I digital certificates sono una tipologia di certificati sia a capitale protetto sia a capitale condizionatamente protetto.
A capitale protetto significa che in caso di prestazione negativa del sottostante, ovvero l’asset finanziario legato al certificato, l’investitore otterrebbe indietro tutta la somma inizialmente investita, meno i premi da pagare alla banca per mantenere aperta la posizione finanziaria.
Nel secondo caso la salvaguardia del capitale investito si verifica solo se determinate condizioni sussistono.
La tipologia a capitale protetto è dedicata a chi ha una bassa propensione al rischio, mentre la tipologia a capitale condizionatamente protetto è indicata per chi è disposto a correre un rischio più alto.
Le particolarità di questa tipologia di certificati sono essenzialmente due:
- la possibilità di investire sia long, cioè al rialzo, sia short, cioè al ribasso, sul sottostante indicato;
- la presenza di una soglia, detta livello digital, che se fosse raggiunta in una determinata data di rilevazione, porterebbe l’investitore ad avere un profitto prestabilito.
I digital certificates a capitale condizionatamente protetto hanno un ulteriore vantaggio, ovvero la presenza del livello di barriera. Sotto questo limite il certificato long è da considerarsi negativo. In caso, invece, di certificato short la prestazione negativa partirebbe sopra il limite di barriera.
La durata media dei digital certificates varia dai 3 ai 6 anni.
Esempio pratico
Per capirne il funzionamento ricorreremo a un esempio inventato, perciò le quotazioni che si susseguiranno non dovranno essere considerate veritiere, ma solo utili ai fini della comprensione dei digital certificates.
Il risparmiatore sottoscrive, presso la sua banca, un certificato digital long con sottostante il cambio euro dollaro. La durata del certificato sarà di 4 anni e l’investimento è pari a 10.000€. Nel momento della sottoscrizione, EUR/USD si trova a 1,23, mentre il livello digital è concordato a 1,27 e il raggiungimento di tale livello viene osservato ogni 2 anni e in tal caso il premio sarebbe di 1.000€.
Dopo due anni, se il cambio euro dollaro dovesse aver raggiunto quota 1,27, l’investitore otterrebbe 1.000€ di premio per aver raggiunto il livello digital, in caso contrario non accadrebbe nulla.
Dopo altri due anni, dunque al termine del certificato, potremmo avere tre ipotesi:
- Il sottostante ha raggiunto nuovamente quota 1,27 attestandosi nella data di scadenza con una crescita del 3,25% nei 4 anni. Oltre ai 1.000€ del premio verrà riconosciuta la performance positiva del cambio euro/dollaro e dunque il risparmiatore otterrebbe indietro 10.325€ (10.000+325).
- Il cambio EUR/USD non raggiunge quota 1,27, ma si attesta a 1,24, ottenendo una performance positiva dello 0,81%. All’investitore tornerebbero 10.081€.
- Il cambio euro/dollaro giunge a quota 1,20, il risparmiatore non otterrebbe nessun premio e avrebbe indietro il capitale investito, ovvero 10.000€ sottratti dei premi dovuti alla banca per il mantenimento della posizione aperta.
L’esempio riportato è riferito ai digital certificates a capitale protetto. Qualora l’investitore avesse optato per un certificato a capitale condizionatamente protetto vi sarebbe stato il livello di barriera, che se superato avrebbe escluso la possibilità della salvaguardia della somma investita.
In fase di sottoscrizione con la banca, solitamente viene indicato con certezza a che categoria appartiene il certificato. Se ciò non dovesse accadere, allora è sempre meglio chiedere più delucidazioni possibili all’istituto bancario a cui ci si rivolge.
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