Il concetto di diversificazione è uno dei più importanti nel mondo degli investimenti.
È ciò che fa la differenza tra un buon investitore, a cui sembra che gli affari vadano sempre bene indipendentemente dall’andamento dei mercati, e uno che improvvisamente si ritrova senza niente.
Potranno sempre esserci degli imprevisti lungo il percorso ed esisterà sempre la possibilità di perdere tutto, ma grazie alla diversificazione questa possibilità diventa alquanto remota.
La diversificazione consiste nell’allocare i propri capitali in diversi asset class, in vari settori, in diverse classi di rischio, con le adeguate conoscenze e i giusti calcoli. In questa maniera, se uno o più investimenti dovessero andare male, si eviterà di essere in perdita, o comunque si riuscirà a contenere la perdita grazie agli altri investimenti.
Esistono quattro principali categorie su cui dividere il proprio capitale.
Liquidità
Nessun bravo investitore impiega il suo intero capitale negli investimenti. Un esperto si assicura di avere sufficiente liquidità per gli imprevisti e per i casi in cui, eventualmente, la propria situazione finanziaria o personale dovesse prendere una brutta piega.
Fanno parte di questa categoria i capitali per le emergenze, stanziati appositamente per quel genere di imprevisti legati maggiormente alla vita privata, come per esempio delle spese mediche inaspettate. Non esiste una cifra indicativa, ognuno deve scegliere di mettere da parte la quantità di denaro che lo fa sentire più tranquillo.
Sarebbe anche opportuno creare un capitale capace di coprire le proprie spese per uno o due anni nel caso in cui, per qualsiasi motivo, dovesse interrompersi il proprio flusso di denaro in entrata.
Naturalmente, rientra in questa categoria anche una somma da dedicare ai propri investimenti e imprevisti inerenti ad essi, la liquidità operativa. Ovvero il capitale ancora non investito, in attesa dell’opportunità migliore che si presenta nei vari settori in cui si vuole investire.
Basso rischio
Per valutare a quale categoria appartiene un investimento, bisogna analizzare due caratteristiche: la tangibilità dell’investimento e il controllo che si può avere su di esso.
Con tangibilità si intende l’esistenza vera e propria dell’investimento. Per esempio, eseguire un’operazione immobiliare è un investimento tangibile, in quanto esiste un bene, una casa. Se l’operazione non dovesse andare a buon fine, o dovesse interrompersi per qualsiasi motivo, all’investitore resterebbe comunque un immobile.
Se è l’investitore in prima persona a seguire tutta l’operazione che comprende quindi l’acquisto, la ristrutturazione o eventuali lavori e la vendita, allora in questo caso egli sta avendo anche il pieno controllo e di conseguenza l’operazione si potrebbe considerare un investimento a basso rischio.
Un altro esempio di investimento a basso rischio è dato dalle aziende nel caso in cui l’investitore, oltre a impiegare il proprio capitale, può intervenire nella vita dell’azienda stessa in maniera diretta, per esempio lavorando per farlo crescere, o apportando delle consulenze.
Gli investimenti a basso rischio di solito hanno un ritorno economico inferiore rispetto agli investimenti a medio e alto rischio, ma è comunque caldamente consigliato averli nel proprio portafoglio in quanto costanti.
Rientrano in questa categoria non solo gli investimenti immobiliari o in aziende, ma anche i conti deposito, le obbligazioni, i BOT, o i CCT.
Medio rischio
Un investimento può essere considerato a medio rischio se questo è tangibile ma non è possibile averne il pieno controllo, o viceversa.
Per esempio, un’operazione immobiliare diventa un investimento a medio rischio se viene seguita da una terza persona, quindi nel caso in cui l’investitore mette a disposizione esclusivamente il capitale e si intesta tutta l’operazione, senza però partecipare attivamente all’acquisto o alla vendita o ancora senza aver seguito i lavori.
Si può considerare anche a medio/alto rischio un’operazione dove un investitore mette solo a disposizione il proprio capitale di terzi, senza nemmeno intestarsi l’immobile, in questo caso può rischiare di perdere tutto, eventualmente l’operazione dovesse andar male.
Anche le aziende dove viene impiegato solo il proprio capitale, senza potervi partecipare in maniera diretta o indiretta, possono essere considerate investimenti a medio rischio.
Un esempio, invece, in cui si ha il controllo ma non la tangibilità è il trading di derivati, dove si possono eseguire delle analisi e prendere delle decisioni, ma nel momento in cui si compra qualcosa non si ha realmente nulla in mano.
Rientrano quindi in questa categoria i fondi immobiliari, il crowdfunding immobiliare, il trading azionario e gli ETF azionari.
Alto rischio
Fanno parte invece della categoria ad alto rischio tutti quegli investimenti non tangibili e su cui non si può avere il controllo.
Un esempio sono le criptovalute che, per definizione, non sono tangibili. Esistono solo in maniera virtuale nella rete. Inoltre, è molto difficile averne il controllo o prevederne l’andamento.
Un altro esempio sono le startup. Si parla in questo caso di aziende molto particolari, dove la stessa esistenza dell’azienda è molto precaria. A volte la startup consiste addirittura solo in un’idea. Se poi si decide di investire in startup tramite strumenti finanziari come l’equity crowdfunding, in tal caso allora non si ha il minimo controllo dell’azienda.
Gli investimenti ad alto rischio possono essere investimenti molto redditizi, ma prima di eseguirne uno bisogna essere disposti e consapevoli di poter perdere tutto il capitale investito in esso.
Rientrano in questa categoria anche le penny stocks e l’equity crowdfunding.
Come eseguire in maniera corretta la diversificazione
Lo scopo della diversificazione è quello di permettere all’investitore di restare in pari, o avere una perdita molto contenuta, nel caso in cui uno o più investimenti dovessero andare male.
Questo significa che va suddiviso il proprio capitale in maniera tale che gli investimenti a basso rischio, quindi con un guadagno molto probabile, siano capaci di coprire eventuali perdite degli investimenti ad alto rischio, se dovessero andare male tutti.
Non sono da escludere gli investimenti a medio rischio, ma questi dovrebbero rappresentare più una piccola variazione del proprio guadagno. Cioè non dovrebbero influenzare troppo l’andamento del proprio portafoglio.
Per eseguire nel miglior modo la diversificazione, bisogna inoltre conoscere bene gli asset in cui si decide di investire. Questo perché ogni investimento presenta sempre delle sfumature diverse che determinano la propria categoria.
Infatti, gli esempi che abbiamo fatto precedentemente erano molto generali e non sono da prendere come casi assoluti.
Una volta fatte le proprie valutazioni su un investimento, bisogna considerare il capitale stanziato per la categoria in cui rientra l’investimento. Qui tanti investitori commettono l’errore di uscire dalla propria pianificazione, ammaliati dal potenziale guadagno dell’investimento, dedicando magari più capitale di quello precedentemente deciso in investimenti a medio o alto rischio, con la conseguenza poi di ritrovarsi in perdita, se questi dovessero andare male.
In questo articolo abbiamo spiegato in maniera generale che cos’è la diversificazione, ma si tratta di un argomento di cui parliamo spesso e in maniera più approfondita nella nostra community, dove ti invitiamo a entrare se ti interessa il mondo degli investimenti e dove potrai conoscere altre persone come te che condividono questa passione.
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