Le leve motivazionali rappresentano un elemento chiave per rafforzare l’intesa all’interno del team aziendale, favorendo relazioni positive sia tra collaboratori che con l’imprenditore. Un gruppo unito e collaborativo è in grado di generare un clima lavorativo stimolante, in cui ciascun membro può esprimere al meglio le proprie capacità, contribuendo in modo efficace al raggiungimento degli obiettivi comuni dell’impresa.
Per ottenere questo risultato, è fondamentale comprendere cosa motiva ogni persona, conoscere i meccanismi alla base delle leve motivazionali e saperle individuare all’interno del proprio staff. È importante sottolineare che riconoscere e valorizzare le leve motivazionali dei collaboratori non vuol dire esercitare un controllo o una pressione, ma piuttosto offrire loro l’opportunità di crescere e realizzarsi all’interno dell’organizzazione.
Il meccanismo delle leve motivazionali
Allineare le spinte motivazionali individuali con gli obiettivi dell’azienda è un compito che richiede attenzione, consapevolezza e una certa dose di dedizione.
Le leve motivazionali operano proprio in questo spazio: aiutano a connettere ciò che le persone desiderano con la direzione in cui l’impresa vuole andare.
La motivazione, infatti, non si limita a essere la forza che alimenta l’impegno dei dipendenti o la loro partecipazione attiva alla vita aziendale. Va ben oltre: ha radici profonde nei valori personali, nei sogni e nelle aspirazioni di ciascuno. Non a caso, la parola “motivazione” deriva dal concetto di “movimento verso qualcosa di desiderato”.
In ambito psicologico, essa rappresenta l’insieme di bisogni, aspirazioni e intenzioni che guidano le azioni di un individuo. Per chi guida un’azienda, saper attivare queste leve significa comprendere cosa muove davvero ogni persona e orientare queste energie verso un traguardo condiviso: la crescita dell’organizzazione.
È fondamentale chiarire che questo approccio non ha nulla a che vedere con la manipolazione. Al contrario, si tratta di creare le condizioni affinché ogni lavoratore possa perseguire le proprie ambizioni all’interno del contesto aziendale, trovando così motivazione autentica e realizzazione personale.
Quando si riesce a costruire una visione comune, chiara e condivisa, nella quale tutti i membri del team si riconoscono, aumenta in modo naturale la qualità del lavoro e, di conseguenza, anche il successo dell’impresa.
Quante e quali sono le leve motivazionali?
A fornire una classificazione delle principali leve motivazionali umane è il modello sviluppato dallo psicologo e pedagogista tedesco Eduard Spranger. Secondo questo approccio, esistono sei leve fondamentali che guidano l’individuo verso un obiettivo.
Ogni persona all’interno di un’azienda può rispondere a una o più di queste motivazioni. Comprenderle permette di valorizzare al meglio ciascun talento, assegnando ruoli coerenti con le inclinazioni personali e creando un ambiente in cui ognuno possa dare il massimo.
Dopo un’accurata analisi dei comportamenti e dei bisogni umani, Spranger ‑filosofo, psicologo e pedagogista tedesco (1882–1963)- ha identificato sei diverse tipologie di motivazione:
- Motivazione teorica
Si manifesta nel desiderio di conoscere, studiare e approfondire. Chi è spinto da questa leva cerca costantemente di ampliare le proprie competenze, anche per evitare il rischio di sentirsi (o apparire) impreparato o inadeguato. - Motivazione utilitaristica
È legata all’efficienza e al rendimento: l’individuo mira a ottenere il massimo risultato con il minimo spreco di risorse. Questa leva è spesso alla base delle strategie di neuromarketing, poiché risponde alla necessità di trarre un vantaggio concreto da ogni situazione. - Motivazione individualistica
Chi è mosso da questa spinta aspira a distinguersi dagli altri, teme l’anonimato e desidera affermare la propria unicità. La ricerca di prestigio, visibilità e leadership è centrale per questi profili. - Motivazione estetica
Le persone guidate da questo tipo di motivazione cercano armonia e bellezza nelle relazioni, nei luoghi e nelle situazioni in cui si trovano. Tendono a evitare conflitti, privilegiando ambienti sereni e bilanciati. - Motivazione sociale
Si fonda sul desiderio di essere d’aiuto agli altri. Questi individui trovano gratificazione nel sentirsi utili, temono di essere percepiti come egoisti e orientano le proprie azioni verso il benessere collettivo. - Motivazione tradizionale
È legata alla coerenza con i propri valori e principi. Le persone mosse da questa leva agiscono nel rispetto delle loro convinzioni, temendo di allontanarsi da ciò in cui credono profondamente.
Secondo Spranger, queste sei leve sono alimentate da una tensione interiore tra un desiderio da raggiungere e una paura da evitare. Riconoscerle è fondamentale per costruire percorsi di crescita professionale personalizzati.
Ad esempio, creare un contesto lavorativo aperto al dialogo e capace di ridurre le tensioni relazionali può rispondere ai bisogni di chi è mosso dalla motivazione estetica. Allo stesso modo, un’azienda che valorizza le competenze e promuove l’eccellenza può soddisfare chi è animato da una motivazione individualistica.
L’obiettivo di questo approccio è chiaro: offrire a ogni dipendente la possibilità di realizzarsi professionalmente, trasformando la propria spinta interiore in un contributo concreto al successo dell’impresa.
Capire le leve decisionali degli altri
Anche al di fuori del contesto interno all’azienda, saper individuare cosa spinge una persona a prendere determinate decisioni è una competenza preziosa nel mondo del business.
Che si tratti di potenziali partner, collaboratori esterni, stakeholder o persino concorrenti, è importante ricordare che ognuno agisce sulla base di valori, obiettivi e desideri personali.
Per scoprire queste motivazioni profonde, lo strumento più efficace resta sempre lo stesso: un ascolto autentico, libero da pregiudizi. Uno dei modi migliori per favorire un confronto significativo, che consenta di cogliere le reali spinte decisionali dell’altro, è porre domande aperte orientate al futuro. Ad esempio, puoi chiedere:
- “Quali sono i tuoi obiettivi nei prossimi anni?”
- “Dove e come ti vedi tra uno, tre o dieci anni?”
- “Cosa ti farebbe sentire davvero soddisfatto del tuo percorso?”
Domande come queste stimolano riflessioni personali e mettono in luce aspirazioni e paure, aiutandoti a comprendere quali leve motivazionali entrano in gioco.
Tuttavia, fare le domande giuste non basta. È fondamentale saper ascoltare in profondità e interpretare i messaggi impliciti, andando oltre le parole per comprendere ciò che viene suggerito più che dichiarato apertamente.
Comprendere le leve decisionali di chi hai di fronte è, in fondo, un esercizio di attenzione al non detto: un’indagine delicata che può offrire grandi vantaggi nella costruzione di relazioni professionali solide ed efficaci.
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