Ethereum Merge: che cos’è, vantaggi e preoccupazioni

Tra il 15 e il 16 set­tem­bre la blockchain Ethereum con­clud­erà il merge, ovvero la fusione con la Bea­con Chain, che san­cirà il pas­sag­gio defin­i­ti­vo, per quan­to riguar­da il mec­ca­n­is­mo di val­i­dazione delle transazioni, dal Proof of Work, PoW, al Proof of Stake, PoS.

Si trat­ta di un’importante tran­sizione tec­no­log­i­ca nel­la sto­ria del­la blockchain, che ha l’obiettivo di apportare miglio­ra­men­ti sia dal pun­to di vista eco­logi­co che in ter­mi­ni di scal­a­bil­ità, anche se non nell’immediato.

Differenza tra PoW e PoS

Abbi­amo già par­la­to in un prece­dente arti­co­lo del­la PoW e del­la dif­feren­za con la Proof of Stake.

In breve, le blockchain sono un par­ti­co­lare tipo di sis­te­mi Dis­trib­uted Ledger Tech­nolo­gies, strut­turati come una cate­na di bloc­chi. Cias­cun bloc­co con­tiene un set di transazioni ed è relazion­a­to al bloc­co suc­ces­si­vo. L’insieme dei bloc­chi cos­ti­tu­isce una sor­ta di “libro mas­tro” delle transazioni. Cias­cun nodo che parte­ci­pa alla blockchain attra­ver­so una rete peer-to-peer può con­sultare il con­tenu­to dei bloc­chi in maniera indipen­dente. Ma la mod­i­fi­ca è rego­la­ta dal mec­ca­n­is­mo del con­sen­so. Che ovvi­a­mente i parte­ci­pan­ti devono rag­giun­gere pri­ma di pot­er inserire un nuo­vo ele­men­to nel data­base.

Il min­er è un parte­ci­pante alla blockchain che mette a dis­po­sizione la poten­za di cal­co­lo del pro­prio com­put­er per val­i­dare le transazioni. Attiv­ità che prende il nome di min­ing e con­sente al bloc­co di essere inser­i­to nel­la cate­na. Per garan­tire la sicurez­za del min­ing, i nodi devono rag­giun­gere un accor­do tra di loro. Queste deci­sioni ven­gono prese tramite i cosid­det­ti pro­to­col­li di val­i­dazione delle transazioni, di cui i più uti­liz­za­ti ad oggi sono il Proof of Work e il Proof of Stake.

La blockchain Ethereum, nota per ospitare ad oggi il più grande mer­ca­to di NFT, gra­zie alla pos­si­bil­ità di uti­liz­zare gli Smart Con­tracts, e quin­di di essere una blockchain “pro­gram­ma­bile”, ha da sem­pre uti­liz­za­to il mec­ca­n­is­mo PoW per val­i­dare i pro­pri inser­i­men­ti, analoga­mente a Bit­coin.

Il PoW si basa sul­la risoluzione di prob­le­mi matem­ati­ci com­p­lessi che i min­er devono risol­vere per pot­er inserire il bloc­co. Soli­ta­mente, più è alta la poten­za di cal­co­lo del min­er, mag­giore sarà la prob­a­bil­ità che egli riesca a trovare la fun­zione hash nec­es­saria per l’inserimento del bloc­co. E rice­vere per­tan­to il pre­mio del suo lavoro in Ether (o ETH).  La val­u­ta di Ethereum.

Il pro­to­col­lo PoS, invece, rap­p­re­sen­ta una alter­na­ti­va al PoW, ed è sta­to introdot­to nel 2011 come rispos­ta all’enorme dis­pendio di ener­gia che il PoW richiede. Nel PoS, il min­ing del PoW viene sos­ti­tu­ito dai val­ida­tor, che oppor­tu­na­mente selezionati, devono depositare una cauzione in crip­to­va­lute, det­ta stake, all’interno del­la blockchain a garanzia del­la pro­pria integrità.

Sono i val­ida­tor, nel PoS che, all’aumentare del­lo stake, avran­no una mag­giore prob­a­bil­ità di essere selezionati in maniera pseudo­ca­suale. Selezionati per val­i­dare, fir­mare e aggiun­gere il bloc­co alla cate­na. Si è poi remu­nerati con una sor­ta di trat­tenu­ta sul­la transazione val­i­da­ta, che andrà ad aumentare lo stake ver­sato.

Pri­ma di pot­er uti­liz­zare il fee o la pro­pria cauzione, il net­work ver­i­fi­ca che il val­ida­tor si sia com­por­ta­to cor­ret­ta­mente e che non abbia agi­to in maniera frau­do­len­ta.

Adesso vedi­amo meglio in cosa con­siste il merge di Ethereum.

Merge, vantaggi e potenziali problemi

Già pri­ma del suo lan­cio, nel 2015, gli svilup­pa­tori di Ethereum ave­vano l’ambizione di sos­ti­tuire il PoW con il PoS. Il merge di Ethereum è sta­to uno degli obi­et­tivi prin­ci­pali nel­la roadmap del­la blockchain.

L’implementazione del PoS si è riv­e­la­ta molto più impeg­na­ti­va rispet­to alle stime iniziali.  Soprat­tut­to in ter­mi­ni di sicurez­za. Questo è il moti­vo per cui il merge di Ethereum si con­cretiz­za solo ora, nel ter­zo trimestre del 2022.

I vantaggi

I van­tag­gi atte­si sono quel­li rel­a­tivi a:

  • minori costi delle transazioni;
  • minori con­su­mi ener­geti­ci;
  • mag­giore veloc­ità di ese­cuzione

Anche se va det­to che questi van­tag­gi sono al momen­to più ipoteti­ci che reali. Infat­ti, non saran­no disponi­bili da subito. E comunque non fino a quan­do anche la fase suc­ces­si­va al merge, ovvero lo shard­ing, ver­rà com­ple­ta­ta.

Gran­di aspet­ta­tive sono riposte nel rius­cire ad abbas­sare i costi delle transazioni. Oggi reg­is­trare una sin­go­la transazione è in gen­erale abbas­tan­za cos­toso. Questo limi­ta non poco l’utilizzo di Ethereum nel caso di micro­transazioni, e più in gen­erale il suo uti­liz­zo dif­fu­so.

Se con l’introduzione del PoS si rius­cirà a lim­itare i costi, è facile che l’utilizzo del­la blockchain aumen­ti con­sid­erevol­mente e l’utilizzo di Ethereum si dif­fon­da enorme­mente.

Lo sharding

L’altra impor­tante novità, nel­la quale si ripon­gono gran­di aspet­ta­tive, riguar­da l’introduzione, dopo il Merge, del­lo shard­ing. Una tec­ni­ca di scal­a­bil­ità del­la blockchain in base alla quale il pro­to­col­lo aumen­ta il suo through­put sud­div­i­den­do la blockchain in più blockchain, shard. Con­sen­ten­do ai sin­goli com­put­er di scegliere su quale delle tante blockchain lavo­rare.

Di fat­to, questo dovrebbe tradur­si in veloc­ità e capac­ità aggiun­tive, e quin­di nel­la pos­si­bil­ità di elab­o­rare molte più transazioni e smart con­tract al sec­on­do, a costi molto infe­ri­ori, aggiun­gen­do più parte­ci­pan­ti alla rete su shard sep­a­rati.

La sicurezza

Dal pun­to di vista del­la sicurez­za, il PoS sem­bra meno suscettibile a cer­ti tipi di attac­chi.

Come nel caso dell’attacco 51%. Nel PoS per un sin­go­lo sogget­to detenere il 51% di crip­to­va­l­u­ta avrebbe un cos­to esor­bi­tante e inoltre avrebbe lo svan­tag­gio di far pre­cip­itare il prez­zo del­la crip­to­va­l­u­ta del­la blockchain. Con un dan­no che colpirebbe anche l’hacker stes­so.

I rischi

Esistono diverse altre per­p­lessità rel­a­tive alla sicurez­za del PoS, che nel pas­sato han­no con­tribuito a fre­narne la dif­fu­sione.

Ad esem­pio, con­sid­er­a­to che il val­ida­tor, una vol­ta che è sta­to selezion­a­to per val­i­dare un bloc­co, non sostiene alcun cos­to, cosa lo trat­ter­rebbe dal val­i­dare anche un bloc­co frau­do­len­to?

Altro prob­le­ma ampia­mente dibat­tuto è il Noth­ing at Stake. Nes­suna pos­ta in gio­co in cui, nel caso di una ram­i­fi­cazione, o fork, del­la blockchain, o in qual­si­asi altro tipo di dis­ac­cor­do del con­sen­so, un val­ida­tor potrebbe votare per entram­bi i fork, per­ché ha delle poste in gio­co su entrambe e non è com­putazional­mente dis­pendioso lavo­rare su tut­ti i fork esisten­ti.

Cosa succederà ai miner

Sec­on­do gli anal­isti di J.P. Mor­gan, è prob­a­bile che i min­ers in parte con­tin­uer­an­no le attiv­ità di min­ing su Ethereum Clas­sic, ETC. Il net­work ottenu­to dal­la hard fork di Ethereum del 2016, in segui­to al noto caso “The DAO”. Ovvero il fur­to di cir­ca 50 Mil­ioni di dol­lari da una delle prime Decen­tral­ized Autonomous Orga­ni­za­tions. Un fon­do di inves­ti­men­to in ETH che oper­a­va su Ethereum come smart con­tract.

Altri, invece, diven­ter­an­no val­ida­tors nel­la nuo­va Ethereum.

Sec­on­do le stime di J.P. Mor­gan, però, saran­no anche molti i min­ers che usci­ran­no defin­i­ti­va­mente di sce­na. Il che si tradur­rà in un cospic­uo aumen­to di ven­dite delle com­po­nen­ti nec­es­sarie a effet­tuare le attiv­ità di min­ing. Quin­di un crol­lo dei prezzi di tali com­po­nen­ti.

Conclusioni

Le aspet­ta­tive sul merge di Ethereum sono altissime. Anche se è pre­maturo dire quan­do e quan­to esse si real­izzer­an­no in con­cre­to per gli uten­ti.

Se però l’adozione del PoS dovesse riv­e­lar­si poco effi­cace, il prez­zo del­la blockchain, che è deter­mi­na­to dalle aspet­ta­tive, potrebbe ulte­ri­or­mente cam­biare al rib­as­so.

L’introduzione del­lo shard­ing, pre­vis­to per il 2023, sarà un ulte­ri­ore ban­co di pro­va per la blockchain che, sec­on­do gli svilup­pa­tori, dovrebbe ren­dere Ethereum pari ai sis­te­mi di paga­men­to cen­tral­iz­za­ti ed estrema­mente scal­a­bili.

Res­ta aper­to il dibat­ti­to sul­la sicurez­za. Col­oro che cre­dono nell’efficacia del PoS sosten­gono che gli sce­nari di attac­co più comu­ni ad oggi conosciu­ti siano impos­si­bili. O tal­mente com­p­lessi da immag­inare che in realtà sono più teori­ci che reali. I detrat­tori del PoS, invece, met­tono in luce come in gen­erale tali sis­te­mi siano molto più com­p­lessi dei PoW, il che aumen­ta notevol­mente la super­fi­cie di attac­co delle loro reti e quin­di anche il ris­chio di subire tali attac­chi.

Sen­za dub­bio, dopo il merge, Ethereum sarà un sis­tema com­ple­ta­mente diver­so. Il suo suc­ces­so, o insuc­ces­so, sarà deter­mi­na­to dalle oppor­tu­nità e fidu­cia che il net­work rius­cirà a sostenere e garan­tire a uten­ti e investi­tori.

Spe­ri­amo che, gra­zie a questo arti­co­lo, adesso ti sia più chiaro che cos’è il merge di Ethereum e che cosa potrebbe suc­cedere. In tal caso, o se hai anco­ra qualche dub­bio, scriv­i­ci pure nei com­men­ti qui sot­to.

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Imprenditore digitale

Stefano Picchio

Tutto è iniziato nel 2013, momento in cui mi sono interessato al mondo dell'online.
In quegli anni facendo piccoli investimenti di natura finanziaria. Successivamente ho scoperto altri settori di investimento fino a conoscere ed appassionarmi di imprenditoria e digital marketing.
Ora ho uno smart-team di 11 collaboratori sparsi in giro per il mondo con i quali gestisco le mie 3 aziende.

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