Un bias è un pregiudizio erroneo, ovvero un’interpretazione della realtà basata su un errore di valutazione o una mancanza di oggettività.
Tutte le persone hanno dei personali pregiudizi e sviluppano dei ragionamenti euristici, ovvero intuitivi.
Il ragionamento euristico è il contrario del ragionamento algoritmico. Il primo si basa su delle “scorciatoie”, il secondo si basa su una serie di step precisi e ripetibili che conducono a una soluzione.
Il ragionamento intuitivo semplifica le decisioni che siamo chiamati a prendere più volte al giorno ed è una caratteristica del comportamento umano.
Se dovessimo ragionare continuamente in maniera razionale, saremmo paralizzati molte volte al giorno, sia per le decisioni semplici e senza conseguenze che, a maggior ragione, per le scelte complesse che facciamo, per esempio, per i nostri figli, il nostro lavoro, i soldi.
Quando ci apprestiamo a investire, onde evitare dolorosi buchi nell’acqua, dobbiamo smascherare i nostri pregiudizi ricorrenti e liberarcene. Questi pregiudizi, in finanza comportamentale, si chiamano appunto bias.
Che cosa sono i bias
I bias sono delle scorciatoie mentali, basate su dei pregiudizi, sviluppati, secondo la psicologia evoluzionistica, per velocizzare i processi decisionali che l’uomo moderno è chiamato a svolgere molte volte al giorno.
Quando tendiamo ad applicare sistemi di problem-solving euristici, ovvero intuitivi, non facciamo altro che affidarci a queste scorciatoie, procedure consolidate di ragionamento che consentono di prendere, senza troppo sforzo, decisioni anche laddove le informazioni in nostro possesso sono carenti o ambigue e ci impediscono una valutazione approfondita.
Proprio per questo motivo, i bias non sono solo un fenomeno negativo. Se non avessimo degli schemi consolidati di pensiero, soccomberemmo alle innumerevoli scelte che caratterizzano la vita di oggi.
Inoltre, questi schemi hanno permesso al genere umano di evolvere, anche superando i pericoli che forse ci avrebbero portati all’estinzione.
L’importanza del concetto è tale che lo psicologo Daniel Kahneman, che ha condotto studi in merito sin dagli anni ’70, è stato insignito del Nobel per l’Economia nel 2002 “per avere integrato risultati della ricerca psicologica nella scienza economica, specialmente in merito al giudizio umano e alla teoria delle decisioni in condizioni d’incertezza”.
Perché si innescano i bias
Quattro sono le cause fondamentali di attivazione dell’errore cognitivo.
- Il sovraccarico cognitivo: quando le informazioni diventano troppe e troppo complesse da elaborare, cerchiamo una scappatoia. Ad esempio diamo più peso, senza una logica apparente, ad alcuni elementi, ad alcune esperienze passate, piuttosto che ad altri.
- Quando non abbiamo dati sufficienti per prendere una decisione, andiamo a “riempire i buchi” con informazioni non necessariamente veritiere.
- La necessità di decidere in fretta potrebbe portare a scorciatoie di pensiero ed errori.
- La nostra mente tende a selezionare i ricordi, e così spesso basiamo le decisioni su esperienze di vita.
I bias sono dunque vere e proprie trappole, che possono farti sbagliare in maniera prevedibile.
Questa è una splendida notizia. Significa, infatti, che puoi imparare a conoscerli e riconoscerli, anche se, secondo lo studioso Buster Benson, pare che i bias siano oltre duecento.
La letteratura propone diverse categorizzazioni di tutte queste trappole che influenzano le nostre decisioni e i nostri comportamenti.
Categorie
- Bias rappresentativi: quando preferiamo affidarci a procedure decisionali a noi familiari anche laddove l’evidenza o la statistica suggerirebbero di agire diversamente.
- Bias del desiderio: quando facciamo scelte irrazionali al fine di far realizzare i nostri desideri, anche se improbabili.
- Bias del costo: quando perdiamo di vista il vero valore delle perdite e dei guadagni.
- Bias di inquadramento: quando siamo fortemente influenzati dal contesto.
- Bias di ancoraggio: quando prendiamo una decisione sulla base delle prime informazioni in cui ci siamo imbattuti e non su quelle successive, magari più accurate.
I bias specifici che influenzano le scelte d’investimento
- Bias di conferma: la tendenza di dare più peso alle prove che confermano la nostra opinione preesistente. È il classico “Lo sapevo!”, “L’avevo detto!” che ogni tanto capita a tutti di esclamare.
- Overconfidence Bias: la sopravvalutazione delle proprie capacità di investitori. Questo bias porta a sottovalutare alcuni elementi, considerati secondari rispetto alle proprie capacità.
- Disposition Effect: si tratta della scelta irrazionale di tenere titoli in perdita, sperando che cresceranno; e viceversa a vendere titoli in crescita, per la paura che a un certo punto cominceranno a perdere.
- Loss Aversion: è la tendenza emotiva a dare più peso a una perdita che a un guadagno di pari valore.
- Home Bias: è la preferenza per gli investimenti nel proprio Paese, con conseguente scarsa diversificazione del portafoglio.
- Endownment Effect: si verifica quando si sovrastima un bene che si possiede.
- Sunk-cost Bias: si verifica quando non si cede o si chiude un’attività in perdita, perché così facendo non si recupererebbero le perdite avvenute fino a quel momento.
Come evitare di cadere in errore
Seppur appartenenti tutti alla stessa macrocategoria dei bias, ognuno di essi ha delle caratteristiche uniche che lo contraddistinguono e per questo non è possibile stilare una lista unica di azioni valida per tutti i bias. Ricordiamo che ne esistono più di duecento.
Tutti i bias sono degli errori cognitivi, ma ognuno è unico nel suo genere e alcuni sono più pericolosi di altri. Basti pensare che una delle principali cause degli errori di diagnosi in campo medico è l’eccessiva fiducia nelle proprie capacità.
Dunque, è vero, i pericoli correlati ai bias cognitivi sono tanti, troppi, ma c’è una buona notizia: per ogni bias esiste una rispettiva strategia che potete applicare per evitare che generi conseguenze spiacevoli in voi e in chi vi sta vicino.
E se da un lato è vero che ogni bias va trattato in modo personalizzato, è anche vero che il primo step obbligatorio in cui fare tappa per poter gestire i bias cognitivi è universale e valido per tutti gli errori cognitivi: la conoscenza.
Quando conoscete un bias, potete riconoscerlo. E più lo conoscete bene, più è facile riconoscerlo, addirittura ancor prima che s’inneschi.
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