Che cos’è la finanza comportamentale

Con finan­za com­por­ta­men­tale si fa rifer­i­men­to a quegli stu­di che anal­iz­zano i mod­el­li com­por­ta­men­tali nei mer­cati finanziari.

Il proces­so deci­sion­ale razionale nel cam­po dell’economia e dei mer­cati è carat­ter­iz­za­to da una serie di anom­alie.

Anche in pre­sen­za di un’informazione com­ple­ta ed effi­ciente, le scelte in mate­ria finanziaria sono spes­so det­tate da con­dizion­a­men­ti, percezioni e con­vinzioni che non han­no una base razionale.

L’ingresso del­la psi­colo­gia nel­la scien­za eco­nom­i­ca ha mes­so in dis­cus­sione la teo­ria dei mer­cati effi­ci­en­ti. Sec­on­do ques­ta, le infor­mazioni offerte dal mer­ca­to dareb­bero all’uomo tut­ti gli stru­men­ti per pren­dere delle deci­sioni razion­ali.

L’esperienza dei mer­cati las­cia, però, emerg­ere la pre­sen­za di alcune anom­alie, che han­no por­ta­to a even­ti impreved­i­bili e irrazion­ali che non pos­sono essere spie­gati sul­la base del­la teo­ria dei mer­cati effi­ci­en­ti.

È per ques­ta ragione che stu­diosi ed econ­o­misti sono andati a cer­care i tas­sel­li man­can­ti nel­la finan­za com­por­ta­men­tale.

Cosa studia la finanza comportamentale

La finan­za com­por­ta­men­tale si con­cen­tra in par­ti­co­lare su 3 aree di stu­dio.

Euristica

Le euris­tiche sono delle regole com­por­ta­men­tali approssi­ma­tive.

Pos­si­amo immag­i­narle come delle scor­ci­a­toie che aiu­tano le per­sone a pren­dere delle deci­sioni.

Piut­tosto che val­utare una scelta in modo razionale, gli indi­vidui si affi­dano a dei pregiudizi cog­ni­tivi che spes­so si fon­dano sulle espe­rien­ze pas­sate.

Per esem­pio, i risparmi­a­tori pos­sono essere indot­ti a uscire rap­i­da­mente da un inves­ti­men­to per l’avversione alla perdi­ta. Oppure a credere di avere il pieno con­trol­lo di un inves­ti­men­to, men­tre invece si mantiene lo sta­tus quo per­ché non si ha la capac­ità di gestire una diver­sa strate­gia.

Inquadramento

Anche l’inquadramento gio­ca un ruo­lo chi­ave nelle deci­sioni finanziarie.

Il modo in cui una deter­mi­na­ta situ­azione viene pre­sen­ta­ta al decisore può influen­zare forte­mente la sua scelta finale.

Anche ascoltare le notizie finanziarie, e soprat­tut­to il modo in cui ven­gono pre­sen­tate, può ori­entare l’inquadramento.

L’ancoraggio finanziario è un esem­pio elo­quente di come fun­ziona l’inquadramento.

L’ancoraggio è il proces­so men­tale che ci spinge ad asseg­nare un val­ore a un prob­le­ma igno­to, di soli­to sul­la base di un dato che viene offer­to in parten­za e che viene usato come rifer­i­men­to. Anche se assur­do.

Per esem­pio, ci viene det­to che il 30% degli investi­tori ha val­u­ta­to pos­i­ti­va­mente un prodot­to finanziario. Questo dato ci por­ta a con­sid­er­are in modo pos­i­ti­vo quel prodot­to finanziario. Anche se il 70% degli investi­tori non con­siglierebbe quel prodot­to.

Inefficienze di mercato

Abbi­amo già accen­na­to al fat­to che la mag­gior parte delle deci­sioni finanziarie non ven­gono adot­tate sul­la base di val­u­tazioni razion­ali.

Queste deci­sioni por­tano spes­so ad anom­alie di mer­ca­to tal­mente macro­scopiche da non pot­er essere igno­rate e che trovano una spie­gazione se osser­vate dal­la prospet­ti­va del­la finan­za com­por­ta­men­tale.

Queste anom­alie non sono legate solo a dei pregiudizi cog­ni­tivi indi­vid­u­ali, che finireb­bero per annullar­si l’un l’altro.

Si trat­ta piut­tosto di effet­ti che si pro­ducono a causa di una con­t­a­m­i­nazione sociale, che spinge un grande numero di investi­tori ad agire sul­la base del­la pau­ra o dell’avidità.

A causa di queste anom­alie, il com­por­ta­men­to del mer­ca­to diven­ta irrazionale e inef­fi­ciente.

I 5 fattori chiave

Per quan­to sia com­p­lessa la finan­za com­por­ta­men­tale, è pos­si­bile sin­te­tiz­zare in 5 pun­ti i fat­tori chi­ave che influen­zano le scelte delle per­sone nel set­tore dell’economia e del­la finan­za.

1) Emozioni

Se le scelte degli investi­tori sono spes­so non ricon­ducibili alla ragione, è per­ché sono le emozioni a pren­dere il sopravven­to.

Piut­tosto che pon­der­are la scelta sul­la base di dati e bilan­ci, i risparmi­a­tori sono mossi dalle pau­re, dall’avidità, dall’insicurezza, dall’orgoglio o da una qual­si­asi altra emozione.

Queste emozioni pos­sono sca­turire da diver­si fat­tori, come ad esem­pio delle espe­rien­ze pas­sate oppure da notizie eco­nomiche.

2) Influenza

Abbi­amo già accen­na­to alle euris­tiche, all’inquadramento o all’ancoraggio. Da queste pos­sono sca­turire regole di com­por­ta­men­to, con­vinzioni e rif­les­sioni.

Vedere la mag­gior parte degli investi­tori che fan­no una scelta può essere deter­mi­nante per decidere il futuro di un inves­ti­men­to. Ed è in questo caso che entra in gio­co l’effetto gregge.

3) Errori cognitivi

Anche la razion­al­ità può indurre in errore il decisore.

A volte, quest’ul­ti­mo va incon­tro a errori cog­ni­tivi per ecces­si­vo ottimis­mo. O anche per la fer­ma con­vinzione di avere la situ­azione sot­to con­trol­lo.

È per effet­to di questi errori cog­ni­tivi che si mantiene lo sta­tus quo oppure al con­trario si cor­rono dei rischi trop­po gran­di.

4) Inefficienze di mercato

I mer­cati pos­sono assumere un com­por­ta­men­to irrazionale e inef­fi­ciente quan­do la mag­gior parte degli oper­a­tori com­pi­ono delle scelte det­tate dall’emotività, da una val­u­tazione dei prezzi che si riv­ela sbagli­a­ta oppure da anom­alie sul ritorno degli inves­ti­men­ti.

Alla base di queste anom­alie ci sono delle irre­go­lar­ità nei com­por­ta­men­ti del­la comu­nità di oper­a­tori eco­nomi­ci che sono attivi sul mer­ca­to.

5) Perdite e guadagni

Ci si può chiedere: la spin­ta più forte che muove gli investi­tori è l’avversione alla perdi­ta oppure la pos­si­bil­ità di con­seguire un guadag­no?

Sec­on­do gli stu­di di finan­za com­por­ta­men­tale l’avversione alla perdi­ta è una leva 2,5 volte più forte rispet­to alla prospet­ti­va di un guadag­no di pari entità.

Ma non è tut­to. Aver già subito una perdi­ta eco­nom­i­ca potrebbe indurre l’investitore a rischiare di più per recu­per­are il denaro.

Questo è un atteggia­men­to tipi­co dei gio­ca­tori d’azzardo. Spes­so per col­mare una perdi­ta van­no incon­tro a rischi molto gran­di e perdite più ingen­ti.

Modelli teorici della finanza comportamentale

La finan­za com­por­ta­men­tale è una dis­ci­plina com­p­lessa e ric­ca di sfac­cettature. Infat­ti, è sta­ta appro­fon­di­ta attra­ver­so numerosi stu­di e ricerche.

Per capire meglio come fun­zio­nano i mod­el­li teori­ci che sono alla base del­la finan­za com­por­ta­men­tale, vedi­amo alcu­ni esem­pi prati­ci.

Attribution bias

L’attri­bu­tion bias è uno dei bias cog­ni­tivi che ori­en­tano le scelte dei risparmi­a­tori e si basa sul­la dis­tor­sione inter­pre­ta­ti­va di alcune infor­mazioni.

I dati in pos­ses­so del risparmi­a­tore non ven­gono val­u­tati in modo obi­et­ti­vo, ma sul­la base di alcune con­vinzioni e pregiudizi.

Se, ad esem­pio, il prez­zo di alcu­ni titoli scende, l’investitore tende a inter­pretare questo dato sul­la base del suo pregiudizio. Piut­tosto che attribuire il calo alla qual­ità dei titoli, potrebbe, ad esem­pio, dare la col­pa a un ciclo eco­nom­i­co neg­a­ti­vo.

Illusione del controllo

L’illusione del con­trol­lo è un mod­el­lo com­por­ta­men­tale.

Questo spinge l’investitore ad affrontare un ris­chio molto alto, per­ché si attribuisce la capac­ità di con­durre l’investimento con suc­ces­so.

L’investitore è con­vin­to di avere il pieno con­trol­lo del suo inves­ti­men­to, con­fi­dan­do pien­amente nel­la sua espe­rien­za e nel­la sicurez­za delle pro­prie deci­sioni.

Ancoraggio

Per effet­to dell’ancoraggio, l’investitore riconosce a un deter­mi­na­to fat­tore un peso mag­giore rispet­to a quel­lo delle altre infor­mazioni in suo pos­ses­so. Sen­za che ques­ta val­u­tazione abbia un fon­da­men­to di tipo razionale.

La per­sona res­ta, ad esem­pio, anco­ra­ta a una deter­mi­na­ta soglia di risparmio per effet­to di tale con­dizion­a­men­to. Nonos­tante potrebbe accan­tonare anche una som­ma mag­giore.

Valore atteso

Alcu­ni mod­el­li com­por­ta­men­tali pos­sono indurre l’investitore ad attribuire al suo inves­ti­men­to un deter­mi­na­to obi­et­ti­vo. Questo però si fonderebbe solo sulle sue aspet­ta­tive e non su una val­u­tazione di tipo razionale.

In questo modo l’investitore non è più in gra­do di val­utare con obi­et­tiv­ità i risul­tati del suo inves­ti­men­to.

Teoria dei prospetti

L’investitore è indot­to a val­utare la con­ve­nien­za di un inves­ti­men­to in base a come sono prospet­tati i suoi risul­tati eco­nomi­ci.

L’atteggiamento ver­so l’investimento, quin­di, cam­bia solo per il modo in cui questo viene pre­sen­ta­to ed è invece sle­ga­to da val­u­tazioni razion­ali e obi­et­tive.

La finanza comportamentale è una branca dell’economia?

La finan­za com­por­ta­men­tale non è esente da critiche.

Infat­ti fin dal­la sua orig­ine è sta­ta osteggia­ta da alcu­ni econ­o­misti e sosten­i­tori del­la teo­ria dell’efficienza di mer­ca­to.

Sec­on­do i crit­i­ci del­la finan­za com­por­ta­men­tale, non si trat­terebbe di una bran­ca dell’economia. Piut­tosto di una serie di teorie che stu­di­ano delle anom­alie.

Queste anom­alie, tra l’altro, assumereb­bero un peso trascur­abile, per­ché la mag­gior parte degli oper­a­tori eco­nomi­ci pro­fes­sion­ali agirebbe sul­la base di cri­teri razion­ali e non sul­la base dell’emotività.

Gli oppos­i­tori del­la finan­za com­por­ta­men­tale cre­dono che ognuna di queste anom­alie com­por­ta­men­tali abbia in realtà un fon­da­men­to dovu­to alla microstrut­tura dei mer­cati.

Non è nos­tro com­pi­to sta­bilire se queste critiche abbiano o meno un fon­da­men­to. Di cer­to conoscere i mod­el­li stu­diati dal­la finan­za com­por­ta­men­tale offre agli investi­tori degli stru­men­ti in più per fare delle scelte ben pon­der­ate.

Com­piere delle scelte finanziarie non è mai facile e scon­ta­to. Soprat­tut­to quan­do entra­no in gio­co dei con­dizion­a­men­ti che sfug­gono al nos­tro con­trol­lo.

Avere, però, un’idea e conoscere questi aspet­ti irrazion­ali ed emo­tivi è come avere uno stru­men­to in più nel­la nos­tra cas­set­ta degli attrezzi.

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