trasparenza sui prezzi: stabilire strumenti per evitare aumenti immotivati dei canoni di locazione a lungo termine, spesso influenzati dalla domanda turistica.
Se ti è piaciuto questo articolo e sei interessato agli investimenti immobiliari o al mondo degli investimenti in generale, allora entra nella community di Investhero, dove potrai trovare tanti altri contenuti interessanti.
0 commenti