Come motivare i dipendenti e/o il team: leve da attivare

Spes­so quan­do si par­la di moti­vare i dipen­den­ti si pen­sa solo ad incen­tivi eco­nomi­ci e bonus mate­ri­ali. Sebbene queste soluzioni pos­sano dare risul­tati con­creti, è impor­tante ricor­dare che la moti­vazione umana è un fenom­e­no molto più com­p­lesso e pro­fon­do.

Esistono infat­ti altre leve, meno imme­di­ate ma altret­tan­to poten­ti, che man­ag­er e aziende pos­sono atti­vare per sti­mo­lare l’impegno, miglio­rare le per­for­mance e costru­ire una cul­tura di col­lab­o­razione aut­en­ti­ca.

Oggi vedremo le prin­ci­pali leve psi­co­logiche per moti­vare i dipen­den­ti o il pro­prio team.

Come individuare la leva motivazionale più adatta per ogni dipendente

Dopo aver com­pre­so l’importanza delle leve moti­vazion­ali, è essen­ziale che ogni impren­di­tore o man­ag­er svilup­pi la capac­ità di indi­vid­uare quale spin­ga mag­gior­mente cias­cun mem­bro del pro­prio team. Bisogna ricor­dare che la moti­vazione nasce da bisog­ni pro­fon­di e desideri per­son­ali, spes­so legati al pro­prio sis­tema di val­ori. Ogni indi­vid­uo è spin­to da ciò che ritiene impor­tante e sig­ni­fica­ti­vo, ed è pro­prio da qui che sca­tur­iscono le leve moti­vazion­ali.

La com­pe­ten­za chi­ave che un leader deve svilup­pare per cogliere queste spinte inte­ri­ori è la capac­ità di ascoltare in modo aut­en­ti­co e pri­vo di giudizio.

Allenare l’ascolto atti­vo, liberan­do­lo da pre­con­cetti e aspet­ta­tive, per­me­tte di cogliere non solo ciò che i dipen­den­ti esp­ri­mono aper­ta­mente, ma anche ciò che rimane implic­i­to: val­ori, esi­gen­ze, tim­o­ri e aspi­razioni. Ascoltare davvero sig­nifi­ca andare oltre le parole. Quan­do un col­lab­o­ra­tore con­di­vide un obi­et­ti­vo, poni­ti domande: “Cosa c’è dietro ques­ta ambizione?”“Quale bisog­no vuole sod­dis­fare davvero ques­ta per­sona?”

Con il tem­po e un po’ di prat­i­ca, diven­terà sem­pre più nat­u­rale com­pren­dere quale tipo di moti­vazione gui­da ogni per­sona nel team. Questo ti per­me­t­terà di atti­vare le leve giuste per cias­cuno, cre­an­do un ambi­ente in cui le per­sone si sen­tano val­oriz­zate e, al tem­po stes­so, con­tribuen­do in modo più effi­cace alla cresci­ta dell’intera orga­niz­zazione.

Motivazione estrinseca: incentivi economici e ricompense tangibili

La moti­vazione tradizionale sul pos­to di lavoro si fon­da spes­so su ele­men­ti esterni, noti come moti­va­tori estrin­se­ci. Questo tipo di spin­ta por­ta le per­sone ad agire in vista di un ben­efi­cio con­cre­to, come una ret­ribuzione. In altre parole, non è l’attività in sé a sti­mo­lare il dipen­dente, ma ciò che ne deri­va in ter­mi­ni di van­tag­gi mate­ri­ali.

Il proces­so alla base di questo mec­ca­n­is­mo può essere sin­te­tiz­za­to nel ciclo: Azione → Ricom­pen­sa → Nuo­vo impeg­no.

Per molti lavo­ra­tori, il pri­mo motore dell’attività pro­fes­sion­ale è lo stipen­dio. È quin­di essen­ziale riconoscere che, almeno in una fase iniziale, la moti­vazione sul lavoro è spes­so gui­da­ta da sti­moli esterni.

Il caso della forza vendita: una dinamica particolare

I pro­fes­sion­isti del­la ven­di­ta rap­p­re­sen­tano un esem­pio par­ti­co­lar­mente chiaro dell’uso del­la moti­vazione estrin­se­ca. Oltre alla parte fis­sa del­la ret­ribuzione, i ven­di­tori sono gen­eral­mente incen­ti­vati da com­po­nen­ti vari­abili, bonus legati ai risul­tati, pre­mi o riconosci­men­ti ottenu­ti attra­ver­so sfide e obi­et­tivi.

Questi stru­men­ti, noti come incen­tivi, fan­no leva sul­la com­pet­i­tiv­ità e sul deside­rio di ottenere van­tag­gi extra, con­tribuen­do a raf­forzare l’impegno all’interno del team.

In questo con­testo, la sfi­da diven­ta essa stes­sa un ele­men­to moti­vante, per­ché col­le­ga la per­for­mance a una grat­i­fi­cazione imme­di­a­ta e conc­re­ta.

Esempi di leve motivazionali estrinseche: come funzionano le ricompense

In ques­ta sezione anal­izzi­amo alcune delle ricom­pense più comu­ni uti­liz­zate per sti­mo­lare l’impegno dei dipen­den­ti, val­u­tan­do il loro effet­to sul­la moti­vazione nel tem­po.

Retribuzione fissa (stipendio)

Lo stipen­dio rap­p­re­sen­ta la leva moti­vazionale estrin­se­ca per eccel­len­za. È ciò che rende pos­si­bile il lavoro stes­so, poiché nes­suno si aspet­ta di lavo­rare gra­tuita­mente. Spes­so, molte per­sone accettano incar­ichi meno sti­molan­ti in cam­bio di una paga più ele­va­ta. 

Tut­tavia, ques­ta scelta può com­portare un calo di moti­vazione nel lun­go peri­o­do: se l’unico fat­tore incen­ti­vante è il com­pen­so eco­nom­i­co, è dif­fi­cile man­tenere un coin­vol­gi­men­to aut­en­ti­co e duraturo. Il salario, da solo, rara­mente gen­era un sen­so di apparte­nen­za o di sig­ni­fi­ca­to.

Bonus e compensi variabili

Per moti­vare i dipen­den­ti queste ricom­pense, par­ti­co­lar­mente dif­fuse nell’ambito com­mer­ciale, sono legate ai risul­tati rag­giun­ti. Pur essendo con­siderati incen­tivi di tipo ester­no, pos­sono comunque sti­mo­lare forme di moti­vazione più aut­en­tiche, col­le­gate al bisog­no di cresci­ta per­son­ale e auto­re­al­iz­zazione. La loro fun­zione prin­ci­pale è spin­gere i dipen­den­ti a esprimere il mas­si­mo poten­ziale, riconoscen­do e pre­mian­do risul­tati eccel­len­ti e il rag­giung­i­men­to di tra­guar­di ambiziosi.

Premi non monetari: regali e voucher

Uti­liz­za­ti soprat­tut­to in con­testi di gio­co o com­pe­tizione inter­na, come sfide a tem­po, questi pre­mi pos­sono assumere forme diverse: da un buono spe­sa a un viag­gio. L’impatto moti­vazionale dipende dal val­ore per­cepi­to del pre­mio e dal­la fre­quen­za con cui viene asseg­na­to. Un viag­gio-pre­mio annuale per risul­tati costan­ti può avere un impat­to molto diver­so rispet­to a un pic­co­lo incen­ti­vo men­sile. 

Il van­tag­gio prin­ci­pale? Pos­sono essere imp­ie­gati in modo strate­gi­co per raf­forzare la moti­vazione nei momen­ti chi­ave, ad esem­pio durante pic­chi sta­gion­ali o in fasi in cui gli obi­et­tivi sono più dif­fi­cili da rag­giun­gere.

Motivazione intrinseca: la spinta che nasce da dentro

La moti­vazione intrin­se­ca rap­p­re­sen­ta una delle forme più gen­uine e pro­fonde di coin­vol­gi­men­to. In questo caso, l’attività viene svol­ta non per ottenere un van­tag­gio ester­no, ma per il piacere e la sod­dis­fazione che deri­va dal far­la.

Due sono i pilas­tri fon­da­men­tali di questo tipo di moti­vazione: l’interesse ver­so l’attività e il sen­so di autono­mia.

  • Interesse autentico per l’attività

Chi è mosso da pas­sione agisce sen­za bisog­no di spinte esterne. Pen­si­amo a chi ama gio­care a ten­nis: anche con il mal­tem­po, scen­derà in cam­po con entu­si­as­mo. L’attività stes­sa è grat­i­f­i­cante, tan­to da non richiedere pre­mi o riconosci­men­ti per essere svol­ta.

  • Autonomia nella scelta

Un pun­to cru­ciale riguar­da l’autonomia nelle pro­prie scelte. Una per­sona moti­va­ta intrin­se­ca­mente si ded­i­ca a un com­pi­to per­ché lo ha scel­to in modo con­sapev­ole, non per­ché obbli­ga­ta. In ambito lavo­ra­ti­vo, questo si tra­duce nel­la pos­si­bil­ità di decidere come gestire il pro­prio lavoro, sta­bilire obi­et­tivi per­son­ali o con­tribuire atti­va­mente ai pro­ces­si deci­sion­ali.

Strumenti per aumentare l’engagement e le performance

Per moti­vare i dipen­den­ti, oltre alle ricom­pense mate­ri­ali, esistono numerose leve in gra­do di atti­vare una moti­vazione più pro­fon­da e duratu­ra. Si trat­ta di stru­men­ti preziosi che le aziende pos­sono uti­liz­zare per sti­mo­lare coin­vol­gi­men­to aut­en­ti­co e ottenere risul­tati con­creti.

1. Competizione positiva

Alcune per­sone trag­gono ener­gia dal deside­rio di primeg­gia­re. La com­pe­tizione, se sana e ben gesti­ta, può favorire l’emulazione tra col­leghi o tra grup­pi di lavoro, ali­men­tan­do la spin­ta a miglio­rar­si e rag­giun­gere obi­et­tivi ambiziosi.

2. Collaborazione

Chi è spin­to dal bisog­no di con­tribuire e sen­tir­si parte di un insieme tro­va nel­la coop­er­azione una forte moti­vazione. Lavo­rare insieme per un tra­guar­do comune raf­forza il sen­so di util­ità e costru­isce coe­sione all’interno del team.

3. Crescita personale

La percezione di miglio­rare costan­te­mente è una leva intrin­se­ca molto potente. Quan­do una per­sona nota pro­gres­si nelle pro­prie com­pe­ten­ze o risul­tati, sarà nat­u­ral­mente por­ta­ta a con­tin­uare, spin­ta dal­la sod­dis­fazione che ne deri­va.

4. Riconoscimento del valore

Essere val­oriz­za­ti e rice­vere con­ferme sul pro­prio oper­a­to raf­forza il sen­so di apparte­nen­za e moti­vazione. Rice­vere un riscon­tro pos­i­ti­vo, essere val­oriz­za­ti davan­ti agli altri o sem­plice­mente per­cepire una grat­i­tu­dine aut­en­ti­ca ci fa sen­tire utili e ci con­fer­ma che ciò che fac­ciamo ha val­ore ed è riconosci­u­to.

5. Autonomia operativa

Come antic­i­pa­to, sen­tir­si liberi di scegliere e di agire è fon­da­men­tale per una moti­vazione gen­uina. Dare ai col­lab­o­ra­tori la pos­si­bil­ità di con­tribuire alla definizione degli obi­et­tivi o di scegliere come rag­giunger­li li rende più parte­cipi e coin­volti.

6. Condivisione della missione

Quan­do un dipen­dente si riconosce nel­la visione e nei val­ori dell’organizzazione, si atti­va una moti­vazione pro­fon­da. Comu­ni­care chiara­mente la mis­sion azien­dale e far sì che ogni per­sona pos­sa sen­tir­la pro­pria è un ele­men­to chi­ave per costru­ire una cul­tura ori­en­ta­ta allo scopo.

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Imprenditore digitale

Stefano Picchio

Tutto è iniziato nel 2013, momento in cui mi sono interessato al mondo dell'online.
In quegli anni facendo piccoli investimenti di natura finanziaria. Successivamente ho scoperto altri settori di investimento fino a conoscere ed appassionarmi di imprenditoria e digital marketing.
Ora ho uno smart-team di 11 collaboratori sparsi in giro per il mondo con i quali gestisco le mie 3 aziende.

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