I buoni fruttiferi postali (Bfp)grazie alla tassazione agevolata e all’emissione da parte di Cassa Depositi e Prestiti, offrono costi di gestione molto bassi. Vediamo nel dettaglio tutti i vantaggi e svantaggi da conoscere su questo prodotto. Iniziamo subito!
Buoni fruttiferi postali: cosa sono e come funzionano
I buoni fruttiferi postali sono strumenti di investimento emessi da Cassa Depositi e Prestiti e distribuiti da Poste Italiane. Essi sono molto popolari grazie alla vasta rete di uffici postali e la fiducia consolidata negli anni. Questi buoni permettono di depositare somme di denaro che accumulano un interesse variabile e crescente in base alla durata del vincolo.
Per investire e perciò acquistare buoni fruttiferi postali basta avere un conto BancoPosta o un libretto postale, con la garanzia del capitale investito.
Come e dove possono essere acquistati? La risposta è molto semplice, basta recarsi agli sportelli di Poste Italiane, non prevedono commissioni o spese aggiuntive. Tuttavia, sono soggetti:
- agli oneri fiscali,
- all’imposta di bollo che però non si applica ai capitali inferiori a 5.000 euro.
Buoni fruttiferi postali: sono veramente sicuri?
Molti considerano i Buoni Fruttiferi Postali tra gli investimenti più sicuri in assoluto. Ma è davvero così?
In realtà si potrebbe dire che, rispetto ad altri investimenti, presentano un basso rischio. Tuttavia darli per certi potrebbe comportare una perdita di denaro. Come sappiamo, in Italia, la cultura finanziaria è piuttosto limitata. Ad esempio, molti italiani ritengono che investire in un fondo azionario per 20 anni sia rischioso. Mentre considerano più sicuro acquistare un buono fruttifero postale con la stessa durata. Ma se vogliamo essere onesti, questa percezione non è del tutto corretta.
Gli investimenti in fondi azionari a lungo termine tendono ad avere una probabilità elevata di successo. I buoni fruttiferi postali sono garantiti dallo Stato, ma quanto è solida questa garanzia?
Attualmente, il rating dell’Italia è BBB, appena due gradini sopra i titoli spazzatura. Questo implica che esiste un rischio di emittente non trascurabile nel lungo periodo.
Dunque sarebbe meglio evitare questo genere di investimenti? Non è ciò che intendo dire, mi spiego meglio. Non ritengo che esista un concreto rischio di default sui Buoni Fruttiferi Postali al momento. Tuttavia, è bene considerare che il rischio c’è, come in ogni investimento, e non va ignorato. Semplicemente in questo caso il rischio è associato allo Stato Italiano, il che è da non sottovalutare.
Perché? Semplice, la capacità dello Stato Italiano di onorare tutti i suoi debiti potrebbe essere messa in discussione durante il corso degli anni.
Il problema potrebbe presentarsi, siccome negli ultimi 20 anni, il rating dell’Italia non ha visto significativi miglioramenti e non sembrano esserci segnali di un miglioramento nel breve termine.
Buoni fruttiferi postali: pro e contro
Esistono diverse tipologie di buoni fruttiferi postali. Essi condividono diverse caratteristiche e possono essere un investimento profittevole, se inserito in un portafoglio diversificato di investimenti. Ma vediamo un riepilogo dei principali vantaggi e svantaggi di investire in Bfp:
Vantaggi
- Capitalizzazione composta: gli interessi sono calcolati con capitalizzazione composta esentasse fino alla scadenza. Perciò,le tasse sono pagate solo al termine.
- Rimborso capitale: esiste la possibilità di richiedere il rimborso del capitale in qualsiasi momento, purché entro il termine di prescrizione.
- Garantiti dallo Stato Italiano: ciò può rappresentare un vantaggio più o meno conveniente in base a svariati fattori.
- Prezzo invariabile: i Bfp non subiscono variazioni di prezzo, il loro valore nominale resta infatti costante nel tempo.
- Esenti da imposta di bollo: per valori nominali inferiori a 5.000 euro.
- Esenti da imposta di successione.
- Emessi e rimborsati alla pari: con gli interessi maturati.
- Possibilità di cointestare fino a 4 persone fisiche.
- Taglio minimo di 50 euro: con investimenti in multipli di 50 euro.
- Zero costi nascosti: nessun costo di sottoscrizione, gestione o rimborso (tranne oneri fiscali).
- Tassazione agevolata al 12,5%: come per i titoli di stato.
Svantaggi
- Stato = rischio: lmi spiego meglio, la garanzia statale può essere rischiosa per i buoni a lungo termine, tuttavia questo fattore può essere più o meno impattante in base alla propensione al rischio dell’investitore.
- Non Cedibili: i buoni fruttiferi postali non possono essere dati in pegno, inoltre, non sono cedibili, tranne in caso di eredità.
- Intestabili solo a persone fisiche.
- Perdita degli interessi accumulati: di base si potrebbero perdere tutti gli interessi accumulati se il buono viene venduto prima della scadenza. Ciò, può essere rischioso per i buoni a lungo termine.
- Poco competitivi: i rendimenti possono essere poco competitivi rispetto ai tassi di mercato.
- Possibilità di duplicare i buoni.
Questi aspetti offrono una panoramica completa per aiutarti a valutare se i buoni fruttiferi postali siano adatti alle tue esigenze di investimento.
Buoni fruttiferi postali: quale scegliere?
Poniamo il caso che tu voglia investire in buoni fruttiferi postali, devi sapere che di base non solo l’ideale se prevedi di disinvestire prima della scadenza. Alcune ragioni le abbiamo viste nel paragrafo precedente.
I Bfp altro non sono che strumenti finanziari, e rendono al meglio se mantenuti fino alla loro scadenza naturale. Vediamo dunque quali sono i buoni fruttiferi postali da evitare:
- Buono 4 anni Plus
- Buono 3×2
- Buono rinnova
- Buono 3×4
- Buono ordinario
Per maggiori informazioni sulle tipologie di Bfp ti rimando all’articolo dedicato.
Al contrario, i seguenti buoni fruttiferi potrebbero presentano caratteristiche più vantaggiose:
- Buono dedicato ai minori: particolarmente interessante, soprattutto se sottoscritto alla nascita del bambino
- Buono risparmio sostenibile
- Buono 4 anni risparmio semplice
- Buono soluzione futuro
- Buono soluzione eredità
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