Come OnlyFans ha cambiato il mondo del porno

OnlyFans: il disastro o la svolta?

Sappiamo bene: l’industria globale del porno, principalmente di provenienza statunitense e prevalentemente online, sta affrontando una seria crisi. Questa situazione è stata causata da: 

  1. La disfunzione del modello economico: obsoleto e non più sostenibile. 
  2. L’emergere di enormi monopoli che hanno trasformato il settore in un ambiente di lavoro amaramente critico, secondo varie opinioni. 

Tuttavia, negli ultimi anni, si è assistito a un cambiamento significativo nel panorama del settore, grazie all’intervento di OnlyFans.

OnlyFans: Un Cambiamento Radicale nell’Industria del Contenuto per Adulti

Ana cheri, sex worker di OnlyFans in costume da bagno in spiaggia

OnlyFans è una piattaforma nata nel 2016 ma che ha guadagnato particolare popolarità nel corso della pandemia da coronavirus. A differenza dei siti piratati e gratuiti, OnlyFans sembra aver apportato miglioramenti interessanti all’industria, per coloro che ne fanno parte. 

Tuttavia oggi non parleremo di cos’è OnlyFans e come funziona [LINK] poiché abbiamo già realizzato un articolo dedicato. Dunque torniamo a noi. 

OnlyFans rappresenta una piattaforma che ospita contenuti a pagamento. Nasce come piattaforma dedicata all’arte. Ma man mano è cresciuta grazie all’inserimento di contenuti per adulti. 

Gli utenti di OnlyFans hanno la possibilità di fruire dei contenuti di vari creatori attraverso abbonamenti mensili. Il costo di tali abbonamenti, generalmente, può oscillare tra 5 e 50 dollari. 

Tuttavia gli abbonamenti non sono l’unica o la principale fonte di guadagno per i creatori di contenuti. Essi possono infatti, decidere di vendere singolarmente contenuti specifici, a prezzi che possono anche superare i 100 dollari. 

Possiamo dunque affermare che il prezzo, di tutto ciò che troviamo su OnlyFans, è stabilito dal mercato e dall’utente che crea i contenuti. 

OnlyFans è diventato da qualche anno a questa parte la principale fonte di reddito per numerosi attori e attrici del settore. Incluso alcuni nomi di spicco, che in molti casi hanno abbandonato completamente l’industria tradizionale del materiale per adulti. 

Questa decisione è stata influenzata anche, dalle accuse che l’industria tradizionale ha ricevuto durante il corso degli anni:

  • Pessime condizioni sindacali 
  • Condizioni economiche poco favorevoli
  • Richieste talvolta assurde ed eccessive 

Su OnlyFans, ecco cosa succede: 

  • Libertà creativa: i creatori pubblicano autonomamente i loro contenuti
  • Ambiente familiare: spesso realizzano i contenuti in ambiente domestico
  • Contenuti variegati: spaziano da conversazioni casuali a pose suggestive, da momenti di autoerotismo. Possiamo inoltre trovare  scene di attività sessuale con partner, spesso il proprio partner reale. A questo proposito, esistono moltissimi account di coppia creati da persone comuni. Persone che mai prima d’ora si erano cimentate in questa professione. 

L’ampia gamma di contenuti, permette ai creators di rivolgersi a chiunque:

  • eterosessuali,
  • omosessuali, 
  • transessuali,

E benché le produttrici siano in maggioranza, vi è anche una notevole presenza di creatori di sesso maschile.

Trasformazione dell’Industria Pornografica: Nuovi Scenari e Sfide

Secondo quanto comunicato da un rappresentante a Bustle, l’attuale conto dei creatori di contenuti su OnlyFans ammonta a 450.000. Con una base di 30 milioni di utenti.

Dal 2016 fino ad oggi, la piattaforma ha erogato compensi per un totale di 600 milioni di dollari ai suoi creatori. Di questa cifra, OnlyFans ritiene il 20% come suo guadagno, mentre il rimanente viene accreditato al proprietario dell’account. 

Per i creatori più noti e in grande richiesta, le entrate personali possono raggiungere diverse decine di migliaia di dollari al mese.

Queste cifre rappresentano una situazione mai prima vista per le generazioni di attori e attrici dell’industria pornografica. Questi professionisti sono cresciuti all’interno di un settore che, a un certo punto, vedeva un pubblico non più disposto a pagare per contenuti pornografici. 

Il primo cenno di crisi ci fu nella prima metà degli anni 2000. In quel periodo, infatti, l’industria subì un grosso colpo, a causa della proliferazione della pirateria. Perciò si diffusero molti siti che mettevano a disposizione video in streaming completamente gratuiti, come: 

  • YouPorn 
  • PornHub
  • Xnxx

Questa tendenza, come puoi immaginare, portò l’intera industria al deterioramento delle condizioni di lavoro degli attori/attrici. 

Questi ultimi si ritrovarono a girare un numero crescente di scene al giorno, solo per non perdere l’opportunità di lavoro.

Un caso emblematico della crisi che colpì il mondo del porno fu quello di Mia Khalifa. Un’attrice di origini libanesi che partecipò a una decina di scene tra il 2014 e il 2015. La sua improvvisa popolarità sui siti di streaming la rese immediatamente una delle figure più cercate e riconoscibili dell’industria, ma nonostante questo, il suo guadagno complessivo durante la breve ma intensa carriera si fermò a soli 12.000 dollari.

OnlyFans: sia consumatori che produttori simultaneamente

sex worker di OnlyFans seduta su una poltrona con le gambe nude ed una camicia a quadroni

Conformemente alle parole di Cirus Rinaldi, esperto di sociologia giuridica, devianza e mutamento sociale presso l’Università di Palermo e autore del saggio “Uomini che si fanno pagare. Genere, identità e sessualità nel sex work maschile” (DeriveApprodi), è evidente che l’industria pornografica stia gradualmente orientandosi verso una natura sempre più amatoriale. 

Secondo Rinaldi, è possibile riconoscersi come “prosumer”, ossia sia consumatori che produttori di un bene allo stesso tempo. 

Questo concetto trova concreta manifestazione in piattaforme come OnlyFans. All’interno di questo contesto coesistono molteplici sfaccettature. Ma facciamo alcuni esempi:

  • Qui troviamo professionisti del mondo della pornografia: attori e attrici di successo gia prima dell’uscita di OnlyFans.
  • Persone comuni possono scegliere di guadagnare un extra o aprire profili, anche di coppia, per divertimento. O per costruire  business da centinaia di migliaia di euro.
  • Molte persone, che si identificano come individui rispettabili e responsabili, si propongono come creator di contenuti per adulti. Tuttavia senza percepire il fatto di essere in effetti sex worker. Le persone non si sentono obbligate o sfruttate. Ma piuttosto offrono contenuti a pagamento di natura sessuale per puro divertimento. 

Tutto ciò, dimostra come l’immagine collettiva del sex work, differisca dalla realtà. Inoltre, la definizione di ciò che costituisce la pornografia diventa sempre più soggettiva e mutevole. 

Ad esempio, una semplice foto di piedi nudi rientra nel porno oppure no? Anche se, secondo le direttive diffuse da OnlyFans quando fu imposto il divieto sui contenuti pornografici, la risposta è negativa, resta innegabile che il confine sia estremamente sottile.

Conclusione

In definitiva, la crescita di OnlyFans ha segnato una svolta radicale nell’industria pornografica. Sfidando e trasformando le dinamiche di un’industria, da anni, consolidata. 

Questa piattaforma ha permesso ai creatori di contenuti per adulti di svincolarsi dagli schemi tradizionali. Perciò, abbracciando un modello più personalizzato e flessibile. Il fatto che le cifre siano cresciute a una scala senza precedenti testimonia l’attrattiva di questo approccio, che ha reso possibile un reddito significativo per molti, compresi coloro che precedentemente avevano affrontato condizioni di lavoro insostenibili. Inoltre, OnlyFans ha catalizzato il dibattito sulla definizione e la percezione della pornografia stessa. Aprendo la strada a un panorama sempre più variegato e adattabile. La sua storia non solo illustra la capacità di adattamento dell’industria, ma indica anche il potenziale per ulteriori rivoluzioni nell’ambito della produzione e fruizione dei contenuti per adulti. Ridefinendo il rapporto tra creatori e consumatori. Mentre l’industria continua ad evolversi, il caso di OnlyFans rimarrà una pietra miliare nell’analisi delle sfide, opportunità e trasformazioni in un settore sempre in movimento.

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Stefano Picchio
Imprenditore digitale
Tutto è iniziato nel 2013, momento in cui mi sono interessato al mondo dell'online.
In quegli anni facendo piccoli investimenti di natura finanziaria. Successivamente ho scoperto altri settori di investimento fino a conoscere ed appassionarmi di imprenditoria e digital marketing.
Ora ho uno smart-team di 11 collaboratori sparsi in giro per il mondo con i quali gestisco le mie 3 aziende.

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