I REIT (Real Estate Investment Trusts) sono fondi d’investimento che operano nel settore immobiliare e sono negoziati in borsa. Scopri il loro funzionamento, i benefici e gli svantaggi per diversificare il tuo portafoglio di investimenti.
Cosa rappresentano i REIT?
Il termine REIT sta per Real Estate Investment Trust, ovvero fondi di investimento nel settore immobiliare. I REIT sono aziende che operano nel campo immobiliare e sono quotate in borsa. In Italia, queste società sono conosciute come SIIQ, acronimo di Società di Investimento Immobiliare Quotate. Si tratta di imprese che si concentrano principalmente sull’acquisto e sulla gestione di immobili destinati alla locazione. Poiché sono quotate, chiunque può investire in un REIT, acquistando azioni come se si trattasse di qualsiasi altra società.
Investimenti REIT: caratteristiche principali
I requisiti per la creazione di un REIT variano a seconda del paese. In Italia, le condizioni per diventare una SIIQ (Società di Investimento Immobiliare Quotate) differiscono da quelle previste negli Stati Uniti. Tuttavia, il modello dei REIT nordamericani, adottato anche da molte altre nazioni, prevede alcune caratteristiche fondamentali:
- Investire almeno il 75% del patrimonio in immobili, liquidità o titoli di stato (in genere si tratta di investimenti a basso rischio).
- Ottenere almeno il 75% del reddito lordo da affitti immobiliari, prestiti o plusvalenze derivanti dalla vendita di proprietà.
- Distribuire almeno il 90% del reddito sotto forma di dividendi agli azionisti.
Un REIT deve contare almeno 100 azionisti al momento della sua costituzione, con i primi 5 che non possono detenere più del 50% delle azioni. Ogni paese adatta questi criteri in base ai propri obiettivi specifici. Ad esempio, in Giappone solo il 50% del reddito deve provenire da immobili, mentre in Australia i REIT sono obbligati a distribuire il 100% del reddito.
Questi requisiti rendono i REIT strumenti di investimento a lungo termine con una volatilità contenuta, salvo eventi straordinari come la crisi del mercato immobiliare del 2008 o la pandemia di COVID-19.
REIT in Italia: leggi e tipologie
In Italia, le SIIQ (Società di Investimento Immobiliare Quotate) sono state oggetto di numerose modifiche legislative: la legge che le ha introdotte risale al 2006 (Legge 296 del 27 dicembre), stabilendo le prime condizioni a cui dovevano aderire, e successivamente nel 2016, con il Decreto Ministeriale del 30 novembre, sono state aggiunte nuove normative e requisiti. Inoltre, le SIIQ sono regolate dal Testo Unico della Finanza (TUF) per quanto riguarda l’offerta pubblica di prodotti finanziari.
Secondo i dati di Nareit, la capitalizzazione di mercato dei REIT a livello globale ha raggiunto i 1,517 trilioni di dollari. I REIT possono essere classificati in vari modi, ma la suddivisione più comune si basa sul tipo di asset in cui investono. In questo contesto, è possibile distinguere tre principali tipologie di REIT.
Ipotecari
I REIT ipotecari, come suggerisce il nome, si specializzano nel finanziamento. Questi veicoli non possiedono direttamente beni immobili, ma si concentrano sull’erogazione di prestiti per l’acquisto di proprietà, utilizzando strumenti come le obbligazioni ipotecarie. Il reddito che generano deriva dagli interessi sui mutui ipotecari concessi.
Immobiliari
Anche conosciuti come REIT azionari, rappresentano il modello più tradizionale e diffuso. Questi fondi si occupano principalmente dell’acquisto e della gestione di immobili che producono reddito da locazione. Sebbene possano anche vendere alcune proprietà per realizzare guadagni, la loro attività principale resta la gestione immobiliare. Gli immobili possono includere abitazioni, centri commerciali, hotel, residenze, terreni industriali, e altro. Un’altra modalità di classificazione dei REIT è in base al tipo di segmento immobiliare in cui sono attivi, e questo tipo di REIT è il più comune in Europa.
Misti
I REIT misti combinano le due strategie precedenti, con una focalizzazione che può variare, dando maggiore importanza all’una o all’altra formula.
Quali sono i vantaggi dei REIT?
Perché scegliere di investire in immobili tramite un REIT invece di farlo direttamente? Ecco alcuni dei principali vantaggi di questa opzione:
- Capitale iniziale ridotto. Acquistare una proprietà in affitto può richiedere un investimento significativo. Invece, con i REIT, basta acquistare azioni al prezzo di borsa, il che implica una necessità di capitale molto inferiore e un’opzione più conveniente.
- Diversificazione. Quante proprietà dovresti acquistare per ottenere una buona diversificazione in un portafoglio immobiliare? Con un REIT, ottieni una maggiore diversificazione sia per tipologia di immobile (non investono solo in appartamenti) che per area geografica (investendo in diverse città e paesi).
- Liquidità. Investire in un REIT è un’operazione altamente liquida: puoi acquistare e vendere le tue azioni in qualsiasi momento. In confronto, vendere un appartamento in Italia richiede mediamente sei mesi.
- Minore impegno gestionale. Investire in un REIT non richiede un grande impegno da parte tua, se non quello di monitorare il valore delle azioni in borsa. Non è necessario gestire la proprietà o risolvere le problematiche quotidiane.
- Gestione professionale. I REIT sono gestiti da esperti nel settore immobiliare, che sanno selezionare i migliori investimenti e gestirli in modo efficace, evitando le inefficienze comuni nella gestione di proprietà da parte di privati.
- Reddito passivo. I REIT sono obbligati per legge a distribuire una parte significativa del reddito agli azionisti sotto forma di dividendi, generando così un flusso di reddito passivo regolare.
- Vantaggi fiscali. In alcuni paesi, i REIT godono di vantaggi fiscali sia come entità che per gli investitori. In Italia, per esempio, beneficiano di un regime fiscale agevolato, in quanto non sono soggetti all’IRES, a condizione che distribuiscano almeno l’80% del reddito come dividendi agli azionisti.
Quali sono gli svantaggi dei REIT?
Oltre ai vantaggi, i REIT presentano anche alcuni svantaggi. Ecco i principali:
- Redditività potenziale inferiore. Il rendimento degli investimenti in REIT potrebbe essere inferiore rispetto a un investimento diretto ben gestito. Tuttavia, uno studio dell’EPRA (European Public Real Estate Association) ha mostrato che, in media, i REIT superano del 4% annuo il rendimento degli investimenti diretti nel settore immobiliare.
- Redditi meno regolari. Sebbene i REIT distribuiscano sempre dividendi, non sono obbligati a farlo con cadenza mensile, quindi i pagamenti potrebbero non essere regolari come nel caso di investimenti diretti in immobili.
- Rischio di mercato. Essendo considerati strumenti finanziari, i REIT sono più sensibili alle fluttuazioni del mercato rispetto a un immobile privato. In altre parole, se i mercati subiscono un calo, anche i REIT potrebbero risentirne, mentre gli investimenti diretti in proprietà non sono automaticamente soggetti a questo tipo di volatilità.
Qual è il rendimento dei REIT?
Concludiamo parlando del rendimento di questo investimento. Secondo uno studio dell’EPRA (European Public Real Estate Association), questa tipologia di investimento ha un rendimento superiore del 4% rispetto agli investimenti diretti nel settore immobiliare, in media ogni anno. In particolare, secondo quanto riportato da Cohen & Steers, su un periodo di 15 anni, gli investitori con una gestione attiva hanno ottenuto un rendimento annualizzato del 10,6%. Prendendo come riferimento l’indice FTSE NAREIT Equity REITs, si osserva che, dal 1972 al 2021, il rendimento medio annualizzato è stato dell’11,9%. Nei periodi di 10 e 5 anni, i rendimenti sono stati rispettivamente del 12,9% e del 13,5%. Rispetto all’S&P 500, i REIT NAREIT Equity tendono a sovraperformare in tutti gli intervalli temporali considerati.
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