Buoni Ordinari del Tesoro (BOT): acquisto, costi e tassazione

A disposizione degli investitori esistono diverse tipologie di Titoli di Stato italiani tra cui i Buoni Ordinari del Tesoro, conosciuti anche con l’acronimo di BOT. Sono titoli a breve termine che permettono di investire sul debito pubblico italiano.

Entrando maggiormente nel merito delle caratteristiche tecniche di questa forma di investimento, i BOT offrono una scadenza che può essere pari a 3 mesi, 6 mesi oppure 12 mesi.

I BOT sono delle obbligazioni sotto forma di prestito che vengono concesse da investitori privati allo Stato italiano per un periodo molto ridotto che, come precedentemente scritto, non può superare l’anno.

Grazie a questa tipologia di titoli di Stato ed altre come ad esempio i Certificati del Tesoro Zero Coupon (CTZ) oppure i Buoni del Tesoro Poliennali (BTP), lo Stato italiano riesce a rifinanziare il proprio debito e quindi ad operare opportunamente per garantire ai cittadini tutti i servizi previsti dalla costituzione e dalle attuali normative vigenti.

I Buoni del Tesoro possono essere sottoscritti per un valore nominale minimo pari a 1.000 euro, per quanto riguarda il valore massimo non è previsto un tetto purché l’investimento effettuato venga sempre eseguito come multiplo del valore minimo.

Buoni Ordinari del Tesoro rendimento

I BOT, così come i Certificati del Tesoro Zero Coupon, fanno parte dei titoli “senza cedola”, non è quindi prevista l’emissione periodica di una cedola.

Il rendimento dei BOT viene calcolato come differenza tra il valore nominale e il prezzo pagato. In virtù di questo meccanismo piuttosto particolare, la legge italiana prevede che già al momento della sottoscrizione del titolo di Stato venga immediatamente applicata la ritenuta fiscale.

A rimarcare, inoltre, l’importanza del sistema che è alla base del rendimento dei BOT, c’è da sottolineare come nelle aste le offerte vengano effettuate non in termini di prezzo di acquisto, bensì in termini di rendimento.

Acquistare i BOT

L’acquisto dei BOT può essere effettuato soltanto da intermediari istituzionali che sono stati preventivamente autorizzati secondo quanto previsto dal decreto legislativo del 24 febbraio del 1998 con cui si è definita in maniera univoca la dicitura di operatori abilitati.

É possibile acquistare BOT mediante asta, definita dal governo seguendo una certa periodicità o in relazione a precise esigenze di liquidità, oppure attraverso il Mercato secondario dei Titoli di stato (MTS), dopo la loro reale immissione sul mercato.

Tuttavia tieni presente che, in relazione all’esigenza di doversi rivolgere ad un intermediario, dovrai necessariamente corrispondere a quest’ultimo una commissione che si va a sommare alla tassazione fiscale prevista.

Emissione Buoni Ordinari Tesoro

Le aste per i BOT a 6 mesi solitamente si tengono alla fine del mese mentre quelle per i titoli a dodici mesi si tengono a metà mese così come quelle per i titoli a 3 mesi.

Visitando il sito del Debito Pubblico è possibile consultare il calendario delle aste presente nella sezione “Comunicazioni Emissioni BOT“.

Commissioni acquisto Buoni Ordinari del Tesoro

Nel 2015 lo Stato Italiano nell’ambito del decreto per la trasparenza nel collocamento dei titoli di stato, ha voluto definire in maniera chiara l’aspetto delle commissioni stabilendo un range ben specifico in funzione dei risultati di ogni singola asta.

In particolare, le commissioni devono sempre essere definite prendendo in considerazione alcuni aspetti del titolo di Stato ed in particolar modo della sua durata residua.

Nello specifico, è previsto un importo massimo di commissione dello 0,03% nel caso il BOT acquistato abbia una scadenza entro gli 80 giorni. La percentuale di commissione, ovviamente, fa riferimento al prezzo di acquisto.

Nel caso in cui la durata sia compresa tra gli 81 giorni e 140 giorni, allora la commissione massima che l’intermediario finanziario potrà richiedere arriva allo 0,05%, che diventa pari allo 0,10% nel caso di durata entro i 270 giorni.

Qualora, invece, la scadenza del BOT e quindi la sua vita residua dovesse essere superiore a 271 giorni, il tuo intermediario finanziario potrà arrivare ad applicare anche lo 0,15% di commissione.

É possibile tuttavia che l’intermediario a cui ti sia rivolto ti richieda anche delle spese di gestione e di amministrazione dei Buoni Ordinari del Tesoro che si possono prevedere essere inferiori a 10 euro a semestre.

Per legge, le banche e gli intermediari che applicano questo genere di costi dovuti esclusivamente alla gestione dei titoli di stato, lo devono indicare chiaramente all’interno del foglio illustrativo del prodotto finanziario.

Buoni Ordinari del tesoro: costi e tassazione

Nel valutare l’opportunità di investire o meno nei BOT, occorre tenere in considerazione non solo il rendimento, ma anche altri aspetti come ad esempio le commissioni, ampiamente anticipate nel precedente paragrafo e soprattutto, la tassazione.

Per quanto concerne la tassazione, in Italia viene applicata direttamente sui profitti generati. In particolare, dopo aver effettuato il calcolo del rendimento visto come la differenza matematica tra l’importo rimborsato a scadenza e il prezzo pagato per l’acquisto, c’è una aliquota fiscale agevolata pari al 12,5%.

Pro e contro dei Buoni Ordinari del Tesoro

I BOT sono dei titoli di stato che permettono un investimento contenuto nel tempo. Offrono diversi vantaggi tra cui certamente una certa semplicità nel calcolo del rendimento ed una gestione molto immediata per quanto riguarda i flussi di liquidità, soprattutto con scadenze di 3 e 6 mesi.

Dunque, se stai pensando di investire in Buoni ordinari del Tesoro devi innanzitutto tenere presente che uno dei principali vantaggi di questa forma di investimento è sicuramente il rischio ridotto, anche in ragione della durata contenuta. L’altra faccia della medaglia dei BOT è tuttavia caratterizzata da un rendimento molto esiguo soprattutto se confrontato con altre tipologie di titoli di Stato italiani che prevedono una durata più considerevole nel tempo.

Un altro “contro” di questi titoli di stato sono i costi maggiori da sostenere per investimenti sul lungo periodo, a causa dei continui rinnovi a scadenza.

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Alessandro Del Saggio
Smart Investor
Investitore, Trader indipendente, formatore e ricercatore grafico dal 2014.
Da sempre appassionato di investimenti e business, credo fortemente nella crescita personale e nel dare sempre il meglio di sè.
In questi anni ho investito in oltre 23 settori differenti e 6 nazioni.

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