Quante volte negli ultimi anni ti è capitato di sentire parlare di BTP? Magari ascoltando al telegiornale una notizia sull’andamento dello spread, ossia il differenziale tra bund tedesco e Btp italiano a 10 anni. Cerchiamo allora di capire cosa sono i BTP. Che tipo di investimento sono? Che rendimento e che rischi hanno e qual è la durata di questa tipologia di investimento?
Cos’è un BTP?
Il mercato finanziario offre numerosi strumenti attraverso i quali poter investire. Scegliere il migliore o il più adatto dipende da molti fattori: l’orizzonte temporale che si ha a disposizione, il grado di rischio o il capitale, queste decisioni possono essere prese insieme ad un consulente ma l’obiettivo di Invershero è formare investitori consapevoli, capaci di “maneggiare” con abilità gli strumenti di investimento disponibili.
Tra tutte le possibili soluzioni di investimento una molto utilizzata in Italia è il BTP, ossia i Buoni del Tesoro Poliennali emessi dal Ministero dell’Economia e delle Finanze. Sono titoli di debito che prevedono, a scadenza, la restituzione del capitale e, in corso, il pagamento di cedole fisse ogni sei mesi, secondo un rendimento, espresso in percentuale, fissato all’inizio.
La durata dei BTp è di 3, 5, 7, 10, 15, 20, 30 e 50 anni, rispondendo così a qualsiasi tipo di esigenza mostrata dall’investitore. Il più famoso tra questi è senz’altro quello a 10 anni che viene preso come riferimento per determinare l’altrettanto famoso spread tra BTP e Bund tedesco. Equivale a un termometro della salute dell’economia italiana, se questo numero raggiunge valori troppo alti qualcosa non sta funzionando come dovrebbe, se invece è basso o tende a scendere si viaggia a gonfie vele.
I Btp vengono emessi tramite asta marginale secondo determinate tempistiche. Nella seconda settimana di ogni mese avviene l’asta per i Btp a 3 e 7 anni, e qualora la domanda li richieda, anche per quelli a 15 e 30 anni. Nell’ultima settimana del mese invece avviene l’asta per i Btp a 5 e 10 anni. I Btp possono essere acquistati sia nella fase di emissione che sul mercato secondario, vediamo come.
Acquistare un BTP, tempistiche e modalità
Il Tesoro annuncia che un certo quantitativo di Btp, compreso in una forbice che determina massimo e minimo, viene messo in asta. A determinare il prezzo dell’obbligazione è l’incrocio tra l’offerta e le domande pervenute entro i termini utili. Per un risparmiatore non è possibile partecipare in modo diretto all’asta, ma lo può fare tramite il ricorso agli intermediari autorizzati, ossia le case di investimento e le banche iscritte ai registri della Banca d’Italia. L’investimento minimo è tendenzialmente di 1.000 euro e si aumenta la domanda per multipli di questa cifra.
L’asta marginale è utilizzata per collocare i titoli di Stato a medio e lungo termine. Ogni soggetto autorizzato a partecipare presenta la sua offerta, fino a un massimo di tre, e tali richieste vengono evase a partire dalla più alta scendendo fino all’esaurimento della quantità di Btp andata in asta. In questa fase tutti i partecipanti acquistano il titolo al medesimo prezzo, che è quello definito prezzo marginale. Per disincentivare offerte ritenute troppo basse, si fissa un prezzo di esclusione, al di sotto del quale le domande non vengono prese in considerazione.
I Btp possono essere acquistati anche successivamente, sul mercato secondario. Quello all’interno del quale si scambiano i titoli di Stato è il MOT, vi si accede sempre tramite il ricorso a un ente autorizzato a operare su di esso e con importo minimo di 1.000 euro e suoi multipli. Esiste anche un altro mercato sul quale si scambiano i suddetti titoli, l’ MTS nel quale il minimo negoziabile è 2 milioni di euro.
Il rendimento dei BTP
Quanto rendono i BTP?
Il guadagno dei Btp è composto dalle cedole, che vengono staccate ogni sei mesi per tutta la durata del loro contratto, e dall’eventuale differenziale tra prezzo di acquisto e prezzo di vendita. Facciamo un esempio. Supponiamo che tu abbia acquistato il Btp in asta, potrai decidere di portarlo a scadenza e incassare 100, il prezzo nominale, oppure venderlo sul mercato secondario, rinunciando alle cedole.
Una piccola parentesi sul valore nominale è doverosa. La ritenuta fiscale si paga sulla differenza tra prezzo di emissione e prezzo nominale in fase di riscossione, possono quindi verificarsi tre situazioni differenti.
Se alla scadenza, il prezzo di riscossione sarà inferiore al prezzo di acquisto, verrà calcolato un credito pari al 12,5% sulla differenza tra i due valori. Tale credito di imposta può essere recuperato entro 5 anni maturando un debito di importo uguale, in altro caso verrà eliminato.
Se invece il prezzo alla riscossione sarà superiore al prezzo di acquisto, viene calcolata l’aliquota del 12,5% sulla plusvalenza.
Infine se il valore nominale è pari al prezzo di acquisto, si incasserà tale importo e la tassazione sarà solo sulle cedole semestrali.
Come precedentemente detto, il BTP gode di una tassazione agevolata rispetto ad altri strumenti, dal 2014 l’aliquota è pari al 12,5%.
Nella sua vita il prezzo del titolo subisce delle variazioni ed è in base a queste che si può decidere di cambiare le proprie strategie e intervenire sull’investimento.
BTP: caratteristiche principali
I BTP sono strumenti di investimento con arco temporale di medio e lungo periodo, senza dimenticare il lunghissimo rappresentato dai titoli a 30 e a 50 anni.
I Btp sono un tipo di investimento adatto a chi si pone obiettivi di medio e lungo periodo, il grado di rischio è relativamente basso, essendo emessi da uno Stato sovrano che rappresenta una garanzia, e soprattutto se si decide e si ha la possibilità di portarli fino alla scadenza. Quando invece si opta per un approccio più aggressivo e speculativo, lo strumento può diventare rischioso, in particolar modo per i Btp che hanno una durata lunga e una scadenza ancora lontana e perciò sono soggetti a oscillazioni anche ampie del loro valore.
Rischi e vantaggi di un investimento in BTP
Il principale vantaggio di un BTP è il suo flusso cedolare che rappresenta un’entrata certa e costante, oltre che garantita dallo Stato in persona. Il secondo elemento che gioca in favore di questo tipo di investimento è la sua alta liquidità. Qualora, cioè, si presenti la necessità di vendere l’asset anziché portarlo a scadenza, non si avrà difficoltà a cederlo sul mercato secondario. Infine il suo grado di rischio è considerato medio-basso.
Anche per questa tipologia di strumenti esiste il fattore rischio. Da un lato c’è il rischio emittente, qualora lo Stato che ha emesso il titolo, in questo caso il Tesoro che ha messo all’asta il Btp, risulti inadempiente nel pagamento delle cedole oppure nel rimborso del capitale, dall’altra c’è il rischio di mercato, rappresentato dalla necessità di dover vendere anticipatamente lo strumento, ma a un prezzo inferiore a quello di acquisto, generando così una minusvalenza. Un rischio, così come un vantaggio nei casi di fluttuazioni positive, tanto più grande quanto maggiore risulti la vita residua del Btp. Tale rischio è comunque compensato dalla garanzia, alla scadenza, della restituzione del capitale al valore nominale.
A tal proposito appare evidente come siano i BTP con durata superiore ai 15 anni quelli più soggetti a un rischio di mercato.
Differenze tra BTP e altri titoli
La differenza tra BTP e Bot è legata alla durata, molto più breve per questi ultimi, se si pensa che la più lunga è di soli 12 mesi. Questo presuppone anche che il Bot non paghi una cedola, ma il rendimento sia rappresentato tra il prezzo di acquisto e quello di vendita. Simili ai Bot sono i Certificati del Tesoro zero coupon (CTZ) che però hanno una durata più lunga, pari a due anni.
Per quanto riguarda la differenza tra i BTP e i CCt, i Certificati di Credito del Tesoro, questi ultimi hanno una durata fissa di 7 anni, pagano una cedola semestrale che viene calcolata in funzione del valore del Buono Ordinario del Tesoro a sei mesi più uno spread.
Appare evidente, se si vuole rimanere all’interno di titoli garantiti dallo Stato, come i Btp offrano una più ampia gamma di strumenti, una vasta scelta in funzione della durata e maggiori margini di guadagno. Non solo cedole più alte, ma anche, grazie alla capacità di leggere il mercato e l’andamento dei tassi nel medio-lungo periodo, oscillazioni di prezzo da sfruttare a proprio vantaggio.
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