Come funziona l’economia: i cicli economici, il credito e il debito di un paese

Par­lare di come fun­ziona l’e­cono­mia può riv­e­lar­si una scelta molto cor­ag­giosa, si trat­ta infat­ti di un argo­men­to molto del­i­ca­to che meriterebbe ore e ore di appro­fondi­men­to e cer­ta­mente cer­care di descriverne il fun­zion­a­men­to a parole può essere estrema­mente ridut­ti­vo.

Cercher­e­mo comunque di capire, nel modo più sem­plice, come fun­ziona l’e­cono­mia di uno sta­to. Nel­lo speci­fi­co vedremo:

Cosa sono i cicli eco­nomi­ci di un paese?
Cos’è il deb­ito? Cos’è il cred­i­to?
Cos’è l’in­flazione? Cos’è la deflazione?

L’e­cono­mia di un paese può sem­brare com­p­lessa, ed effet­ti­va­mente lo è, tut­tavia il suo fun­zion­a­men­to è alquan­to mec­ca­ni­co, basato su numerose transazioni che si ripetono mil­ioni di volte cre­an­do tre forze che ne deter­mi­nano com­por­ta­men­to ed evoluzione:

  • Cresci­ta di pro­dut­tiv­ità;
  • Ciclo del deb­ito a breve ter­mine;
  • Ciclo del deb­ito a lun­go ter­mine.

Osser­van­do queste tre forze e sovrap­po­nen­dole grafi­ca­mente è pos­si­bile creare un mod­el­lo alta­mente affid­abile per descri­vere il com­por­ta­men­to eco­nom­i­co di un paese e preved­erne gli sce­nari futuri.

L’economia è fatta di transazioni

Cosa sono le transazioni?

Par­ti­amo dalle basi, una transazione, come puoi facil­mente intuire, si ver­i­fi­ca ogni vol­ta che si acquista qual­cosa. Per far si che questo avven­ga ser­vono due fig­ure: un acquirente che scam­bia mon­e­ta o cred­i­to e un ven­di­tore che scam­bia un bene, un servizio o un’at­tiv­ità finanziaria.

Ecco, pos­si­amo in maniera sem­plicis­ti­ca affer­mare che l’econo­mia è la som­ma delle transazioni che si ver­i­f­i­cano con­tin­u­a­mente.

All’in­ter­no delle transazioni, gli acquiren­ti e i ven­di­tori scam­biano denaro o cred­i­to. Som­man­do l’am­montare di denaro e l’am­montare di cred­i­to, si ottiene la spe­sa totale di un paese. Vicev­er­sa, div­i­den­do l’am­montare di denaro spe­so per la quan­tità di beni ven­du­ti, si ottiene il prez­zo medio.

Ques­ta è la definizione di transazione, il fon­da­men­to del­l’e­cono­mia.

Ogni forza o ciclo eco­nom­i­co, vista al micro­sco­pio, è com­pos­ta da mil­ioni di transazioni.

I mercati

Un mer­ca­to è com­pos­to dalle transazioni che acquiren­ti e ven­di­tori fan­no per vendere e acquistare lo stes­so bene. Esistono innu­merevoli mer­cati: il mer­ca­to auto­mo­bilis­ti­co, il mer­ca­to del riso, il mer­ca­to azionario,..

Affer­mi­amo per­tan­to che l’e­cono­mia è la som­ma dei mer­cati. Più pre­cisa­mente è la som­ma delle transazioni dei vari mer­cati.

Cos’è il credito?

Il cred­i­to è una delle par­ti più impor­tan­ti di un’e­cono­mia, la sua impor­tan­za è dovu­ta al fat­to di essere la com­po­nente più grande e incostante.

Così come acquiren­ti e ven­di­tori parte­ci­pano alle transazioni sul mer­ca­to, lo stes­so fan­no cred­i­tori e deb­itori. I cred­i­tori prestano denaro con l’o­bi­et­ti­vo di otten­erne altro (attra­ver­so gli inter­es­si). I deb­itori chiedono denaro in presti­to per potere ottenere qual­cosa che non sem­pre pos­sono per­me­t­ter­si, come una casa o una macchi­na, oppure per effet­tuare inves­ti­men­ti, sem­pre con l’o­bi­et­ti­vo di aumentare il pro­prio denaro. Il cred­i­to è impor­tante poichè aiu­ta entrambe le par­ti ad ottenere ciò che desider­a­no.

Come funziona un prestito?

Il presti­to è una transazione all’in­ter­no del­la quale i deb­itori chiedono in presti­to denaro con la promes­sa di resti­tuir­lo aumen­ta­to degli inter­es­si. Se i tas­si di inter­esse sono alti, ovvi­a­mente c’è meno richi­es­ta di presti­ti, vicev­er­sa se i tas­si di inter­esse sono bassi, i deb­itori sono più pre­dis­posti a pren­dere denaro in presti­to.

Nel momen­to in cui un deb­itore e un cred­i­tore si accor­dano per un presti­to, stan­no cre­an­do un cred­i­to dal nul­la. Ma il cred­i­to è al tem­po stes­so un deb­ito. Ti starai chieden­do come è pos­si­bile. Sem­plice, quan­do avviene un presti­to, il cred­i­to cos­ti­tu­isce un’at­tiv­ità per il cred­i­tore e al tem­po stes­so una pas­siv­ità per il deb­itore. Soltan­to quan­do il presti­to viene rip­a­ga­to, il cred­i­to e il deb­ito scom­paiono e la transazione si può dire con­clusa.

Ma quali sono le conseguenze di un prestito? Perché il credito è così importante?

Una per­sona che riceve cred­i­to in presti­to aumen­ta la capac­ità di spe­sa, questo trasci­na l’e­cono­mia, infat­ti, ogni euro spe­so da una per­sona è un euro guadag­na­to da un’al­tra per­sona e vicev­er­sa. Det­to breve­mente, la spe­sa di una per­sona è il guadag­no di un’al­tra.

Nel momen­to in cui il red­di­to sale, una per­sona è più meritev­ole di rice­vere cred­i­to e i finanzi­a­tori si sentono più sicuri a prestare denaro. Infat­ti un deb­itore con un buon stipen­dio ha:

  • mag­giore capac­ità di ripa­gare il deb­ito, gra­zie al suo red­di­to;
  • garanzie, il possedere attiv­ità di val­ore e beni mette a pro­prio agio i finanzi­a­tori.

In questo con­testo i finanzi­a­tori prestano più denaro aumen­tan­do il cred­i­to in cir­co­lazione e, di con­seguen­za, il potere di spe­sa di una per­sona. Quin­di, un mag­gior red­di­to per­me­tte un mag­giore indeb­ita­men­to.

Questo mod­el­lo di auto-raf­forza­men­to por­ta ad una cresci­ta eco­nom­i­ca e per questo abbi­amo i cicli.

I cicli economici

Cos’è un ciclo eco­nom­i­co?

Un ciclo è uno schema, un pat­tern grafi­co cos­ti­tu­ito da fasi di espan­sione alter­nate a fasi di con­trazione. La pri­ma fase, di espan­sione, è carat­ter­iz­za­ta da un aumen­to dei red­di­ti, del­la spe­sa e del Pil, aumen­ta anche l’occupazione. Vicev­er­sa, una fase di con­trazione o reces­sione è carat­ter­iz­za­ta da una riduzione del­la spe­sa, un aumen­to del­la dis­oc­cu­pazione, un calo dei red­di­ti e del­la spe­sa.

Il ripeter­si delle transazioni deter­mi­na la nasci­ta dei cicli eco­nomi­ci. I cicli, infat­ti, sono cos­ti­tu­iti e trainati dalle transazioni. 

Per­sone, soci­età, banche e isti­tu­ti, effet­tuan­do quo­tid­i­ana­mente transazioni, sono respon­s­abili dell’evoluzione di un ciclo eco­nom­i­co.

Il mag­giore acquirente e ven­di­tore è il set­tore pub­bli­co che è com­pos­to da:

  • Ammin­is­trazione cen­trale, che riscuote denaro attra­ver­so le tasse e lo spende;
  • Ban­ca Cen­trale che con­trol­la l’am­montare di denaro e cred­i­to nel­l’e­cono­mia.

La Ban­ca Cen­trale rico­pre un ruo­lo di pri­maria impor­tan­za nel­l’e­cono­mia, mon­i­toran­do il flus­so del cred­i­to attra­ver­so la stam­pa di nuo­va mon­e­ta e il con­trol­lo dei tas­si di inter­esse.

Il ciclo del debito

Come abbi­amo vis­to, all’in­ter­no di una transazione si da un “qual­cosa” per rice­vere “qual­cosa”. Quan­to si riceve dipende da quan­to si pro­duce, con il tem­po si acqui­sisce espe­rien­za e conoscen­ze, questo favorisce una cresci­ta di pro­dut­tiv­ità, è il prin­ci­pio del­l’inter­esse com­pos­to.

Men­tre nel lun­go peri­o­do alcune per­sone aumen­tano la pro­pria pro­dut­tiv­ità più di altre, questo può non avvenire nel breve peri­o­do.

L’au­men­to di pro­dut­tiv­ità è un ele­men­to molto impor­tante nel lun­go peri­o­do, quel­lo di cred­i­to lo è nel breve, questo per­chè la cresci­ta di pro­dut­tiv­ità è parag­o­nabile a una lin­ea ret­ta che non pre­sen­ta gran­di oscil­lazioni.

Il deb­ito esiste nel momen­to in cui viene gen­er­a­to del cred­i­to e ci con­sente di con­sumare di più di quan­to pro­du­ci­amo, tut­tavia ci obbli­ga a con­sumare meno di quan­to pro­du­ci­amo quan­do lo ripaghi­amo. Le flut­tuazioni del­la lin­ea del deb­ito avven­gono ten­den­zial­mente in due gran­di cicli:

  • ciclo breve di 5–8 anni;
  • ciclo lun­go di 75–100 anni.

Le per­sone per­cepis­cono le flut­tuazioni, in pas­sato avrai sicu­ra­mente pas­sato momen­ti in cui hai dovu­to “strin­gere la cinghia” e ridurre le tue uscite, tut­tavia è dif­fi­cile accorg­er­si dei cicli.

Ciclo del debito a breve termine

La fase di espan­sione cos­ti­tu­isce la pri­ma parte di un ciclo di deb­ito a breve ter­mine. In ques­ta fase, la spe­sa media aumen­ta ali­men­ta­ta dal cred­i­to tal­vol­ta cre­ato dal nul­la. Quan­do la spe­sa e i red­di­ti sal­go­no superan­do la pro­duzione di mer­ce, anche i prezzi aumen­tano e siamo di fronte al fenom­e­no del­l’inflazione.

La Ban­ca Cen­trale non vede di buon occhio l’in­flazione, ques­ta infat­ti crea diver­si prob­le­mi. La Ban­ca per mod­i­fi­care ques­ta situ­azione alza i tas­si di inter­esse che provo­cano una riduzione del­la richi­es­ta di presti­ti, allo stes­so tem­po i costi dei presti­ti sal­go­no per­chè c’è meno richi­es­ta, c’è meno cred­i­to e quin­di i rim­bor­si dei deb­iti sono più alti. Per far fronte ai rim­bor­si dei deb­iti, le per­sone riducono la spe­sa provo­can­do un calo dei red­di­ti.

In una fase di con­trazione, le per­sone spendono meno e i prezzi scen­dono.

L’at­tiv­ità eco­nom­i­ca diminuisce. Si ver­i­fi­ca una reces­sione del­la leva finanziaria.

Cosa fa la Ban­ca a questo pun­to? Diminuisce i tas­si di inter­esse per far si che nuo­vo cred­i­to torni in cir­co­lazione e che l’in­deb­ita­men­to e la spe­sa si ripren­dano, si assiste così a una nuo­va espan­sione.

All’in­ter­no di un ciclo le flut­tuazioni si ripetono sis­tem­ati­ca­mente. Se il cred­i­to è facil­mente disponi­bile si ver­i­fi­ca un’es­pan­sione, se non è disponi­bile c’è una reces­sione.

Il ciclo di deb­ito a breve ter­mine ha una dura­ta di 5–8 anni e si ripete più volte per decen­ni, ogni vol­ta però, gli api­ci e le basi del ciclo sono mag­giori rispet­to al ciclo prece­dente, a causa del­la propen­sione delle per­sone a spendere di più anziché rim­bor­sare.

Ciclo del debito a lungo termine

Nel tem­po i deb­iti aumen­tano con mag­giore rapid­ità dei red­di­ti, questo con­tribuisce alla creazione del ciclo del deb­ito a lun­go ter­mine. In ques­ta situ­azione, sebbene le per­sone siano sem­pre più indeb­i­tate, i finanzi­a­tori esten­dono il cred­i­to con mag­giore facil­ità. Per­ché?

É molto sem­plice, le per­sone osser­vano gli ulti­mi even­ti e basano su di questi le pro­prie con­sid­er­azioni, non per­cepis­cono le flut­tuazione e per questo cre­dono che le cose vadano bene. Infat­ti, essendo una fase di espan­sione i red­di­ti sono aumen­tati, i val­ori pat­ri­mo­ni­ali con­tin­u­ano a crescere e anche il mer­ca­to azionario è al top. Tut­ti si indeb­i­tano per effet­tuare inves­ti­men­ti. Siamo vici­ni allo scop­pio di una bol­la eco­nom­i­ca.

Le per­sone si sentono ric­che. I deb­iti sono in aumen­to ma anche i red­di­ti sono cresciu­ti altret­tan­to da com­pen­sar­li, il rap­por­to tra essi viene defini­to peso del deb­ito. immag­i­na una bilan­cia con due piat­ti, fino a quan­do i red­di­ti sal­go­no, il peso del deb­ito res­ta gestibile.

Gli oneri dei deb­iti nel tem­po crescono più velo­ce­mente dei red­di­ti costrin­gen­do la popo­lazione a ridurre la spe­sa, che se ricor­di, è il red­di­to di altre per­sone. In segui­to al boom di una bol­la spec­u­la­ti­va, i val­ori pat­ri­mo­ni­ali crol­lano, le per­sone si ren­dono con­to che ciò che possiedono non ha val­ore e la popo­lazione diven­ta meno finanzi­a­bile, per questo calano i presti­ti e aumen­tano i rim­bor­si dei deb­iti, questo por­ta le per­sone a spendere meno e il ciclo si inverte. Siamo davan­ti al pic­co del deb­ito a lun­go ter­mine, quan­to si è ver­i­fi­ca­to negli Sta­ti Uni­ti nel 1929, in Giap­pone nel 1989 e in Europa e Sta­ti Uni­ti nel 2008.

Riduzione della leva finanziaria

L’e­cono­mia è costret­ta a iniziare una riduzione del­la leva finanziaria; le banche sono sot­to pres­sione, la bor­sa crol­la, i red­di­ti diminuis­cono così come la spe­sa. C’è ten­sione sociale e tut­to si ali­men­ta nel­l’al­tro ver­so.

In ques­ta fase la neces­sità di vendere gov­er­na il mer­ca­to, le per­sone vogliono e devono vendere per ripa­gare i deb­iti ma su tut­ti i mer­cati si sta ver­i­f­i­can­do un calo dei prezzi e anche dei val­ori dei beni che cos­ti­tu­is­cono le garanzie dei deb­itori, i quali diven­tano meno meritevoli di cred­i­to.

Le per­sone si sentono più povere e sono costrette a spendere meno. Si trat­ta di un cir­co­lo vizioso, sim­i­le a una con­trazione, ma dove i tas­si di inter­esse non pos­sono essere ulte­ri­or­mente abbas­sati poichè già bassi e prossi­mi allo 0%.

I finanzi­a­tori stop­pano i presti­ti, i deb­itori si sentono sot­to pres­sione. L’e­cono­mia non è meritev­ole di cred­i­to.

Cosa si può fare per ridurre la leva finanziaria?

Gli oneri del deb­ito sono trop­po alti e devono essere abbas­sati, ci sono 4 meto­di per far accadere questo:

  • taglio del­la spe­sa;
  • ristrut­turazione del deb­ito;
  • ridis­tribuzione del­la ric­chez­za;
  • stam­pa di nuo­va mon­e­ta.

In ogni riduzione del­la leva finanziaria ven­gono attuati tutte queste quat­tro strate­gie. Vedi­amo come.

Taglio della spesa

La pri­ma cosa che viene fat­ta è il taglio del­la spe­sa per pagare il deb­ito da parte di per­sone, imp­rese e gov­erni. Questo proces­so si chia­ma Aus­ter­i­ty. Nel momen­to in cui i deb­itori smet­tono di pren­dere presti­ti ci si aspet­terebbe che il peso del deb­ito cali invece avviene l’op­pos­to, per­chè la riduzione del­la spe­sa com­por­ta il crol­lo dei red­di­ti, che se ricor­di era ciò che bilan­ci­a­va il peso del deb­ito. Questo è un taglio deflazion­is­ti­co.

Anche le aziende devono tagliare la spe­sa, sono costrette a tagliare i costi licen­zian­do per­son­ale, la dis­oc­cu­pazione aumen­ta.

L’o­bi­et­ti­vo del­la riduzione del­la leva finanziaria è ridurre gli oneri dei deb­iti, questi, però, cos­ti­tu­is­cono l’at­tiv­ità dei cred­i­tori.

Nel momen­to in cui i deb­itori non sono in gra­do di ripa­gare i presti­ti alle banche, la popo­lazione allar­ma­ta inizia a prel­e­vare denaro, in quan­to spaven­ta­ta da poten­ziali prob­le­mi del sis­tema ban­car­io, questo aumen­ta i prob­le­mi delle banche e si ver­i­fi­ca una depres­sione.

Cos’è la depressione?

Una grave con­trazione eco­nom­i­ca durante la quale in molti sco­prono che le cose che pen­sano abbiano val­ore, in realtà non ce l’han­no.

Fac­ciamo l’e­sem­pio di un pan­i­fi­cio. Se per acquistare il pane con­trai un deb­ito con il panet­tiere, pri­ma o poi dovrai sal­dar­lo. Se il deb­itore dovesse scap­pare sen­za pagare il deb­ito, l’at­tiv­ità del cred­i­tore, nel nos­tro caso il panet­tiere, non avrebbe val­ore.

I finanzi­a­tori ovvi­a­mente non vogliono che si ver­i­fichi ques­ta situ­azione, per questo accettano una ristrut­turazione del deb­ito.

Ristrutturazione del debito

Cos’è una ristrutturazione del debito?

In questo modo i cred­i­tori accettano uno di questi com­pro­mes­si:

  • allunga­men­to del tem­po per ripa­gare il deb­ito;
  • riduzione del deb­ito;
  • riduzione del tas­so di inter­esse.

Il con­trat­to viene vio­la­to per mod­i­fi­care il deb­ito, questo per­chè i finanzi­a­tori preferiscono rice­vere meno denaro piut­tosto che niente.

Anche la ristrut­turazione del deb­ito, come il taglio del­la spe­sa, è una manovra deflazion­is­ti­ca, queste han­no un forte impat­to sul gov­er­no cen­trale che, a causa del­la riduzione dei red­di­ti e del­l’oc­cu­pazione, rac­coglie meno sol­di in quan­to ven­gono pagate meno tasse. Al tem­po stes­so il gov­er­no cen­trale deve fron­teggia­re un aumen­to delle spese, per aiutare le per­sone dis­oc­cu­pate che non han­no rispar­mi adeguati e per creare piani di sti­mo­lo che com­pensi­no l’in­de­boli­men­to del­l’e­cono­mia.

Ridistribuzione della ricchezza

Questo deficit del gov­er­no, conosci­u­to come deficit di bilan­cio, por­ta nec­es­sari­a­mente a una riduzione del­la leva finanziaria.

Il gov­er­no cen­trale deve chiedere denaro in presti­to o aumentare le tasse. Quin­di cosa fa?

Prende i sol­di in presti­to da una pic­co­la per­centuale di popo­lazione, le per­sone più abbi­en­ti, aumen­tan­do le tasse. Questo provo­ca una sostanziale ridis­tribuzione del­la ric­chez­za.

In ques­ta situ­azione le per­sone meno abbi­en­ti vedono di cat­ti­vo occhio le per­sone ben­es­tanti e vicev­er­sa, poiché le per­sone ric­che assistono a un calo del­la ric­chez­za e un calo dei loro val­ori pat­ri­mo­ni­ali.

Ques­ta insta­bil­ità psi­co­log­i­ca può portare a una forte ten­sione cen­trale, non solo tra per­sone ma anche tra pae­si deb­itori e pae­si cred­i­tori. Da ques­ta si può uscire con un cam­bi­a­men­to politi­co anche estremo, come avvenne nel caso del­la sali­ta al potere di Hitler.

C’è bisog­no di fare qual­cosa per cam­biare la depres­sione.

Stampa di nuova moneta

La mag­gior parte di ciò che si pen­sa sia denaro è in realtà cred­i­to, se il cred­i­to scom­pare non c’è denaro.

La gente ha bisog­no di denaro e la Ban­ca Cen­trale, che ha già ridot­to i tas­si di inter­esse, è costret­ta a stam­pare mon­e­ta. Ques­ta è l’u­ni­ca strate­gia inflazion­is­ti­ca per abbas­sare gli oneri del deb­ito. La Ban­ca stam­pa denaro dal nul­la e lo uti­liz­za per acquistare attiv­ità finanziarie e titoli di sta­to, come avvenne nel 2008 quan­do la Fed­era Reserve stam­pò due tril­ioni di dol­lari.

L’ac­quis­to da parte delle banche di attiv­ità finanziarie favorisce l’au­men­to di val­ore dei beni, tut­tavia a ben­e­fi­cia­rne sono solo i pro­pri­etari di beni finanziari.

La Ban­ca Cen­trale può acquistare solo attiv­ità o beni finanziari. Il Gov­er­no cen­trale può acquistare beni o servizi e met­tere mon­e­ta in mano alle per­sone. I due organi devono coop­er­are.

Il Gov­er­no riceve denaro in presti­to dal­l’ac­quis­to dei titoli di sta­to da parte del­la Ban­ca Cen­trale, in questo modo può aumentare la spe­sa per beni e servizi e anche il denaro investi­to in pro­gram­mi di sti­mo­lo e inden­nità di dis­oc­cu­pazione. Aumen­ta il red­di­to pub­bli­co e anche del gov­er­no, tut­tavia si abbas­sa l’onere del deb­ito del­l’e­cono­mia. È questo un momen­to molto del­i­ca­to nel quale i respon­s­abili politi­ci devono essere in gra­do di equi­li­brare meto­di deflazion­is­ti­ci e inflazion­is­ti­ci per man­tenere sta­bil­ità e una buona riduzione del­la leva finanziaria.

Stam­pare mon­e­ta dal nul­la aumen­ta l’in­flazione? No, se ques­ta com­pen­sa il calo del cred­i­to.

La spe­sa è ciò che con­ta, una spe­sa paga­ta con denaro ha lo stes­so peso di una paga­ta con cred­i­to. Stam­pan­do mon­e­ta la Ban­ca Cen­trale com­pen­sa la man­can­za di cred­i­to e fa si che ci sia più denaro in cir­co­lazione. C’è bisog­no che la cresci­ta dei red­di­ti sia più rap­i­da di quel­la dei tas­si di inter­esse sui deb­iti accu­mu­lati.

Immag­ini­amo la situ­azione di un paese in cui la quan­tità di deb­iti e l’am­montare dei red­di­ti annu­ali sia in pari misura. Se il tas­so di inter­esse sul deb­ito fos­se mag­giore del­la cresci­ta del red­di­to, diven­terebbe impos­si­bile col­mare il deb­ito. È per­ciò nec­es­sario stam­pare denaro suf­fi­ciente per riportare il tas­so di cresci­ta dei red­di­ti sopra a quel­lo del deb­ito. Bisogna però fare atten­zione a non abusare del­la stam­pa di nuo­va mon­e­ta, infat­ti, sebbene il popo­lo la preferisca, ques­ta potrebbe innescare un’in­flazione.

Una riduzione del­la leva finanziaria, nonos­tante sia una situ­azione sia par­ti­co­lar­mente dif­fi­cile, si risolve in maniera molto pos­i­ti­va nel momen­to in cui i deb­iti diminuis­cono rispet­to al red­di­to, la cresci­ta eco­nom­i­ca è pos­i­ti­va e l’in­flazione non è più un prob­le­ma. Attra­ver­so le strate­gie viste prece­den­te­mente, è pos­si­bile rag­giun­gere la sta­bil­ità eco­nom­i­ca e sociale.

Spet­ta ai politi­ci rag­giun­gere il gius­to equi­lib­rio tra manovre deflazion­is­tiche e inflazion­is­tiche, per favorire una cresci­ta lenta con gli oneri del deb­ito che pian piano diminuis­cono. Per far scen­dere gli oneri del deb­ito ser­vono cir­ca dieci anni, il famoso decen­nio per­du­to.

Come funzionerebbe l’economia senza il credito?

Come abbi­amo vis­to, la pre­sen­za di più o meno cred­i­to deter­mi­na le flut­tuazioni sul­la lin­ea eco­nom­i­ca.

Provi­amo a immag­inare un’e­cono­mia sen­za cred­i­to.

In questo sce­nario, per aumentare il cred­i­to per­son­ale è nec­es­sario aumentare il pro­prio red­di­to, per aumentare il red­di­to bisogna aumentare la pro­dut­tiv­ità. Poiché come abbi­amo det­to prece­den­te­mente, l’au­men­to del cred­i­to per­son­ale favorisce l’au­men­to del­la capac­ità di spe­sa e la mia spe­sa è il guadag­no di qual­cun altro, un’e­cono­mia sen­za cred­i­to crescerebbe sola­mente se tu o qual­cun altro aumen­tasse la pro­pria pro­dut­tiv­ità.

In questo modo si avrebbe una cresci­ta lin­eare.

Ma poiché ci indeb­iti­amo per aumentare il nos­tro potere di spe­sa, esistono i cicli.

Il presti­to è un modo sem­plice per spin­gere la spe­sa e per far si che pos­si­amo acquistare qual­cosa che cos­ta più di quan­to pos­si­amo per­me­t­ter­ci. Ma accettan­do questo presti­to, ci sti­amo indeb­i­tan­do nel futuro, quin­di pri­ma o poi dovre­mo attra­ver­sare un peri­o­do di sac­ri­fi­ci, in cui spender­e­mo meno, per recu­per­are il deb­ito.

Si crea in questo modo un ciclo per il sin­go­lo indi­vid­uo ma anche per l’e­cono­mia.

Capire come fun­ziona il cred­i­to con­sente di capire gli even­ti futuri, in quan­to preved­i­bili.

Credito diverso da moneta

Quel­li che molti con­sid­er­a­no denaro in realtà è cred­i­to, ma il cred­i­to è diver­so dal­la mon­e­ta.

Con la mon­e­ta è pos­si­bile chi­ud­ere una transazione nel­l’im­me­di­a­to, quan­do com­pri il pane con­clu­di una transazione nel momen­to in cui paghi il panet­tiere. Se volessi acquistare il pane con il cred­i­to, immag­i­nar­i­a­mente dovresti aprire un con­to con il pan­i­fi­cio. Tu promet­ti di pagare in futuro quan­to dovu­to. Attra­ver­so questo accor­do si crea attiv­ità e pas­siv­ità dal nul­la, è appe­na sta­to cre­ato del cred­i­to. Fino a quan­do non pagherai il pan­i­fi­cio, la transazione resterà aper­ta e deb­ito e cred­i­to rester­an­no attivi.

Un’economia con credito cresce più in fretta

Quin­di in un’e­cono­mia con cred­i­to è pos­si­bile aumentare la spe­sa indeb­i­tan­dosi, l’e­cono­mia con cred­i­to ha un mar­gine di cresci­ta mag­giore, infat­ti il red­di­to sale più in fret­ta del­la pro­dut­tiv­ità nel breve ter­mine.

Il cred­i­to non deve essere vis­to neg­a­ti­va­mente.

Il cred­i­to è qual­cosa di dan­noso quan­do gon­fia i con­su­mi sen­za che ci sia pos­si­bil­ità di essere rip­a­ga­to, vicev­er­sa deve essere con­sid­er­a­to come un bene quan­do il denaro viene allo­ca­to effi­cace­mente per pagare il deb­ito. Fac­ciamo un esem­pio. Se chie­di un presti­to per com­prare un tele­vi­sore, stai sfrut­tan­do neg­a­ti­va­mente il cred­i­to che ti è sta­to con­ces­so, infat­ti, il tele­vi­sore non ti per­me­t­terà di gener­are denaro per ripa­gare il deb­ito. Se invece chie­di un presti­to per acquistare un soft­ware che aumen­ti la tua pro­dut­tiv­ità, oppure per com­prare un nuo­vo macchi­nario per la tua azien­da, potrai pro­durre di più e quin­di aumentare il tuo red­di­to con il quale ripagherai il deb­ito. Tut­to chiaro?

Solo in questo modo, il cred­i­to può favorire la cresci­ta eco­nom­i­ca.

Vedi­amo insieme un altro esem­pio può sem­pli­fi­care la com­pren­sione di questo sem­plice con­cet­to. Ipo­tizzi­amo che tua sia un impren­di­tore che guadagna 200.000 euro all’an­no sen­za deb­iti. Ad un cer­to pun­to deci­di di chiedere un presti­to di 20.000 euro, ora potrai spendere fino a 220.000 euro, più di quan­to hai real­mente guadag­na­to.

La tua spe­sa cos­ti­tuirà il guadag­no di un altro impren­di­tore, il quale, a sua vol­ta, potrà chiedere un presti­to pari al 10% del suo red­di­to (quin­di 22.000 euro), così facen­do il suo potere di spe­sa sarà di 242.000 euro. Questo impor­to cos­ti­tuirà nuo­va­mente il red­di­to di un altro impren­di­tore. E così via a cate­na in un mod­el­lo di auto-raf­forza­men­to.

Con­trarre presti­ti gen­era i cicli eco­nomi­ci, quin­di se questo ciclo è in cresci­ta e con­tin­ua a salire, pri­ma o poi dovrà anche scen­dere e lo farà in un ciclo di deb­ito a breve ter­mine.

Conclusione

Può sem­brare che l’e­cono­mia fun­zioni in maniera com­pli­ca­ta, in effet­ti lo è un pò più di quan­to mostra­to in questo mod­el­lo. In realtà però, ponen­do il ciclo a breve ter­mine sul ciclo a lun­go ter­mine, e questi due a loro vol­ta sul­la lin­ea del­la cresci­ta del­la pro­dut­tiv­ità, si riesce a costru­ire un mod­el­lo rel­a­ti­va­mente affid­abile per capire cosa è suc­ces­so e in quale direzione l’e­cono­mia sta andan­do.

In sin­te­si, com­pren­den­do il fun­zion­a­men­to del­l’e­cono­mia e dei cicli eco­nomi­ci è pos­si­bile ricavare tre regole:

  • non far crescere il deb­ito più velo­ce­mente del red­di­to, altri­men­ti ti tro­verai schi­ac­cia­to dagli oneri;
  • non las­cia­re che il red­di­to cresca più velo­ce­mente del­la pro­dut­tiv­ità o ti tro­verai a essere meno com­pet­i­ti­vo;
  • cer­ca di fare aumentare la pro­dut­tiv­ità, poichè è ciò che più con­ta, ti rende mag­gior­mente finanzi­a­bile e in gra­do di ripa­gare i deb­iti.

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Smart Investor

Alessandro Del Saggio

Investitore, Imprenditore e formatore dal 2014.
Da sempre appassionato di investimenti e business, credo fortemente nella crescita personale e nel dare sempre il meglio di sè.

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