Una corretta pianificazione fiscale. Potrebbe essere questa la risposta alla domanda: “come pagare meno tasse?“. Ovviamente si tratta di una risposta abbastanza vaga e sicuramente non è l’unica, tuttavia molti business in Italia vedono il proprio utile sbriciolarsi sotto il peso delle imposte a causa di una scorretta o completamente mancata pianificazione fiscale.
Prima di addentrarci nei cavilli della fiscalità italiana cerchiamo di fare chiarezza con un’introduzione al panorama fiscale del nostro paese, definendo i principali concetti e le differenze tra i regimi.
Innanzitutto ricorda che noi non siamo né commercialisti né fiscalisti, siamo imprenditori e investitori che parlano per esperienza sul campo, abbiamo aperto e portato avanti diversi business e ci siamo interfacciati con commercialisti e specialisti del settore. Il nostro obiettivo perciò non è dirti cosa sia più giusto per te, ogni posizione merita la dovuta valutazione di un professionista, vogliamo però farti scattare una molla nella testa che ti porti ad informarti e documentarti, ricorda che un imprenditore deve conoscere la fiscalità.
Quando si parla di business e di imposte esistono essenzialmente due categorie di persone: quelli che hanno paura della situazione fiscale ancora prima di iniziare e persone che preferiscono non parlarne, quasi come fosse un taboo.
Avere paura della tassazione italiana o delle pratiche burocratiche da sbrigare e dei rispettivi costi è esagerato, lasciarsi influenzare dalle voci che dicono “in Italia si paga il 70%” di tasse” (non propriamente corretto), è il peggiore dei modi per approcciarsi al mondo imprenditoriale.
Il nostro consiglio è quello di iniziare a lavorare e a generare fatturato, non preoccuparti della regolamentazione fiscale ancora prima di iniziare, questa può richiedere capitali che oggi non possiedi e soprattutto ancora non sai se il tuo business funzionerà.
Soltanto dopo aver fatto i primi numeri, soltanto dopo aver iniziato ad avere introiti ricorrenti potrai parlare con un consulente fiscale ed un commercialista, inoltre non tutte le attività richiedono anticipatamente una posizione fiscale definita. Una volta partita la ruota potrai iniziare a strutturare il tuo business e davanti a certi numeri potrai interessarti anche all’internazionalizzazione.
Soggetto fisico e soggetto giuridico
Cerchiamo di capire nel modo più semplice possibile la differenza tra soggetto fisico e soggetto giuridico.
Il soggetto fisico è il cittadino italiano, identificato da un codice fiscale, può essere studente, dipendente, disoccupato, di conseguenza può sia percepire reddito che non percepirlo. Rientra in questa categoria anche l’imprenditore in qualità di soggetto fisico, tuttavia la tassazione del suo fatturato ricade sulla sua figura a livello giuridico.
Il soggetto giuridico invece è identificato da una partita IVA. Per soggetto giuridico si intendono tutte le tipologie di società, individuali o composte da più persone.
La principale distinzione all’interno del soggetto giuridico è tra società di persone e società di capitale.
Società di persone o società di capitale
Entriamo nello specifico, esistono due macro differenze tra queste due tipologie di società: la responsabilità e le imposte.
Partiamo dal primo punto, all’interno di una società di capitale si parla di responsabilità limitata al capitale sociale versato. Questo significa che in caso di fallimento, il capitale sociale costituisce il capitale di rischio massimo.
Diversamente, nel caso di società di persone la responsabilità è illimitata e grava sulla singola persona fisica. In una società di persone la responsabilità economica in caso di fallimento pesa sulle persone fisiche che fanno parte della società e i singoli capitali delle persone possono essere intaccati.
Sicuramente l’apertura e la gestione di una società di capitale ha un costo maggiore, tuttavia permette di avere più garanzie grazie ad una responsabilità economica limitata e circoscritta al capitale.
Molto spesso si pensa anche che una società di capitale paghi più imposte, assolutamente non vero, oltretutto, parlando di nuovi business che stanno nascendo e dall’esito non sicuro, è preferibile tutelare l’imprenditore e lasciare che sia l’impresa a non funzionare e pagarne le spese.
La seconda differenza riguarda la tassazione fiscale.
Una società di capitale sconta IRES e IRAP, imposte fisse che gravano a prescindere dal fatturato e che indicativamente corrispondono al 28% con qualche minima differenza tra le diverse regioni.
Una società di persone fisiche paga annualmente IRPEF e INPS scaglionato in base all’utile. L’aliquota varia tra il 17 e il 43% indicativamente.
È vero che in Italia si arriva a pagare il 60-70% di tasse ma non è completamente corretto. Quando questo avviene solitamente non è stata fatta una pianificazione efficace e probabilmente, l’evoluzione della struttura non è stata affiancata da una corretta evoluzione della posizione fiscale. Mano a mano che un’attività cresce e l’utile aumenta, ci sono accorgimenti da avere per massimizzare i profitti.
So cosa stai pensando, e no, il tuo commercialista non sempre è in grado di aiutarti.
Ogni imprenditore deve conoscere la fiscalità, non può delegare l’intera gestione fiscale della propria azienda ad un commercialista che contemporaneamente gestisce altri 20-30 clienti (in realtà molti di più).
In Italia manca la formazione fiscale, ogni imprenditore deve essere commercialista della propria azienda, il commercialista serve come tecnico professionista che ci informa su cosa pagare e quando farlo. Sono pochi i commercialisti che aiutano i propri clienti a trovare dei buoni escamotage legali per abbattere il carico fiscale.
Capita spesso che i commercialisti non conoscano bene la tipologia di business dei propri clienti, questa mancata conoscenza qualche anno fa ci ha provocato una considerevole spesa che attraverso uno stratagemma completamente legale avremmo potuto evitare.
Un buon fiscalista può venire in aiuto in queste situazioni aiutandoti a capire quali sono i punti da toccare per migliorare la pressione fiscale e come comunicare con il proprio commercialista.
La tassazione degli investimenti
Parlando dell’area per noi di maggiore interesse, ovvero il mondo degli investimenti, in Italia la situazione è ben definita. Esistono tre tipologie di reddito derivante da investimenti con rispettive tassazione e sono:
- Reddito della persona che effettua investimenti in qualità di soggetto fisico, identificato da un codice fiscale, la tassazione è del 26%;
- Reddito della società di persone, tassato come detto prima sulle singole persone con INPS e IRPEF;
- Reddito della società di capitale, dove le imposte non sono sulla persona.
I soci di società di capitale possono poi essere soggetti a una doppia tassazione qualora si decida di staccare dei dividendi dagli utili, questo può sembrare molto gravoso in realtà, se strutturato correttamente, può portare alcuni vantaggi, ricorda infatti che finché i soldi restano all’interno della società sono soggetti a una sola tassazione che, a parità di fatturato, è tendenzialmente inferiore a quella di una società di persone.
Come detto fin dall’inizio, questa è un’introduzione alla fiscalità che ha lo scopo di farti comprendere quanto sia importante per te studiare e approfondire le logiche fiscali. Solo in questo modo potrai proporre le giuste soluzioni al tuo commercialista e risparmiare. Se hai suggerimenti dei dubbi su ciò che hai letto, puoi accedere alla nostra community e scrivere un post, sarà sicuramente un ottimo spunto di riflessione per tutti e potresti arricchire le tue conoscenze grazie all’aiuto di esperti e professionisti.
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