I titoli strutturati sono strumenti finanziari che incorporano al loro interno uno strumento di debito di tipo tradizionale e un contratto derivato.
Quest’ultimo è solitamente un’opzione che comprende un diritto di acquisto, o di vendita, su strumenti finanziari sottostanti come per esempio azioni, indici o valute.
Inoltre, il rendimento è regolato sulla base di parametri collegati al verificarsi o meno di certi eventi previsti nel contratto.
Tipologie di titoli strutturati
I titoli strutturati si possono dividere in due tipologie principali, ovvero possono essere:
- a capitale garantito, nel caso in cui i flussi di pagamento per interessi siano indicizzati all’andamento del parametro sottostante alla componente derivata.
- a capitale non garantito, cioè quando il valore di rimborso può risultare inferiore a quello di sottoscrizione.
Dal punto di vista degli emittenti, il mercato degli strutturati è di dominio quasi esclusivo di banche, istituti finanziari ed enti sovranazionali.
In base, poi, alla natura del parametro sottostante i titoli strutturati vengono suddivisi in varie categorie.
Titoli reverse floater
I reverse floater sono obbligazioni a tasso variabile con indicizzazione inversa.
Inizialmente emessi a tasso fisso, questi titoli incorporano un contratto che, a partire da una certa data, ha l’effetto di mutare il tasso da fisso a variabile.
Si tratta generalmente di titoli a lungo termine che pagano delle cedole fisse iniziali più elevate rispetto ai tassi correnti di mercato. In seguito, l’acquirente percepisce un tasso variabile dato dalla differenza tra un tetto massimo predefinito, e un tasso variabile che potrebbe essere l’Euribor.
È possibile scomporre un reverse floater in:
- un titolo obbligazionario a lungo termine con cedola fissa;
- un interest rate swap con data di decorrenza coincidente con la data di liquidazione dell’ultima cedola a tasso fisso del titolo;
- una serie di interest rate cap di copertura.
La prima componente conferisce al possessore il diritto di ricevere il rimborso del valore nominale a scadenza, mentre la componente derivata determina il meccanismo di variabilità delle cedole periodiche.
Infatti, le cedole periodiche sono pari alla differenza tra un tasso di interesse fisso determinato nel regolamento del prestito e un tasso di interesse variabile.
Spesso il contratto swap incorporato nel reverse floater è un non par swap. In tal caso la cedola variabile sarà pari alla differenza tra il tasso fisso e il tasso variabile moltiplicato per due.
Un ulteriore distinzione nell’ambito dei reverse floater è tra obbligazioni step-up e step-down, espressioni che fanno riferimento al primo periodo di flusso cedolare, quello in cui l’ammontare è fisso.
Per le step-up, la somma corrisposta con le cedole è crescente, per le step-down la somma è decrescente.
Dopo questa prima fase subentra il meccanismo di variabilità.
Titoli linked
I titoli linked sono obbligazioni il cui rendimento è collegato all’andamento di determinati prodotti finanziari come per esempio le azioni, gli indici, tassi di cambio, commodities, o i fondi comuni di investimenti.
Il tasso di interesse corrisposto è generalmente inferiore a quello di mercato e alla scadenza viene garantito il rimborso alla pari del prestito.
L’acquirente ha tuttavia il vantaggio di poter ottenere alla scadenza un premio in base all’andamento del prodotto finanziario sottostante.
Sottoscrivendo, per esempio, un’obbligazione index linked, legata a un indice, di fatto si compra sia un’obbligazione che un’opzione call sull’indice sottostante. L’opzione non è gratuita, ma l’emittente recupera il costo di questa corrispondendo un tasso di interesse inferiore a quello di mercato.
L’investitore, quindi, sopporta il rischio tipico dell’acquirente di un’opzione. Con il passare del tempo l’opzione perde valore e solo se l’andamento del titolo sottostante supera il prezzo di esercizio fissato al momento dell’emissione percepirà un qualche flusso cedolare.
Una versione più semplice di obbligazione di tipo linked prevede il pagamento del solo premio a scadenza, senza il pagamento di cedole di interesse. In questo caso il premio incorpora anche il flusso di cedole non corrisposte nel corso della vita del prestito.
Titoli bull and bear
Le obbligazioni bull and bear sono titoli a tasso fisso in cui il rimborso del capitale dipende dall’andamento di un parametro che può essere, per esempio, il prezzo di un’altra attività finanziaria, un indice azionario, il rapporto cambio prefissato tra due valute o i tassi sui Titoli di Stato.
L’ammontare del prestito viene diviso in due tranche di identico valore, ma con diverse modalità di rimborso del capitale a scadenza.
Nella prima tranche, detta bull, il valore di rimborso varia in modo direttamente proporzionale alla variazione dell’andamento dell’attività di riferimento.
Nella seconda tranche, detta bear, il valore di rimborso varia in modo inversamente proporzionale alla variazione dell’andamento dell’attività di riferimento.
In questo modo, sull’emittente non grava alcun rischio connesso all’andamento della Borsa e l’investitore può sottoscrivere un titolo appartenente alla tranche bull o un titolo appartenente alla tranche bear, a seconda delle sue aspettative sull’andamento del mercato.
I sottoscrittori, le cui aspettative si verificheranno, otterranno un guadagno in conto capitale pari alla perdita subita da chi ha acquistato la tranche legata alle aspettative di segno contrario.
Titoli Drop-lock
L’obbligazione drop-lock è un titolo a tasso variabile che paga al possessore cedole indicizzate a un parametro sottostante.
L’obbligazione incorporata ha una clausola tale per cui, qualora il parametro di indicizzazione scenda al di sotto di un determinato limite, chiamato trigger rate, le successive cedole verranno conteggiate sulla base di un tasso fisso, stabilito nel regolamento di emissione, che può essere pari o superiore al trigger rate.
Sostanzialmente questo genere di strumento incorpora una clausola che può essere interpretata come una garanzia che protegge il possessore da un eccessivo ribasso dei tassi di interesse, garantendogli un rendimento fisso minimo.
Titoli callable e putable
Le obbligazioni denominate callable e putable prevedono la possibilità di essere rimborsate anticipatamente, con la differenza che per le callable l’emittente ha la possibilità di chiedere il rimborso anticipato, mentre per le putable è l’investitore ad avere la facoltà di chiedere il rimborso anticipato.
Le obbligazioni callable sono composte da una normale obbligazione a tasso fisso e un’opzione call a favore dell’emittente, voluta dall’emittente stesso per tutelarsi dalla discesa dei tassi di interesse.
Le obbligazioni putable sono invece composte da un’obbligazione a tasso fisso e un’opzione put a favore del sottoscrittore. L’investitore può esercitare la put in caso di aumento dei tassi di interesse, perché può vendere le obbligazioni a un prezzo contrattuale superiore a quello del prezzo di mercato.
Titoli con cedola massima e/o minima
Parliamo in questo caso di obbligazioni a cedola variabile in cui sono posti dei limiti per la salita o la discesa delle cedole.
Queste limitazioni possono presentarsi alternativamente o anche contemporaneamente all’interno del titolo.
I titoli con cedola massima prevedono un limite massimo alla crescita delle cedole. Oltre a una certa soglia stabilità, il valore non può andare. Si tratta di una protezione a favore dell’emittente, che è esposto al rischio di rialzo dei tassi.
I titoli con cedola minima prevedono, invece, un limite alla diminuzione delle cedole. Questi titoli contemplano un valore minimo che protegge l’investitore del ribasso dei tassi di interesse.
Credit linked note
In questi titoli strutturati, l’indicizzazione non è riferita ai flussi di cassa, ma al rischio di credito del titolo.
I credit linked note racchiudono:
- obbligazioni a cedola fissa;
- un credit derivante, ovvero un’assicurazione venduta dall’investitore all’emittente, che prevede una copertura legata al verificarsi di un particolare evento creditizio, come ad esempio l’insolvenza.
Nel caso in cui si verifichi l’evento creditizio, l’emittente del titolo ha il diritto di sospendere il pagamento delle cedole agli investitori.
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