Che cos’è l’inflazione: significato e cause

L’inflazione, in econo­mia, indi­ca l’au­men­to gen­er­al­iz­za­to e pro­l­un­ga­to dei prezzi che por­ta alla dimin­uzione del potere d’acquisto del­la mon­e­ta e quin­di del val­ore reale di tutte le grandezze mon­e­tarie.

È un indi­ca­tore fon­da­men­tale per­ché il liv­el­lo dei prezzi con­diziona il potere di acquis­to delle famiglie, l’andamento gen­erale dell’economia, e l’orientamento delle politiche mon­e­tarie delle banche cen­trali.

Un errore che spes­so viene commes­so dai meno esper­ti, quan­do si par­la di inflazione, è che si trat­ti di un fenom­e­no con un’accezione esclu­si­va­mente neg­a­ti­va. Alcu­ni econ­o­misti, invece, sosten­gono che un’inflazione, se con­trol­la­ta, pos­sa avere dei ris­volti pos­i­tivi, in par­ti­co­lare quan­do si vivono delle fasi di stag­nazione eco­nom­i­ca.

Tipi di inflazione

Esistono diver­si tipi di inflazione:

  • l’inflazione cres­cente, quan­do si han­no dei val­ori al di sopra degli stan­dard imposti dal­la BCE, ma non anco­ra pre­oc­cu­pan­ti;
  • l’inflazione galop­pante, che invece si pre­sen­ta quan­do il tas­so è nel range tra il 10% e il 20%. In questo caso la val­u­ta si sva­l­u­ta trop­po velo­ce­mente e può creare con­seguen­ze molto neg­a­tive;
  • l’iper­in­flazione, che è in un range supe­ri­ore del 50%. In questo caso le per­sone non han­no più fidu­cia nel­la loro mon­e­ta legale e ripon­gono le loro sper­anze in beni defin­i­ti di rifu­gio, come nel caso dell’oro. Tut­to questo provo­ca una riduzione del­lo scam­bio delle mer­ci e le isti­tuzioni finanziarie rischi­ano il fal­li­men­to.

Come si calcola l’inflazione

Per cal­co­lare l’inflazione è nec­es­sario costru­ire un indice dei prezzi al con­sumo.

Nel­la mag­gior parte dei Pae­si, la mis­urazione di questo indice viene affi­da­ta all’Isti­tu­to nazionale di sta­tis­ti­ca. In Italia se ne occu­pa dunque l’ISTAT che, sul­la base dei prezzi di un insieme, denom­i­na­to paniere, di beni e servizi, rap­p­re­sen­ta­ti­vo dei con­su­mi delle famiglie, cal­co­la il suo indice dei prezzi al con­sumo.

Nel paniere dei prezzi al con­sumo dell’ISTAT sono pre­sen­ti, per esem­pio, con diver­si pesi rel­a­tivi, i prezzi dei prodot­ti di abbiglia­men­to e delle calza­ture, dei prodot­ti ali­men­ta­ri, dei servizi san­i­tari, dei trasporti, dell’elettricità, dell’acqua e così via.

Gli indi­ci dei prezzi usati sono due:

  • l’IPC, Indice dei Prezzi al Con­sumo, che misura i cam­bi­a­men­ti dei prezzi dei beni di con­sumo e servizio, come cibo e ben­z­i­na;
  • l’IPP, Indice dei Prezzi alla Pro­duzione, che misura la vari­azione media dei prezzi pagati dalle soci­età per le materie prime uti­liz­zate per pro­durre i beni.

Gli indici dei prezzi al consumo dell’ISTAT

L’ISTAT in Italia pub­bli­ca 3 diverse ver­sioni di inflazione:

  1. il NIC, l’indice dei prezzi al con­sumo Nazionale per l’Intera Col­let­tiv­ità, che misura la vari­azione nel tem­po dei prezzi di beni e servizi acquis­ta­ti sul mer­ca­to per i con­su­mi finali indi­vid­u­ali;
  2. il FOI, l’indice dei prezzi al con­sumo per le Famiglie di Operai e Imp­ie­gati. Cal­co­la la vari­azione nel tem­po dei prezzi al det­taglio, dei beni e servizi cor­rente­mente acquis­ta­ti dalle famiglie di lavo­ra­tori dipen­den­ti;
  3. l’IPCA, l’Indice armo­niz­za­to dei prezzi al con­sumo. In inglese l’acronimo è HICP, ossia Har­monised Index of Con­sumer Prices ed è svilup­pa­to per assi­cu­rare una misura dell’inflazione com­pa­ra­bile a liv­el­lo europeo. A dif­feren­za degli indi­ci NIC e FOI, l’indice IPCA si riferisce al prez­zo effet­ti­va­mente paga­to dal con­suma­tore ed esclude alcune voci pre­sen­ti nel paniere degli altri due indi­ci tenen­do con­to anche delle riduzioni tem­po­ra­nee di prez­zo.

Tassi di interesse e politica monetaria

È impor­tante evi­den­ziare che l’indice armo­niz­za­to europeo IPCA, o HICP, è di grande ril­e­van­za per­ché viene uti­liz­za­to come indi­ca­tore di ver­i­fi­ca del­la con­ver­gen­za delle economie dei Pae­si mem­bri del­la UE, al fine del­la per­ma­nen­za o del­l’in­gres­so nel­l’U­nione Mon­e­taria.

L’indice IPCA è inoltre uti­liz­za­to come rifer­i­men­to dal­la Ban­ca Cen­trale Euro­pea, la BCE, per l’attuazione del­la polit­i­ca mon­e­taria euro­pea.

Come noto, l’obi­et­ti­vo prin­ci­pale del­la BCE è pro­prio quel­lo di man­tenere nell’Eurozona la sta­bil­ità dei prezzi.

La sta­bil­ità dei prezzi è infat­ti con­sid­er­a­ta una delle con­dizioni basi­lari per l’in­nalza­men­to del liv­el­lo del­l’at­tiv­ità eco­nom­i­ca e del­l’oc­cu­pazione.

Un’inflazione in rap­i­da cresci­ta può infat­ti erodere il potere d’acquisto delle famiglie, di fat­to impov­eren­dole. Al con­trario una deflazione, ossia un’inflazione neg­a­ti­va con prezzi in calo, può bloc­care l’economia in quan­to i prezzi di ven­di­ta delle imp­rese non coprono i costi di pro­duzione e le man­dano in crisi.

In ogni caso liv­el­li trop­po ele­vati o trop­po bassi di inflazione spaven­tano gli investi­tori e dan­neg­giano la fidu­cia, influ­en­do neg­a­ti­va­mente sull’attività eco­nom­i­ca.

Per questi motivi le banche cen­trali fis­sano degli obi­et­tivi di inflazione ai quali anco­ra­no la pro­pria polit­i­ca mon­e­taria, ossia gli inter­ven­ti con­ven­zion­ali sui tas­si d’interesse prin­ci­pali o non con­ven­zion­ali, come il Quan­ti­ta­tive Eas­ing.

Cause e conseguenze

Le cause dell’inflazione, inizial­mente, si pos­sono dividere in due grup­pi:

  • le cause endo­gene, che han­no orig­ine dai fenomeni che si ver­i­f­i­cano all’interno del Paese in cui si nota l’aumento gen­er­al­iz­za­to dei prezzi;
  • le cause eso­gene, che proven­gono da altri Pae­si con cui si intrat­ten­gono dei rap­por­ti eco­nomi­ci e finanziari.

Entran­do poi nel­lo speci­fi­co, tra le cause più note di inflazione ci sono:

  • l’inflazione causa­ta dal­la doman­da, che è col­le­ga­ta a uno squilib­rio tra doman­da e offer­ta di un prodot­to;
  • l’inflazione causa­ta dal­la sfidu­cia ver­so una data mon­e­ta;
  • l’inflazione causa­ta dai costi, che è asso­ci­a­ta all’incremento dei prezzi delle materie prime impor­tate;
  • l’inflazione causa­ta dal­la polit­i­ca mon­e­taria, quan­do la ban­ca cen­trale riduce i flus­si eco­nomi­ci o si ha una pes­si­ma ges­tione del QE.

Per quan­to riguar­da le con­seguen­ze, l’inflazione in realtà rap­p­re­sen­ta un seg­no di cresci­ta eco­nom­i­ca, se non supera il tas­so di cresci­ta del PIL.

Un altro aspet­to impor­tante da con­sid­er­are riguar­da quel­lo delle esportazioni: l’inflazione favorisce l’esportazione dei prodot­ti per­ché gli impor­ta­tori esteri pos­sono acquistare la mer­ce a un prez­zo più con­tenu­to; al con­trario, l’inflazione è molto neg­a­ti­va per gli impor­ta­tori.

Per­ciò l’inflazione, se tenu­ta sot­to con­trol­lo e ammin­is­tra­ta cor­ret­ta­mente, non per forza si riv­ela un male asso­lu­to.

Se anche tu sei un appas­sion­a­to di econo­mia, finan­za e inves­ti­men­ti, allo­ra entra nel­la com­mu­ni­ty di Inves­thero, dove potrei conoscere e dis­cutere con altre per­sone con le tue stesse pas­sioni.

Dai anche un’oc­chi­a­ta a questo video dove con­di­vidi­amo cosa si può fare in questo peri­o­do di alta inflazione.

 

SCOPRI CLUB HERO: IL CLUB DEGLI INVESTITORI CONSAPEVOLI

SBLOCCA I BONUS DI TUTTE LE PIATTAFORME!

DA ZERO A INVESTITORE ESPERTO

DIVENTA UN CACCIATORE IMMOBILIARE

CONDIVIDI ARTICOLO

Smart Investor

Alessandro Del Saggio

Investitore, Imprenditore e formatore dal 2014.
Da sempre appassionato di investimenti e business, credo fortemente nella crescita personale e nel dare sempre il meglio di sè.

0 commenti

Invia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Ti potrebbe interessare anche: