Che cos’è il Golden Circle

Il Gold­en Cir­cle è un con­cet­to, un mod­el­lo, con­cepi­to dal­lo scrit­tore e con­sulente Simon Sinek.

Sinek notò che tut­ti i più gran­di brand diven­tati iconi­ci negli ulti­mi decen­ni seguiv­ano uno schema ben pre­ciso nel­la comu­ni­cazione e non solo. Come ripor­ta il tito­lo di uno dei suoi lib­ri, la chi­ave alla base di tan­to suc­ces­so è una sola, che si trat­ti di busi­ness o di miglio­rare per­sonal­mente, ovvero “Par­tire dal per­ché”.

Che cos’è il Golden Circle

Si trat­ta di una teo­ria che ha ormai qua­si quindi­ci anni, ma res­ta sem­pre estrema­mente attuale, per­ché è un meto­do infal­li­bile nel­la sua appar­ente sem­plic­ità, appli­ca­to da tutte le men­ti più illu­mi­nate del­la sto­ria: inven­tori, pen­satori, politi­ci e mar­keter di suc­ces­so.

Sem­br­erebbe che tut­ti agis­cano sec­on­do la teo­ria del Gold­en Cir­cle.

Simon Sinek l’ha pre­sen­ta­to per la pri­ma vol­ta durante uno dei suoi Ted Talk nel 2009 e, da allo­ra, ques­ta teo­ria con­tin­ua a essere stu­di­a­ta in tut­ti i cor­si di mar­ket­ing per la sua idea cen­trale, che è tan­to sem­plice quan­to asso­lu­ta­mente inno­v­a­ti­va.

Come ren­dere la pro­pria attiv­ità, il pro­prio prog­et­to, il pro­prio prodot­to, qual­cosa di suc­ces­so? Qual­cosa che pos­sa dis­tinguer­si dal­la mas­sa e dai com­peti­tor, facen­dosi ricor­dare? Com’è pos­si­bile trovare, in prat­i­ca, la pro­pria Val­ue Propo­si­tion, Unique Sell­ing Propo­si­tion of Brand Pur­pose?

Sec­on­do Sinek l’unico modo è por­si delle domande, con­cate­nate tra loro, di cui però una sola rispos­ta è quel­la davvero cen­trale. Ma è anche, para­dos­salmente, quel­la che la mag­gior parte delle imp­rese non si pone mai.

Le domande sono sem­pli­ci, ruotano intorno a tre ter­mi­ni: bisogna com­pren­dere il cosa, il come e il per­ché. Ma non in quest’ordine.

Le aziende, infat­ti, spes­so cadono in errore pen­san­do che sia essen­ziale com­pren­dere e comu­ni­care pri­ma cosa sono, cosa pro­ducono o che servizio offrono, e solo suc­ces­si­va­mente come lo fan­no o come il loro modo di fare ciò che fan­no sia dif­fer­ente dai con­cor­ren­ti.

Non si inter­rogano mai, però, sul per­ché si fa ciò che si fa, si pro­duce ciò che si pro­duce, si offre sul mer­ca­to ciò che si sta offren­do.

E questo è lo sbaglio più grande, bisogna pro­prio par­tire dal per­ché: è la rispos­ta al “per­ché?” che porterà a definire il cosa e il come, non il con­trario; un cosa e un come sen­za un per­ché, sono privi di sen­so, sono il ris­chio di un fal­li­men­to qua­si cer­to.

E questo si può appli­care anche alla pro­pria cresci­ta per­son­ale e pro­fes­sion­ale. Spes­so è pro­prio quan­do non si ha chiaro il “per­ché” del­la pro­pria azien­da e/o del pro­prio ruo­lo, che si decide di cam­biare lavoro. Non impor­ta quan­to cosa e come siano chiari e defin­i­ti.

Come funziona il Golden Circle

Sec­on­do Sinek persi­no i fratel­li Wright o Mar­tin Luther King si sono basati, incon­sapevol­mente, sul Gold­en Cir­cle per ottenere la gius­ta fama che ha segui­to le loro ges­ta, così come, rima­nen­do nell’ambito del mar­ket­ing, Steve Jobs.

Per capire come fun­ziona il Gold­en Cir­cle bas­ta avere a dis­po­sizione un foglio o una lavagna: dis­eg­nate tre cer­chi con­cen­tri­ci, via via più gran­di da quel­lo cen­trale a quel­lo più ester­no.

Pren­di­amo come esem­pio un’azienda che voglia creare e lan­cia­re sul mer­ca­to una nuo­va appli­cazione.

Cosa

Il “cosa” è l’App stes­sa, l’insieme delle logiche, del­la grafi­ca, delle com­po­nen­ti che la ren­dono ciò che è. Sono aspet­ti impor­tan­ti per­ché il fat­to che sia com’è, la rende facile e diver­tente da usare, con­ve­niente da scari­care, bel­la da vedere. Il cosa è local­iz­za­to nel cer­chio più ester­no del Gold­en Cir­cle.

Come

Il “come” è la cifra dis­tin­ti­va dell’azienda che l’ha svilup­pa­ta e dell’App stes­sa: il fat­to che sia pecu­liare, che fac­cia vivere un’esperienza utente inno­v­a­ti­va, che per­me­t­ta di fare qual­cosa di utile e inter­es­sante. Il come è il sec­on­do anel­lo, quel­lo inter­me­dio, del Gold­en Cir­cle.

Perché

Il cen­tro del Gold­en Cir­cle è il vero cuore del ragion­a­men­to, il “per­ché”. La famiger­a­ta rea­son why: creo una nuo­va App per­ché voglio miglio­rare la vita delle per­sone in uno speci­fi­co ambito del­la loro vita quo­tid­i­ana, per­ché non è mai sta­to fat­to qual­cosa di sim­i­le, per­ché è nec­es­sario inno­vare quell’aspetto speci­fi­co. La mia orga­niz­zazione esiste pro­prio per perseguire questo obi­et­ti­vo, e lo fa attra­ver­so la nuo­va App, cosa, che ha dei pun­ti di forza davvero fres­chi e delle dinamiche inno­v­a­tive, come.

Il “perché” come strategia di marketing

Rileggen­do l’esempio prece­dente, quin­di, emerge bene come, in realtà, l’esercizio andrebbe fat­to all’inverso.

Per creare qual­cosa di val­ore per l’utente, bisognerebbe par­tire dal cen­tro del Gold­en Cir­cle, dal per­ché lo si fa, e da lì definire poi il come, cioè l’insieme di ele­men­ti e logiche uniche che per­me­t­tono di perseguire quell’obiettivo, e infine il cosa, il mez­zo o l’oggetto o il servizio che veico­la quel per­ché.

Il per­ché non deve essere qual­cosa di con­cre­to, il per­ché non può e non deve essere il fat­tura­to o la gener­i­ca cresci­ta del busi­ness. Il per­ché è la mis­sione che l’azienda si è data, il moti­vo per cui essa esiste.

Il come è ciò che la rende spe­ciale e diver­sa dai com­peti­tor.

Il cosa è, molto banal­mente, l’insieme di prodot­to o servizi che essa vende.

Sec­on­do Sinek, però, questo cir­co­lo vir­tu­oso non è dif­fu­so come dovrebbe: la mag­gior parte delle aziende conosce solo il pro­prio What, una minore parte conosce anche il pro­prio How, e solo una minus­co­la parte ha ben chiaro il pro­prio Why.

Il Gold­en Cir­cle, quin­di, può diventare una strate­gia di mar­ket­ing estrema­mente effi­cace per­ché è la doman­da cen­trale di tut­to il busi­ness. Se si riesce a rispon­dere con sin­cer­ità e con­cretez­za a quel Why, sig­nifi­ca che si ha uno scopo ben pre­ciso e, di con­seguen­za, si potrà andare sul mer­ca­to con un prodot­to dis­tin­ti­vo, effi­cace e utile.

Tut­to parte, come sem­pre, dall’osservazione dell’utente, dal­la scelta del pro­prio con­suma­tore finale. I cli­en­ti, infat­ti, non scel­go­no un ogget­to per ciò che esso è, cosa, e spes­so nem­meno per le sue carat­ter­is­tiche dis­tin­tive, come: lo scel­go­no per ciò che esso rap­p­re­sen­ta, per come li fa sen­tire, per l’esperienza, lo sta­tus, l’universo che riesce a creare per loro.

Com­pra­no un’idea, una prospet­ti­va in cui iden­ti­fi­car­si, una visione del mon­do. Un per­ché.

Esempio di applicazione del Golden Circle

Uno degli esem­pi più famosi, fat­to da Simon Sinek stes­so per spie­gare una delle più cor­rette appli­cazioni del­la teo­ria del Gold­en Cir­cle, è quel­lo di Apple.

Sen­za dub­bio uno dei marchi più amati, iconi­ci e riconosci­bili a liv­el­lo glob­ale, guida­to per anni da una delle men­ti più vision­ar­ie del mar­ket­ing,

Apple ha saputo inven­tar­si e rein­ven­tar­si man­te­nen­do sem­pre al cen­tro il pro­prio per­ché.

Apple è da sem­pre rius­ci­ta a coni­u­gare un cosa impec­ca­bile dal pun­to di vista esteti­co, in un’epoca in cui com­put­er e dis­pos­i­tivi tec­no­logi­ci era­no ingom­bran­ti e poco attraen­ti, e un come tec­no­logi­ca­mente avan­za­to.

Ma non solo, Apple è sem­pre rius­ci­ta a vendere un sog­no, una visione, un modo di vivere, uno sta­tus, sociale ed emo­ti­vo.

Tan­to da gener­are persi­no una sor­ta di dia­tri­ba tra gli aman­ti del mon­do PC/Microsoft e gli appas­sion­ati del sis­tema MAC/Apple sul­lo stile e la tec­nolo­gia, che va avan­ti anco­ra oggi, da decen­ni.

Apple non dice solo: “Noi pro­du­ci­amo ogget­ti tec­no­logi­ci bel­li e fun­zion­ali” (cosa).

Sarebbe una val­ue propo­si­tion piut­tosto debole, che qual­si­asi soci­età di tech potrebbe repli­care iden­ti­ca. Non è dif­feren­ziante né emozionale o d’ispi­razione.

No, Apple ha sem­pre affer­ma­to: “Noi pen­si­amo diver­sa­mente. Noi inven­ti­amo ciò che non c’è, per le per­sone che pen­sano diver­sa­mente come noi, per chi ama inno­vare, per chi è diver­so, spe­ciale e non si accon­tenta di ciò che esiste già (per­ché). E lo fac­ciamo cre­an­do un ambi­ente chiu­so, eli­tario, per­fet­to, dove tro­verai ogget­ti tec­no­logi­ci bel­li e fun­zion­ali, con un design, una prog­et­tazione e un fun­zion­a­men­to dif­fer­en­ti dai con­cor­ren­ti (come). Dove tro­verai i nos­tri com­put­er (cosa).

La gente non com­pra ciò che fate; com­pra il moti­vo per cui lo fate. E ciò che fate serve sem­plice­mente come pro­va di ciò in cui cre­dete” spie­ga Sinek.

Aggiun­gen­do anche come deb­ba com­por­tar­si un leader: si può essere d’ispirazione per gli altri solo aven­do ben chiaro il per­ché si fa ciò che si fa, il pro­prio scopo in un dis­eg­no più ampio del mero fare fat­tura­to.

E il per­ché va, quin­di, sem­pre comu­ni­ca­to pri­ma del come e del cosa: sia ai pro­pri dipen­den­ti, per moti­var­li, sia al cliente finale, per far­lo entrare davvero nell’universo di val­ore dell’azienda.

Non bisogna dimen­ti­care, infat­ti, che al net­to del­la sua utile appli­cazione nel mon­do del mar­ket­ing, il Gold­en Cir­cle teoriz­za­to da Sinek era sta­to pre­sen­ta­to pro­prio come un modo per avere una lead­er­ship più effi­cace, un modo per ispi­rare gli altri e gener­are una rispos­ta pos­i­ti­va e atti­va. Qual­ità indis­pens­abile per chi vuole avviare una pro­pria attiv­ità impren­di­to­ri­ale.

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Smart Investor

Alessandro Del Saggio

Investitore, Imprenditore e formatore dal 2014.
Da sempre appassionato di investimenti e business, credo fortemente nella crescita personale e nel dare sempre il meglio di sè.

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