Come si compila un assegno?
È quello che ti sarai chiesto la prima volta che hai dovuto compilarne uno perché, ahimè, per quanto banale, non è una cosa tanto intuitiva o che ci viene insegnata a scuola.
Chiedere può sembrare imbarazzante. Così in questo articolo cercheremo di risolvere ogni dubbio.
Date e importo
La prima informazione che viene richiesta è quella riguardante il luogo e la data dell’emissione. Tale sezione si trova nella parte alta dell’assegno e richiede, quindi, il nome della città in cui viene emesso il titolo e la data precisa, ossia la data completa di mese e anno.
Queste informazioni sono fondamentali per la determinazione dei tempi di scadenza del titolo.
Inoltre, bisogna sapere che segnare una data differente da quella in cui l’assegno viene staccato comporta sanzioni a carattere legale. La data segnata non può essere né anticipata né posticipata.
In secondo luogo, bisogna indicare l’importo in cifre, voce posizionata solitamente nella parte alta, a destra.
Per effettuare questo passaggio senza errori bisogna contrassegnare i due numeri decimali separandoli con una virgola: per esempio 750,00 in caso di cifra piena. 750,50 quando vi sono i centesimi.
Dopo aver messo la cifra in questo modo è necessario riportare l’importo in lettere. Questo campo si trova nell’intera riga centrale, dove l’importo da trasferire deve essere trascritto in lettere.
La virgola che separa la somma di denaro, prima riportata in cifre, ora va sostituita da una sbarra. Ad esempio, riprendendo le cifre di prima, settecentocinquanta/00 oppure settecentocinquanta/50. I decimali vanno sempre inclusi.
I nominativi dei soggetti
Dopo aver analizzato le sezioni dedicate ai dati numerici, passiamo ad affrontare le parti dell’assegno dedicate ai dati anagrafici delle persone coinvolte nel trasferimento di denaro.
Innanzitutto, sull’assegno vengono richieste le generalità del beneficiario. Si tratta di colui che riceve la somma versata e trasferita.
Il nome e il cognome devono essere trascritti in forma leggibile nel campo presente sotto quello dedicato alla “somma espressa in lettere”. Specificare correttamente il beneficiario è fondamentale, in quanto senza il beneficiario espresso l’assegno non sarà mai valido.
Infine, colui che emette l’assegno deve apporre la firma nell’ultima riga in basso, dedicata a chi emette l’assegno. Ossia il correntista.
Tale firma deve coincidere con quella depositata in banca al momento della richiesta del carnet degli assegni.
Assegno non trasferibile
Per limitare la circolazione dell’assegno, colui che lo sta staccando deve apporre la clausola “non trasferibile” in entrambe le facciate dell’assegno. Ciò impedisce al possessore del titolo di trasferire il titolo stesso ad altri.
La presenza della clausola “non trasferibile” e l’indicazione del nome o della ragione sociale del beneficiario consentono di godere di maggiore sicurezza.
Infatti, lo scopo di questa condizione è quello di limitare i danni derivanti dallo smarrimento o furto. La normativa antiriciclaggio vuole tutelare chi utilizza correttamente questi particolari strumenti di pagamento contribuendo, quindi, ad ostacolare gli utilizzi impropri per finalità illecite o criminose.
Non solo. Questa condizione è obbligatoria in caso di importi pari o superiori a 2500 euro, sempre in ragione della normativa sull’antiriciclaggio.
Il blocchetto degli assegni, comunque, viene rilasciato dalle banche già fornito della clausola di non trasferibilità.
I tempi di validità degli assegni
Dopo aver capito come si compila correttamente un assegno, ora analizziamo i giusti tempi in cui il titolo dovrebbe essere versato o cambiato.
Il tempo massimo a disposizione per il suo versamento o il cambio è di 8 giorni. Se il beneficiario risiede nello stesso comune della filiale della banca di chi lo ha emesso.
I giorni salgono a 15 nei casi in cui il beneficiario abbia la sua residenza in un comune differente da quello dove ha sede la filiale della banca di riferimento.
Assegni a se stessi
È possibile inviare assegni a se stessi.
In questo caso la formula impiegata è quella dell’assegno “a me medesimo” o “a me stesso” e si utilizza per il trasferimento di soldi da conti in banche diverse.
Inserire questa formula esclude, ovviamente, che l’assegno sia incassato da persona diversa. Per questo un assegno compilato in questo modo diventa un assegno assimilabile a quello non trasferibile, anche se non viene richiesta l’apposizione della clausola di non trasferibilità.
Speriamo che questo articolo ti sia stato utile. Eventualmente informaci nei commenti qui sotto. Anche se hai ancora qualche dubbio.
Se invece sei appassionato di finanza ed economia in generale, allora molto probabilmente ti interesserà sapere l’origine di questi strumenti. In tal caso dai pure un’occhiata a questo articolo.
Oppure entra nella community gratuita di Investhero. Dove potrai trovare altri appassionati come te con cui discutere di questi argomenti.
0 commenti