Con Fintech, tecnofinanza o tecnologia finanziaria, si intende fornire servizi finanziari come bonifici, pagamenti e qualsiasi servizio di banking e finanziario, attraverso la tecnologia e l’ICT, Internet Communication Technology.
È un tema collegato al digital banking, ovvero erogare servizi bancari attraverso Internet, che consente agli utenti finali di ottenere servizi finanziari in maniera più semplice e veloce rispetto a quanto accadeva in precedenza, con costi quindi molto più contenuti, notevoli vantaggi e offerte economiche.
Il futuro dei servizi finanziari in Italia sarà sempre più influenzato dal Fintech e i suoi innovativi strumenti.
Le innovazioni che stanno interessando il settore finanziario stanno cambiando le scelte di molti consumatori italiani, che oggi si mostrano abbastanza aperti nei confronti di un nuovo modo di usufruire dei servizi finanziari, più rapido, efficiente e flessibile.
Ad accelerare i processi di digitalizzazione, agevolando di conseguenza l’ascesa del Fintech in Italia, è stata proprio l’emergenza Covid-19 che ne ha ampliato e moltiplicato le opportunità di crescita.
Secondo il rapporto di EY e Fintech District il 17 settembre 2020, durante il Covid-19 il Fintech in Italia ha “mostrato importanti segnali di resilienza, anche da un punto di vista di accesso a nuove fonti di finanziamento. In particolare, le principali attività di fundraising nell’arco dei primi 8 mesi del 2020 hanno raggiunto la cifra di 90 milioni di euro.”
I dati della ricerca mostrano dunque uno scenario molto positivo, sebbene ancora una larga fetta di consumatori, il 55%, preferisca rivolgersi in primis agli operatori tradizionali, come le banche e gli istituti di credito.
Il quadro normativo a supporto del Fintech
Le novità introdotte dalla rivoluzione dei servizi finanziari targata Fintech e Open Finance rappresentano una svolta epocale per gli utilizzatori dei servizi di pagamento. Ma in questo quadro dipinto di innovazione e tecnologie, qual è la cornice normativa a cui far riferimento?
In primis c’è il PSD2, Payment Services Directive 2, la direttiva sui servizi di pagamento, pubblicata in Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea il 25 novembre 2015 e resa attuativa, dopo un lungo periodo di recepimento da parte degli Stati membri, il 14 settembre 2019.
L’obiettivo è quello di contribuire alla diffusione dei pagamenti elettronici lavorando su tre leve fondamentali:
- un mercato dei pagamenti europeo più integrato ed efficiente;
- condizioni di parità per i fornitori di servizi di pagamento;
- sicurezza delle transazioni e tutela dei consumatori.
Oltre alle dichiarazioni ufficiali, però, si legge tra le righe la volontà di regolamentare gli attori che già negli ultimi anni hanno cominciato a offrire servizi di pagamento online basati su conto corrente, creare un mercato più libero e competitivo e provare a scardinare un mercato statico e poco propenso all’introduzione di nuovi modelli di business.
La principale novità introdotta dalla nuova normativa europea sui servizi di pagamento è dunque legata al fenomeno dell’Open Banking e delle Open API.
Più specificatamente, dal 14 settembre 2020 le banche sono obbligate a condividere tramite API, Application Programming Interface, alcune informazioni su conti e dare la possibilità di disporre pagamenti dei propri correntisti con terze parti.
Fondamentale anche l’apporto del GDPR che dispone in materia di protezione dei dati personali.
Sono state introdotte anche nuove regole per l’autenticazione forte del consumatore al momento del pagamento o Strong Customer Authentication, SCA. La SCA prevede che gli istituti finanziari verifichino almeno due di tre fattori dei propri clienti:
- qualcosa che solo il cliente sa (password, PIN, etc.)
- qualcosa che solo il cliente ha (smartphone, token bancario, etc.)
- qualcosa che solo il cliente è (riconoscimento facciale, impronta digitale, etc.)
Cosa sono le startup del Fintech e in che settori operano
La rivoluzione digitale ha aperto la porta del mondo dei servizi finanziari a moltissime nuove aziende innovative che hanno sfruttato la tecnologia per inserirsi in un mercato tradizionalmente difficile da penetrare.
Il vantaggio delle startup rispetto alle società già esistenti è spesso rappresentato dalla velocità e dell’agilità con cui riescono a proporre l’innovazione.
Questa dinamica ha riguardato tutti i segmenti dell’industria finanziaria, dalla cessione del credito, ai prestiti, alle valute fino ad arrivare alla gestione del risparmio.
I primi a essere stati rivoluzionati sono stati quelli nei quali il fattore tecnologico era incentrato sui pagamenti e i trasferimenti di denaro.
In una fase più avanzata, tuttavia, anche i servizi con maggiore incidenza della componente umana rispetto a quella tecnologica, come il segmento bancario o quello degli investimenti, hanno cominciato un processo di evoluzione del proprio modello.
Nel 2020 nel Fintech in Italia si contavano ben 345 startup, secondo lo studio citato precedentemente EY e Fintech District. Una crescita marcata, se si considera che nel 2011 il numero era di sole 11 startup.
Delle 345, 169 riguardano la sola Lombardia, la regione più attiva in questo senso, su cui occorre evidenziare un’ulteriore suddivisione:
- 71 appartengono al crowdfunding;
- 35 si occupano di data analytics, machine learning e intelligenza artificiale;
- 34 sono startup che forniscono pagamenti smart;
- 30 si occupano di lending.
Fintech e i risparmiatori
Si può considerare il Fintech come un processo di evoluzione tecnologica orientato al miglioramento del servizio per l’utente finale.
La spinta a offrire servizi sempre migliori è infatti una vera e propria necessità per le aziende, perché nell’offerta di servizi si trova lo spazio di mercato nel quale inserirsi e quindi le prospettive di ritorno per giustificare ingenti investimenti in tecnologia.
Spesso si sente dire che l’innovazione tecnologica rappresenta un pericolo, perché usufruire dei servizi finanziari attraverso la rete diminuirebbe garanzie e sicurezza.
Tale preoccupazione non ha, tuttavia, alcun fondamento.
Le aziende serie che operano nel settore Fintech devono sottostare alle stesse regolamentazioni degli istituti tradizionali e sono vigilate dalle stesse autorità di garanzia, come per esempio Consob e la Banca d’Italia.
In definitiva, il Fintech non deve essere visto come un segmento alieno e alternativo all’industria finanziaria tradizionale, si tratta invece dell’evoluzione di quest’ultima, una risposta alle rinnovate necessità dei risparmiatori che spesso hanno anche necessità di consigli più liberi e indipendenti.
Robo-advisory: la rivoluzione nel mondo degli investimenti
La declinazione Fintech della gestione del risparmio è comunemente definita robo-advisory.
Sotto questa etichetta si identificano aziende con varie caratteristiche accomunate dal fatto di utilizzare la tecnologia per migliorare il servizio di gestione del risparmio offerto alle persone e alle famiglie.
Esistono vari livelli di automazione, ma in generale la tecnologia aiuta a migliorare i processi di investimento e la distribuzione dei prodotti: il risultato è quello di un’offerta più personalizzata, più trasparente e più efficiente.
Open Banking, Open Finance e competizione finanziaria
I servizi finanziari si stanno evolvendo e la nuova regolamentazione introduce un nuovo modo di fare banca.
Le banche sono ora costrette ad aprire i propri dati e a metterli a disposizione di terzi. Stanno emergendo nuove startup e gli attori tradizionali stanno diventando innovativi.
L’open banking è oggi il nuovo paradigma secondo il quale le operazioni di informazione e finanza devono essere liberamente fruibili dai clienti senza limitazioni di riservatezza imposte dagli istituti.
Un paradigma che cambia la logica competitiva tra banche, e istituzioni finanziarie, ma che riguarda tutti noi, nel modo di risparmiare, ipotecare, fare prestiti, e spendere i nostri soldi nella vita di tutti i giorni.
Con Open Finance, invece, si intende l’innovazione aperta applicata al settore finanziario e assicurativo, che mira a cogliere tutte le opportunità di business derivanti dall’utilizzo di risorse esterne all’azienda.
È un concetto olistico, che parte dall’idea di Open banking, e da questo si evolve per abbracciare e includere attori tradizionali anche minori.
La tecnologia digitale svolgerà un ruolo importante nel futuro del settore bancario, finanziario e assicurativo. Ciò consentirà alle aziende di risparmiare denaro e fornire servizi migliori ai clienti.
Fintech e Blockchain
La blockchain è un’importante innovazione nel settore fintech.
Molte banche e altre società utilizzano questa tecnologia e anche in Italia si stanno sviluppando molti progetti in questo campo.
L’organizzazione di servizi finanziari che opera su blockchain, senza una centralizzazione e senza una gerarchia come capita nei sistemi finanziari tradizionali, è definita DeFi, ovvero Decentralized Finance.
Oltre alla blockchain c’è da considerare anche l’analisi dei big data e l’intelligenza artificiale, strumenti importanti per le istituzioni finanziarie.
Queste tecniche consentono loro di comprendere meglio le esigenze dei clienti e migliorare i propri prodotti e servizi, infatti, l’intelligenza artificiale è la branca delle scienze informatiche che studia lo sviluppo di programmi per computer che imitano l’intelligenza umana.
Questi programmi sono progettati per imparare e adattarsi a nuove situazioni. Sono usati per prendere decisioni che gli umani avevano precedentemente preso, o avrebbero potuto prendere.
Nel campo Fintech, questa tecnologia viene utilizzata per migliorare i servizi finanziari. Nel settore assicurativo, viene utilizzata per creare prodotti assicurativi migliori.
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