Bolla economica: cos’è? Le bolle economiche più famose della storia

Nel cor­so del­la sto­ria eco­nom­i­ca il mon­do ha attra­ver­sato diverse bolle spec­u­la­tive che han­no riguarda­to sia titoli azionari che interi set­tori di mer­ca­to, come quel­lo degli immo­bili. In questo arti­co­lo, vedi­amo nel det­taglio, cos’è una bol­la eco­nom­i­ca, come e quan­do si svilup­pa e quali sono state le bolle eco­nomiche più famose del­la sto­ria.

La bolla economica: un fenomeno che ha origini lontane

Si par­la di bol­la eco­nom­i­ca spec­u­la­ti­va quan­do il mer­ca­to attra­ver­sa una fase carat­ter­iz­za­ta dal­l’aumen­to molto sostenu­to, con­tin­uo e appar­ente­mente non gius­ti­fi­ca­to, del val­ore di deter­mi­nate cat­e­gorie di beni.

L’in­cre­men­to del­la doman­da è in genere piut­tosto lim­i­ta­to nel tem­po, ma può ver­i­fi­car­si anche per peri­o­di piut­tosto lunghi.

La bol­la spec­u­la­ti­va è denom­i­na­ta in questo modo per­ché, dopo la fase ascen­dente, in cui i prezzi sal­go­no pro­gres­si­va­mente alle stelle, la bol­la scop­pia, ovvi­a­mente in sen­so fig­u­ra­to, e il liv­el­lo dei prezzi rien­tra ai val­ori pre-bol­la.

Sec­on­do gli econ­o­misti, a far iniziare il proces­so che con­duce ver­so le bolle eco­nomiche vi è un ecces­so di doman­da da parte dei con­suma­tori, nei con­fron­ti di un bene, come ad esem­pio gli immo­bili.

La con­seguen­za del repenti­no bal­zo dei prezzi ver­so l’al­to spinge investi­tori e spec­u­la­tori a vol­gere il pro­prio inter­esse ver­so quel deter­mi­na­to seg­men­to eco­nom­i­co, che sem­bra essere così promet­tente. Questo proces­so ter­mi­na (e ci tro­vi­amo all’inizio del­lo scop­pio del­la bol­la) quan­do talu­ni investi­tori, neces­si­tan­do di liq­uid­ità, iniziano a vendere i beni prece­den­te­mente acquis­ta­ti.

Par­al­le­la­mente potrebbe accadere che l’in­ves­ti­men­to non si sia dimostra­to, in realtà, così profi­c­uo. Anche questo moti­vo spinge ver­so il “dis­in­ves­ti­men­to”. Inoltre, nuovi investi­tori potreb­bero non essere più inter­es­sati al set­tore, per­ché giu­di­ca­to, nel frat­tem­po, trop­po ris­chioso e poco red­di­tizio.

Ecco dunque che i prezzi iniziano a scen­dere, con la log­i­ca con­seguen­za di portare, con un effet­to domi­no, la mag­gior parte dei pos­ses­sori del bene a vendere, il che deter­mi­na un ulte­ri­ore crol­lo dei prezzi.

Le bolle eco­nomiche più ecla­tan­ti han­no riguarda­to val­ori azionari e immo­bili.

La bol­la spec­u­la­ti­va più lon­tana nel tem­po e di cui la sto­ria con­ser­va triste memo­ria è la famosa bol­la dei tuli­pani, siamo nel­l’Olan­da del Sei­cen­to. Dopo ques­ta, ricor­diamo: la bol­la del­la South Sea Com­pa­ny, una soci­età bri­tan­ni­ca fon­da­ta nel 1711, la bol­la giap­ponese, che ebbe luo­go a cav­al­lo tra la metà degli Anni Ottan­ta e i pri­mi Anni Novan­ta, la bol­la spec­u­la­ti­va delle Dot.com, ver­i­fi­cat­a­si all’inizio del nuo­vo Mil­len­nio, infine, infine la spec­u­lazione dei mutui sub­prime, bol­la esplosa nel 2006 negli USA e che ha avu­to gravis­sime riper­cus­sioni sul­l’e­cono­mia di tut­to il mon­do.

La bolla dei tulipani

La bol­la dei tuli­pani è sta­ta una bol­la eco­nom­i­ca che ha coin­volto, come sug­gerisce il nome, i bul­bi di questi fiori. La bol­la si svilup­pò e scop­piò in Olan­da nel Sei­cen­to, anche se l’in­ter­esse ver­so questi fiori rag­giunse perfi­no i pae­si lim­itrofi.

Come per ogni bol­la eco­nom­i­ca, la cres­cente doman­da di questo bene diede inizio a una con­vinzione comune che iden­ti­fi­ca­va un inves­ti­men­to sicuro nei tuli­pani. All’au­mentare del­la doman­da aumen­ta­vano anche i prezzi, tan­to che il prez­zo medio di un bul­bo era supe­ri­ore allo stipen­dio annuale di un olan­dese.

Dopo una folle cresci­ta la bol­la scop­piò quan­do, pochi giorni dopo che a un’as­ta un lot­to fu ven­du­to per un val­ore pari a 5 mil­ioni di euro, un’al­tra, andò com­ple­ta­mente deser­ta. Fu la scin­til­la che fece esplodere la bom­ba, in questo caso la bol­la, la doman­da calò dras­ti­ca­mente e i prezzi di con­seguen­za. Molte per­sone persero la loro for­tu­na da un giorno all’al­tro.

bolla economica tulipani

 

La bolla economica della South Sea Company

Il peri­o­do di rifer­i­men­to del­la bol­la eco­nom­i­ca del­la South Sea Com­pa­ny è quel­lo del­l’Inghilter­ra colo­niale, a capo di un Impero su cui, come si affer­ma­va, non tra­mon­ta­va mai il sole.

La Com­pag­nia dei Mari del Sud, come la si conosce in lin­gua ital­iana, fu fon­da­ta in Gran Bre­tagna nel 1711, con la for­ma giuridi­ca di Soci­età per Azioni. Fu cre­a­ta da un parte­nar­i­a­to pub­bli­co-pri­va­to per con­sol­i­dare e ridurre il cos­to del deb­ito nazionale. L’o­bi­et­ti­vo del­la Soci­età era quel­lo di emet­tere azioni per il val­ore totale del deb­ito pub­bli­co, che sarebbe sta­to risana­to con la liq­uid­ità degli azion­isti i quali, nel frat­tem­po, avreb­bero rice­vu­to i div­i­den­di, ossia il guadag­no derivante dagli utili soci­etari.

In quel peri­o­do stori­co, l’Im­pero bri­tan­ni­co fu coin­volto in uno dei con­flit­ti chi­ave del­l’Eu­ropa del XVII sec­o­lo, la Guer­ra di Suc­ces­sione spag­no­la; poiché l’Amer­i­ca del Sud era al tem­po in mano agli spag­no­li, era molto improb­a­bile che la via del com­mer­cio in quel ter­ri­to­rio si aprisse alla Gran Bre­tagna. Anzi, l’u­ni­ca oper­azione di scam­bio por­ta­ta a ter­mine in quegli anni, molto triste nel­l’ogget­to e che per­al­tro non portò nes­sun prof­it­to, riguardò lo scam­bio di schi­avi su trat­ta atlanti­ca.

Fonti storiche attendibili han­no dimostra­to come, nel cor­so del pri­mo decen­nio, il val­ore delle azioni del­la Com­pag­nia avesse subito un notev­ole incre­men­to, non gra­zie ad attiv­ità eco­nomiche prof­ittevoli, ma a segui­to del­l’ac­quis­to e suc­ces­si­vo riac­quis­to di azioni da parte di per­son­al­ità che grav­i­ta­vano intorno alla Casa Reale. Questo deter­minò l’af­fer­mar­si del­la cred­i­bil­ità dei titoli e la cresci­ta del val­ore azionario del­la Com­pag­nia.

In questo proces­so, il val­ore delle azioni salì ver­tig­i­nosa­mente, sen­za che dietro vi fos­se una reale attiv­ità prof­ittev­ole.

Gli scam­bi com­mer­ciali gesti­ti dal­la South Sea Com­pa­ny furono min­i­mi, anche a causa del­la scarsa dili­gen­za degli ammin­is­tra­tori del­la soci­età, più inter­es­sati al mer­ca­to azionario che al busi­ness. Le entrate del­la soci­età furono scarse e per questo si ver­i­ficò un crol­lo del val­ore dei titoli.

Quan­do i titoli del­la South Sea Com­pa­ny crol­larono, nel 1720, migli­a­ia di risparmi­a­tori furono get­tati sul las­tri­co, con for­ti riper­cus­sioni sul mer­ca­to bri­tan­ni­co.

In segui­to allo scop­pio del­la bol­la del­la Com­pag­nia, venne approva­to in Par­la­men­to il Bub­ble Act, che vietò l’is­ti­tuzione di S.p.A. sen­za la cosid­det­ta licen­za reale.

La bolla economica giapponese

La bol­la spec­u­la­ti­va giap­ponese (バブル景気 babu­ru kei­ki, let­teral­mente “bol­la eco­nom­i­ca”) iniz­iò a crescere nel 1986, per scop­pi­are nel 1991, i beni ogget­to del­la spec­u­lazione finanziaria furono, in questo con­testo, i titoli azionari e i beni immo­bil­iari.

Tra le cause che provo­carono la for­mazione del­la bol­la spec­u­la­ti­va giap­ponese ci furono: la lib­er­al­iz­zazione del­la leg­is­lazione finanziaria, un rapi­do incre­men­to dei prezzi degli immo­bili e la capac­ità pro­dut­ti­va del paese, in gra­do di rispon­dere alla cres­cente doman­da di beni (doman­da aggre­ga­ta) e, infine, l’au­men­to del­la liq­uid­ità delle imp­rese

Furono pro­prio molte aziende giap­pone­si a muover­si in attiv­ità spec­u­la­tive nel mer­ca­to azionario e in quel­lo degli immo­bili.

Un even­to con­tin­gente, che con­tribuì in maniera sen­si­bile alla for­mazione del­la bol­la fu, con ogni prob­a­bil­ità, il dis­senso tra la Ban­ca del Giap­pone e il Min­is­tero delle Finanze sulle deter­mi­nazioni da assumere a segui­to del deprez­za­men­to del dol­laro.

Dopo lo scop­pio del­la bol­la, ver­i­fi­catosi con la ven­di­ta dei titoli azionari e dei beni immo­bil­iari, con la con­sue­ta cadu­ta dei prezzi, il Giap­pone entrò in un tun­nel di deflazione e depres­sione dei mer­cati. Il peri­o­do che seguì fu sopran­nom­i­na­to decen­nio per­du­to.

La bolla Dot.com

La Dot.com Bub­ble, chia­ma­ta in Italia bol­la Dot.com, ebbe il suo svilup­po negli Sta­ti Uni­ti d’Amer­i­ca tra il 1997 e il 2001, con gravis­sime con­seguen­ze sul mer­ca­to finanziario mon­di­ale.

Lo sce­nario di rifer­i­men­to fu quel­lo del­la bor­sa amer­i­cana, con l’indice NASDAQ che reg­istrò, in una sola gior­na­ta, un’im­pen­na­ta stor­i­ca, arrivan­do a 5.132,52 pun­ti.

Il ret­rosce­na di un incre­men­to così sostenu­to e repenti­no, che diede vita ad una cresci­ta espo­nen­ziale del­l’indice, fu dovu­to alle aziende che oper­a­vano in rete. L’ap­pella­ti­vo dot.com è rifer­i­to pro­prio all’enorme quan­ti­ta­ti­vo di aziende che nel decen­nio prece­dente ave­vano vis­to la luce (ma anche il tra­mon­to) nel mer­ca­to statu­nitense.

In questo cli­ma carat­ter­iz­za­to dal­l’in­cred­i­bile aumen­to del val­ore delle soci­età che oper­a­vano nel set­tore infor­mati­co, da molti, soprat­tut­to dagli investi­tori, fu trascu­ra­to un para­metro ritenu­to ogget­ti­vo per val­utare l’op­por­tu­nità di un inves­ti­men­to, quel­lo del rap­por­to tra prez­zo delle azioni e utili.

Quan­do la bol­la scop­piò, un numero con­sid­erev­ole di titoli azionari crol­lò, basti pen­sare ad Ama­zon che, in quel peri­o­do, vide le pro­prie azioni pas­sare da 107 a 7 dol­lari.

La bolla dei mutui subprime

La crisi eco­nom­i­ca, a liv­el­lo mon­di­ale, deter­mi­na­ta dal­la crisi dei mutui sub­prime e del mer­ca­to immo­bil­iare negli Sta­ti Uni­ti, scop­piò nel 2008, cau­san­do una depres­sione eco­nom­i­co-finanziaria in tut­to il mon­do e da cui, sec­on­do la mag­gior parte degli econ­o­misti, alcu­ni Pae­si non si sono anco­ra ripresi.

Anche in questo caso, lo sce­nario di fon­do riguardò lo scop­pio di una bol­la nel mer­ca­to statu­nitense, quel­lo immo­bil­iare, con gravi con­seguen­ze per l’e­cono­mia degli Sta­ti Uni­ti. Con un peri­coloso effet­to domi­no, la spi­rale di reces­sione ha coin­volto anche l’Eu­ropa e il resto del mon­do, con pochissime eccezioni (tra cui India e Cina).

La bol­la eco­nom­i­ca del 2008 è con­sid­er­a­ta da molti la più ingente crisi finanziaria, a liv­el­lo glob­ale, del­la sto­ria eco­nom­i­ca, sec­on­da sola­mente a quel­la del 1929, sem­pre di matrice statu­nitense.

In par­ti­co­lare, la crisi dei mutui sub­prime fu innesca­ta da un rial­zo ver­tig­i­noso del set­tore immo­bil­iare, con un pro­gres­si­vo aumen­to dei prezzi degli immo­bili, per cui gli amer­i­cani accen­de­vano mutui ban­cari per il loro acquis­to. Il prez­zo degli immo­bili aumen­ta­va in misura pro­porzionale al tas­so di indeb­ita­men­to degli amer­i­cani, che con­tin­u­a­vano a scom­met­tere sul­l’in­cre­men­to del val­ore delle abitazioni.

Quan­do i prezzi sce­sero repenti­na­mente, nel 2007, il risul­ta­to fu un aumen­to del­la diver­gen­za tra il val­ore dei mutui, rispet­to a quel­lo degli immo­bili. Ma il det­o­na­tore che fece scop­pi­are la bol­la fu la car­to­lar­iz­zazione, ossia la ces­sione dei cred­i­ti delle banche statu­niten­si, che cedet­tero i deb­iti con­trat­ti dalle famiglie a terzi, sud­div­i­den­doli e par­cel­liz­zan­doli in altri prodot­ti finanziari, con con­seguen­ze tossiche e dev­as­tan­ti sul­l’in­tero mer­ca­to.

Ven­nero così emes­si, sul mer­ca­to finanziario, titoli che era­no il risul­ta­to di car­to­lar­iz­zazioni e suc­ces­sive ces­sioni il cui ris­chio era scar­i­ca­to esclu­si­va­mente sug­li investi­tori, i quali acquis­ta­vano fidan­dosi del­l’al­to rat­ing espres­so dalle soci­età dep­u­tate a val­u­tarne l’af­fid­abil­ità. In realtà, questi ulti­mi con­tenevano ele­men­ti di richi­amo e altri con­siderati spaz­zatu­ra e tossi­ci.

La crisi derivante dal­la scop­er­ta del­la neg­a­tiv­ità di tali titoli, la perdi­ta di fidu­cia dei mer­cati, lo scan­da­lo inter­nazionale che ne derivò e l’au­men­to del tas­so di scon­to, da parte del­la Fed­er­al Reserve amer­i­cana, get­tò il mer­ca­to degli Sta­ti Uni­ti e del mon­do intero nel­la crisi più pro­fon­da.
Mil­ioni di famiglie amer­i­cane subirono il pig­no­ra­men­to, per­ché non era­no più in gra­do di far fronte ai deb­iti con­trat­ti con i mutui ipote­cari (spes­so, infat­ti, le famiglie ave­vano anche due o tre finanzi­a­men­ti).

Il crol­lo di liq­uid­ità e dei con­su­mi ha avu­to riper­cus­sioni sug­li indi­ci di bor­sa e sul­l’in­tero sis­tema eco­nom­i­co che, ad oggi, non si è anco­ra ripreso com­ple­ta­mente.

crisi mutui subprime bolla economica

 

Rac­con­ta le dinamiche del­la crisi dei mutui sub­prime il film pre­mio Oscar “La grande Scommes­sa” che attra­ver­so gli occhi di Michael Bur­ry (Chris­t­ian Bale) descrive gli sce­nari di una delle più gran­di oper­azioni spec­u­la­tive del­la sto­ria.

Anal­iz­zan­do il mer­ca­to immo­bil­iare, Bur­ry si accorse che le banche sta­vano conce­den­do mil­ioni di mutui sub­prime, anche a cat­tivi cred­i­tori sen­za la min­i­ma garanzia. La mag­gior parte di questi mutui ad alto ris­chio veni­vano ero­gati nel­la for­ma 2–28, ovvero con un tas­so di inter­esse fis­so per i pri­mi due anni e un tas­so vari­abile per i suc­ces­sivi 28.

Nel momen­to in cui un deb­itore non sarebbe sta­to in gra­do di pagare, la ban­ca avrebbe pig­no­ra­to l’im­mo­bile. In questo modo gli isti­tu­ti di cred­i­to avreb­bero potu­to riven­der­li ad un prez­zo mag­giore.

Bur­ry intuì che i deb­itori insol­ven­ti sareb­bero sta­ti tan­tis­si­mi e in con­tin­uo aumen­to, di con­seguen­za anche il numero di immo­bili pig­no­rati sarebbe sta­to altissi­mo, tan­to che questo avrebbe reso impos­si­bile la riven­di­ta a prezzi mag­gio­rati.

Con­vin­to delle sue anal­isi, Bur­ry pro­pose agli isti­tu­ti il Cred­it Default Swap, un’as­si­cu­razione sec­on­do la quale egli avrebbe effet­tua­to un ver­sa­men­to peri­od­i­co di un pre­mio assi­cu­ra­ti­vo in caso di un even­to nefas­to (crol­lo del mer­ca­to immo­bil­iare). Le banche accettarono e a soli 37 anni Bur­ry ottenne un prof­it­to di 100 mil­ioni di dol­lari, il suo fon­do chiuse con +487% e un prof­it­to supe­ri­ore ai 2 mil­iar­di.

Conosce­vi già le dinamiche di una bol­la eco­nom­i­ca? Sei inter­es­sato ad altre curiosità del mon­do finanziario e immo­bil­iare? Entra nel­la nos­tra com­mu­ni­ty, un grup­po di investi­tori e impren­di­tori con­sapevoli ti aspet­ta!

 

SCOPRI CLUB HERO: IL CLUB DEGLI INVESTITORI CONSAPEVOLI

SBLOCCA I BONUS DI TUTTE LE PIATTAFORME!

DA ZERO A INVESTITORE ESPERTO

DIVENTA UN CACCIATORE IMMOBILIARE

CONDIVIDI ARTICOLO

Team

INVESTHERO

Appassionati di finanza, investimenti e business, il nostro team ti aiuterà a raggiungere la libertà finanziaria con articoli chiari e strumenti pratici, promuovendo una sana cultura finanziaria per creare, far crescere e proteggere il tuo capitale.

0 commenti

Invia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Ti potrebbe interessare anche: