Gli ETF idrogeno sono visti con grande interesse da parte degli investitori.
Questo a causa dei cambiamenti climatici e dei suoi effetti sull’ecosistema, cambiamenti che stanno spingendo le istituzioni e le aziende a catalizzare l’attenzione sulla produzione e lo stoccaggio di energia pulita.
Proprio l’idrogeno, nei prossimi anni, potrà diventare un elemento chiave per veicolare questa rivoluzione verde.
Fin dagli anni ‘70 sono stati fatti diversi tentativi per utilizzare l’idrogeno come fonte di energia per alimentare i veicoli. Ma al momento è una tecnologia troppo costosa per diffondersi su larga scala.
Ad oggi, l’idrogeno è utilizzato per lo stoccaggio dell’energia prodotta da fonti rinnovabili. Inoltre, viene utilizzato per produrre batterie elettriche che possono alimentare i grandi motori di navi, aerei e altri mezzi pesanti.
Visto che l’idrogeno è un elemento dal forte potenziale, sono nati dei fondi che permettono ai risparmiatori di incrementare l’esposizione all’economia dell’idrogeno pulito.
Nel processo di diversificazione del portafoglio d’investimento, potrebbe essere utile prendere in considerazione anche gli ETF sull’idrogeno.
Come viene prodotto l’idrogeno
L’idrogeno è un elemento molto semplice e facile da reperire.
Si compone solo di un elettrone e un protone ed è presente in molte molecole, come ad esempio l’acqua.
È importante sapere che l’idrogeno non è tutto uguale, ma ha un impatto ambientale diverso a seconda della molecola da cui viene estratto.
In particolare, possiamo distinguere 5 tipi di idrogeno:
- idrogeno verde. Si estrae dall’acqua tramite elettrolisi alimentata da fonti di energia rinnovabile, come ad esempio l’energia eolica, idroelettrica e fotovoltaica;
- idrogeno viola. Si estrae sempre dall’acqua, ma l’elettrolisi è alimentata dall’energia nucleare;
- idrogeno blu. Si estrae dagli idrocarburi fossili;
- idrogeno grigio. Si estrae dal metano;
- idrogeno nero. Si estrae dal petrolio.
Le prime quattro tipologie di idrogeno sono quelle che destano maggiore interesse e che potrebbero trainare un nuovo trend nell’industria e nell’economia.
Perché investire in idrogeno
L’idrogeno è impiegato nell’industria da molti anni. Soprattutto per la raffinazione del petrolio e per la produzione di ammoniaca e acciaio.
La ricerca, che sta facendo notevoli progressi, ha l’obiettivo di utilizzare l’idrogeno come sostituto del petrolio, allo scopo di alimentare motori di tutte le dimensioni.
In uno scenario di questo tipo, è facile intuire come l’idrogeno nei prossimi anni potrebbe portare grandi trasformazioni in diversi settori. Dalla produzione industriale all’alimentazione di veicoli, fino alla produzione di energia pulita.
Dal 1975 al 2018 la richiesta di idrogeno ha avuto una crescita del 300%. Il diffondersi delle tecnologie a idrogeno potrebbe portare ad un vero e proprio boom di richieste in diversi settori dell’economia.
ETF sull’idrogeno
Visto l’interesse degli investitori, sono stati lanciati 2 diversi ETF sull’idrogeno. Si tratta di strumenti molto giovani, che hanno debuttato solo nel 2021.
L&G Hydrogen Economy UCITS ETF
Lanciato nel febbraio 2021 con sede in Irlanda, utilizza il dollaro come valuta di riferimento. Il suo portafoglio è ben diversificato. Infatti, le prime 10 azioni rappresentano solo il 38,43% dell’indice.
Si tratta di aziende che lavorano nei settori dell’industria (53,59%) e delle materie prime (24,19%) e in piccola parte nei settori dei beni voluttuari (9,79%). Anche la ripartizione geografica del fondo esprime un’alta diversificazione.
VanEck Vectors Hydrogen Economy UCITS ETF
L’ETF VanEck Vectors Hydrogen Economy UCITS è stato lanciato nel marzo 2021. Anche questo ETF idrogeno ha sede in Irlanda e utilizza il dollaro come valuta di riferimento. Si tratta di un fondo più concentrato, poichè le prime 10 azioni, sul totale di 25, rappresentano il 78% dell’indice.
Sono aziende che operano soprattutto nel settore delle materie prime e dell’industria, distribuite in modo ben diversificato sul Pianeta.
Le alternative agli ETF idrogeno
Chi vuole investire su questa tecnologia può ricorrere a uno strumento finanziario diverso rispetto agli ETF idrogeno. Ovvero gli Investment Certificates.
I Certificates che operano nel settore dell’idrogeno sono due:
- Solactive Hydrogen Top Selection Index. Include 15 diverse azioni, le cui aziende sono dislocate negli Stati Uniti per il 50%;
- ICF Hydrogen Select. Comprende 25 aziende impegnate nella produzione di idrogeno e nella realizzazione di celle a combustibile, motori a idrogeno e batterie per l’alimentazione di veicoli.
Conclusioni
Il mercato degli ETF idrogeno sembra promettere molto bene. Tuttavia, ci sono anche delle criticità che si devono prendere in considerazione.
Estrarre idrogeno da energie a basse emissioni è ancora molto costoso. Entro il 2030 si prevede una riduzione dei costi del 30%, ma siamo ancora lontani dal traguardo.
Oggi l’idrogeno è prodotto con l’utilizzo di gas naturale e carbone e la sua produzione comporta un’elevata quantità di emissioni di CO2.
Il percorso verso la prospettata evoluzione green è ancora lungo e richiederà un forte impegno sia alle imprese che alle istituzioni.
Queste riflessioni ci portano a un’altra criticità. Sembrerebbe che le normative ad oggi ostacolino la produzione di idrogeno da fonti di energia rinnovabile. È auspicabile l’adozione di standard internazionali comuni che riguardino sia l’impatto ambientale del mercato dell’idrogeno, sia la sicurezza nello stoccaggio e nel trasporto dell’idrogeno.
Se è vero che l’idrogeno sarà l’elemento del futuro e farà registrare un boom, è probabile che bisognerà aspettare ancora qualche anno prima che questo mercato sia maturo.
Nel frattempo, le alternative non mancano di certo e nel panorama degli ETF ci sono tanti validi asset da utilizzare per la composizione di un portafoglio d’investimento efficiente e diversificato.
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