Guida completa agli investimenti sostenibili: ESG tutto ciò che devi sapere

Nel con­testo eco­nom­i­co glob­ale odier­no, l’acron­i­mo “ESG” sta acquisendo sem­pre mag­giore ril­e­van­za. La respon­s­abil­ità sociale e ambi­en­tale diven­ta, giorno dopo giorno, una pri­or­ità. Per­ciò, com­pren­dere e abbrac­cia­re i prin­cipi ESG(Envi­ron­men­tal, Social e Gov­er­nance) è essen­ziale per indi­vidui, aziende e investi­tori che mira­no a costru­ire un futuro più sosteni­bile.

In ques­ta gui­da esplor­ere­mo il mon­do degli inves­ti­men­ti sosteni­bili e del­l’ESG, offren­do tutte le infor­mazioni fon­da­men­tali da conoscere.

ESG: un cammino che nasce dal concetto di sostenibilità e sviluppo 

Per com­pren­dere appieno le tem­atiche alla base delle logiche ESG, è fon­da­men­tale par­tire da tre con­cetti chi­ave, stret­ta­mente inter­con­nes­si tra loro:

  1. La con­sapev­olez­za dei lim­i­ti ambi­en­tali;
  2. La ges­tione delle risorse;
  3. Il prin­ci­pio di sosteni­bil­ità, che impli­ca il rispet­to per l’am­bi­ente e per qual­si­asi con­testo in cui le risorse siano lim­i­tate.

Il pri­mo pas­so in quel­lo che potrem­mo definire un “per­cor­so di con­sapev­olez­za” risale al 1953, con la pub­bli­cazione del libro di Howard Bowen, Social Respon­si­bil­i­ties of the Busi­ness­man, che ha dato il via alla dis­cus­sione sulle diverse forme di respon­s­abil­ità azien­dale, andan­do oltre il sem­plice risul­ta­to eco­nom­i­co.

Negli anni ’60, molti attivisti iniziarono a pro­muo­vere azioni che riflet­te­vano alcu­ni prin­cipi che sareb­bero poi con­fluiti nel­l’ESG.

ESG: le radici dello sviluppo sostenibile

Nel 1968, il Club di Roma al MIT, com­pos­to da scien­ziati, econ­o­misti, impren­di­tori e fun­zionari pub­bli­ci, pub­blicò il rap­por­to I lim­i­ti del­lo svilup­po (1972), che affronta­va, con un approc­cio sci­en­tifi­co, i seguen­ti temi:

  • Cresci­ta demografi­ca
  • Con­sumo di risorse nat­u­rali
  • Impat­to dei mod­el­li di svilup­po indus­tri­ale.

Il mes­sag­gio prin­ci­pale di questo rap­por­to, oggi più che mai ril­e­vante, è che non è né razionale né pos­si­bile perseguire una “cresci­ta infini­ta” in un piane­ta con risorse nat­u­rali finite.

In quel peri­o­do (1972) si tenne anche la pri­ma con­feren­za sull’ambiente delle Nazioni Unite, che portò alla Dichiarazione di Stoc­col­ma, dove si affer­ma­va che “tut­ti gli esseri umani han­no il dirit­to di vivere in un ambi­ente che garan­tis­ca con­dizioni di vita dig­ni­tose e di benessere”.

Questo fu l’inizio di un per­cor­so che avrebbe con­dot­to ai temi del­lo svilup­po sosteni­bile, che trovano una tap­pa fon­da­men­tale nel 1987, con il rap­por­to Our Com­mon Future del­la Com­mis­sione mon­di­ale per l’Am­bi­ente e lo Svilup­po delle Nazioni Unite.

Questo doc­u­men­to cer­ca­va di con­cil­iare lo svilup­po eco­nom­i­co con la sosteni­bil­ità, dan­do vita al con­cet­to di “svilup­po sosteni­bile”, che ci ha avvi­c­i­na­to anco­ra di più ai prin­cipi del­l’ESG.

Tut­tavia, è impor­tante sot­to­lin­eare che in quegli anni la sen­si­bil­ità era prin­ci­pal­mente focal­iz­za­ta sul­la “E” di Envi­ron­men­tal, cioè sul­l’im­pat­to ambi­en­tale del­lo svilup­po eco­nom­i­co. Ne par­lere­mo meglio nel prossi­mo para­grafo, con­tin­ua a leg­gere.

I prin­cipi ESG, invece, abbrac­ciano anche impat­ti sociali, inclu­siv­ità, respon­s­abil­ità ver­so per­sone e ter­ri­tori, e nuove forme di gov­er­nance, che nel tem­po han­no por­ta­to alla for­mu­lazione del­l’ESG come lo conos­ci­amo oggi.

Cos’è l’Environmental Social Governance nel dettaglio

Fac­ciamo un pas­so indi­etro. ESG, acron­i­mo di Envi­ron­men­tal, Social and Gov­er­nance, rap­p­re­sen­ta un approc­cio inte­gra­to per val­utare le per­for­mance azien­dali e gli inves­ti­men­ti sosteni­bili. Ciò, non solo attra­ver­so i tradizion­ali indi­ca­tori finanziari, ma anche sec­on­do cri­teri di sosteni­bil­ità e respon­s­abil­ità sociale.

I tre pilas­tri di ESG cos­ti­tu­is­cono la base di ques­ta val­u­tazione. L’obiettivo è pro­muo­vere aziende che non si lim­i­tano a perseguire il prof­it­to, ma che con­tribuis­cono anche al benessere sociale e ambi­en­tale a lun­go ter­mine. Per­ciò, miglio­ran­do la fidu­cia degli investi­tori, riducen­do i rischi e cre­an­do val­ore duraturo per tutte le par­ti inter­es­sate.

Per entrare mag­gior­mente nel det­taglio dei tre con­cetti alla base pos­si­amo dire che:

  1. “E” sta per Envi­ron­men­tal, riguar­da l’impatto ambi­en­tale e val­u­ta come un’azienda gestisce le sue inter­azioni con l’ambiente cir­costante e con l’ambiente glob­ale.
  2. “S” si riferisce all’impatto sociale, esam­i­nan­do la relazione dell’azienda con il ter­ri­to­rio, le per­sone, i dipen­den­ti, i for­n­i­tori, i cli­en­ti e le comu­nità in cui opera o con cui inter­agisce.
  3. “G” riguar­da la Gov­er­nance, per­ciò, la qual­ità del­la ges­tione azien­dale, basa­ta su buone pratiche e prin­cipi eti­ci. In questo con­testo, si anal­iz­zano aspet­ti come la ret­ribuzione dei diri­gen­ti, il rispet­to dei dirit­ti degli azion­isti, la trasparen­za delle deci­sioni azien­dali e la tutela delle mino­ranze.

Perché l’ESG è diventato un criterio fondamentale per gli investitori?

Nel cor­so del tem­po, l’En­vi­ron­men­tal Social Gov­er­nance è diven­ta­to un cri­te­rio cru­ciale per gli investi­tori in quan­to riflette una cres­cente con­sapev­olez­za del­l’im­por­tan­za del­la sosteni­bil­ità e del­la respon­s­abil­ità sociale nelle deci­sioni finanziarie.

Gli investi­tori han­no com­pre­so che le per­for­mance azien­dali non pos­sono essere val­u­tate solo in base ai risul­tati finanziari a breve ter­mine. Piut­tosto, devono tenere con­to anche degli impat­ti a lun­go ter­mine sull’ambiente, sul­la soci­età e sul­la gov­er­nance.

In pri­mo luo­go, l’in­te­grazione di questi cri­teri per­me­tte agli investi­tori di iden­ti­fi­care le aziende, per affrontare sfide future, che gestis­cono cor­ret­ta­mente i rischi ambi­en­tali, come:

  • Cam­bi­a­men­to cli­mati­co
  • Scar­sità di risorse nat­u­rali
  • Inquina­men­to.

Inoltre, le pratiche Envi­ron­men­tal Social Gov­er­nance pos­sono miglio­rare la rep­utazione del­l’azien­da, raf­forzare la fidu­cia dei con­suma­tori e miglio­rare le relazioni con le comu­nità locali. Tut­ti fat­tori che influen­zano pos­i­ti­va­mente il val­ore azien­dale nel lun­go peri­o­do.

Dal pun­to di vista finanziario, le aziende con buone pratiche Envi­ron­men­tal Social Gov­er­nance ten­dono a gestire in modo più effi­ciente e traspar­ente, riducen­do i rischi oper­a­tivi e legali. Questo può tradur­si in per­for­mance finanziarie più sta­bili nel tem­po e in una minore volatil­ità degli inves­ti­men­ti.

Inoltre, sem­pre più investi­tori isti­tuzion­ali, come fon­di pen­sione e soci­età di ges­tione pat­ri­mo­ni­ale, stan­no inte­gran­do i cri­teri Envi­ron­men­tal Social Gov­er­nance nelle loro strate­gie di inves­ti­men­to per rispon­dere alle richi­este dei cli­en­ti e per allineare gli inves­ti­men­ti con obi­et­tivi di sosteni­bil­ità a lun­go ter­mine.

I punti di riferimento ESG: gli SDGs, l’Agenda 2030 e l’Accordo di Parigi

I prin­ci­pali rifer­i­men­ti per le logiche ESG sono legati a due even­ti fon­da­men­tali nel­la sto­ria del­la sosteni­bil­ità:

  1. L’A­gen­da 2030,per lo Svilup­po Sosteni­bile e gli SDGs delle Nazioni Unite, adot­ta­ta il 25 set­tem­bre 2015 dal­l’Assem­blea gen­erale del­l’ONU, è un pro­gram­ma glob­ale che coin­volge 193 Pae­si. Essa mira a pro­muo­vere la pros­per­ità, pro­teggere il piane­ta e garan­tire il benessere delle per­sone attra­ver­so i 17 Obi­et­tivi di Svilup­po Sosteni­bile (SDGs). Questi obi­et­tivi coprono una vas­ta gam­ma di temi, tra cui la lot­ta alla povertà e alla fame, il dirit­to alla salute e all’istruzione, l’ac­ces­so a risorse essen­ziali come acqua ed ener­gia, la pro­mozione di un lavoro dig­ni­toso, la cresci­ta eco­nom­i­ca inclu­si­va, e la tutela dell’ambiente, com­pre­so il cam­bi­a­men­to cli­mati­co, l’ur­ban­iz­zazione e la gius­tizia sociale.
  2. L’Ac­cor­do di Pari­gi, fir­ma­to il 12 dicem­bre 2015 da 197 Pae­si, rap­p­re­sen­ta un altro pilas­tro cru­ciale per la sosteni­bil­ità glob­ale. Questo accor­do vin­colante ha sta­bil­i­to l’impegno a lim­itare l’aumento del­la tem­per­atu­ra media glob­ale a meno di 2°C, ideal­mente a 1,5°C, rispet­to ai liv­el­li pre-indus­tri­ali, al fine di con­trastare il cam­bi­a­men­to cli­mati­co.

Tut­ti questi rifer­i­men­ti stan­no plas­man­do le strate­gie Envi­ron­men­tal Social Gov­er­nance adot­tate da Pae­si, aziende e orga­niz­zazioni, guidan­do gli sforzi ver­so un futuro più sosteni­bile.

Se questo argo­men­to ti è piaci­u­to e hai domande speci­fiche las­cia un com­men­to. Oppure iscriv­i­ti alla com­mu­ni­ty di Inves­tHero.

Molti impren­di­tori, free­lance e investi­tori saran­no feli­ci di accoglier­ti e scam­biare due chi­ac­chiere.

Dis­claimer: Le infor­mazioni for­nite in questo blog sono solo a scopo infor­ma­ti­vo e non cos­ti­tu­is­cono con­sigli finanziari.

Con­sigliamo sem­pre di con­sultare un con­sulente finanziario qual­i­fi­ca­to per deci­sioni di inves­ti­men­to basate sul pro­prio pro­fi­lo di ris­chio e obi­et­tivi finanziari.

Il blog non si assume respon­s­abil­ità per even­tu­ali perdite o dan­ni derivan­ti dall’utilizzo delle infor­mazioni for­nite.

Si con­siglia di con­durre ricerche appro­fon­dite pri­ma di pren­dere deci­sioni finanziarie.

 

SCOPRI CLUB HERO: IL CLUB DEGLI INVESTITORI CONSAPEVOLI

SBLOCCA I BONUS DI TUTTE LE PIATTAFORME!

DA ZERO A INVESTITORE ESPERTO

DIVENTA UN CACCIATORE IMMOBILIARE

CONDIVIDI ARTICOLO

Smart Investor

Alessandro Del Saggio

Investitore, Imprenditore e formatore dal 2014.
Da sempre appassionato di investimenti e business, credo fortemente nella crescita personale e nel dare sempre il meglio di sè.

0 commenti

Invia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Ti potrebbe interessare anche: