Investire in auto d’epoca: i numeri del mercato

Al giorno d’og­gi chi decide di inve­stire il pro­prio cap­i­tale ha davan­ti a sé diverse alter­na­tive e una di queste com­prende le auto d’e­poca. Si trat­ta di una tipolo­gia di inves­ti­men­to che, rispet­to a tante altre, è meno conosci­u­ta ma non per questo meno red­di­tizia.

Infat­ti, ogni auto d’e­poca possiede una carat­ter­is­ti­ca par­ti­co­lare che la rende preziosa e di con­seguen­za una buona oppor­tu­nità di inves­ti­men­to.

Perché investire in auto d’epoca?

L’au­to d’e­poca, per cer­ti ver­si, non è molto diver­sa da un’­opera d’arte, per questo c’è chi le colleziona per pas­sione espo­nen­dole come quadri e chi invece, più in otti­ca spec­u­la­ti­va, le con­sid­era uno stru­men­to per fare busi­ness. Indipen­den­te­mente dal­la moti­vazione che por­ta un sogget­to a con­ser­vare con cura una o più auto d’e­poca, è cer­to che più un vei­co­lo è data­to più il suo val­ore aumen­ta.

Quan­do un’au­to diven­ta d’e­poca?

Sec­on­do la legge ital­iana, un’au­to­mo­bile viene clas­si­fi­ca­ta d’e­poca se sono trascor­si almeno tren­t’an­ni dal­la pri­ma imma­tri­co­lazione. Ques­ta dis­tinzione è fon­da­men­tale, specie quan­do si han­no di fronte auto­mo­bili che già sono di pres­ti­gio stori­co.

Come accade per altre tipolo­gie di inves­ti­men­ti, anche quel­li con­cer­nen­ti le auto d’e­poca preve­dono l’u­ti­liz­zo di un cap­i­tale iniziale e una buona conoscen­za del set­tore. Ad oggi, le auto con­sid­er­ate d’e­poca non devono ver­sare alla pro­pria regione il paga­men­to del bol­lo però, devono comunque essere iscritte pres­so apposi­ti reg­istri (ASI). Inoltre è obbli­ga­to­rio che ogni com­po­nente facente parte del­l’au­to­mo­bile sia orig­i­nale altri­men­ti non le ver­rà riconosci­u­to il val­ore stori­co che possiede.

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Investire in auto d’epoca: qual è il momento migliore per farlo?

Come abbi­amo vis­to nei para­grafi prece­den­ti, più un’au­to­mo­bile è data­ta e più val­ore acqui­sisce. Un inves­ti­men­to sulle auto d’e­poca ha una resa mag­giore nel lun­go peri­o­do, dunque, scegliere di impeg­nare un cap­i­tale adesso per cogliere i frut­ti in poco tem­po non appar­tiene a ques­ta tipolo­gia di inves­ti­men­to. Sec­on­do alcu­ni dati, negli ulti­mi dieci anni le auto storiche han­no vis­to crescere il pro­prio val­ore del 192%, con­sen­ten­do così, a chi ave­va fat­to degli inves­ti­men­ti, di incre­mentare il pro­prio cap­i­tale.

Oggi inve­stire su un’au­to d’e­poca ha la stes­sa impor­tan­za degli inves­ti­men­ti su gioiel­li, oppure orolo­gi.

Soli­ta­mente chi sceglie di but­tar­si in un inves­ti­men­to sim­i­le ha un legame affet­ti­vo con l’au­to in ques­tione, essendo ques­ta il più delle volte con­sid­er­a­ta come un gioiel­lo di famiglia. Molte per­sone sono diven­tate collezion­iste di auto per­ché la stes­sa in epoca pas­sa­ta era appartenu­ta al pro­prio non­no, o situ­azioni sim­ili.

Tut­tavia chi ha la for­tu­na di ered­itare un’au­to d’e­poca molte volte non è con­sapev­ole del fat­to che ha rice­vu­to un ogget­to gra­zie al quale pot­er far fruttare copiosa­mente il pro­prio cap­i­tale.

Non tut­ti, però, han­no la for­tu­na di possedere un’au­to d’e­poca, in questo caso è pos­si­bile comunque acquis­tarne una. Ogni anno ven­gono infat­ti orga­niz­za­ti dei raduni di auto d’e­poca, qui spes­so è pos­si­bile incon­trare per­sone inten­zion­ate a vendere il pro­prio vei­co­lo. Chiara­mente sarà molto dif­fi­cile trovare qual­cuno che sven­da la pro­pria auto appun­to per­ché chi colleziona auto d’e­poca conosce molto bene il val­ore di ognuna di esse.

Quali sono le auto d’epoca più costose della storia?

Di auto d’e­poca che deten­gono un otti­mo val­ore di mer­ca­to ce ne sono tante e fra queste esistono alcu­ni mod­el­li che rap­p­re­sen­tano dei veri e pro­pri tesori a quat­tro ruote, per il val­ore a cui sono sta­ti ven­du­ti.

Pri­ma fra tutte c’è la Fer­rari GTO del 1962. Il gioielli­no del Cav­alli­no Ram­pante venne ven­du­ta pres­so una casa d’aste del Reg­no Uni­to per una cifra da capogiro pari a 48,4 mil­ioni di dol­lari, diven­tan­do così l’au­to d’e­poca più cos­tosa di sem­pre. L’im­por­tan­za ed il val­ore di ques­ta auto d’e­poca è sta­to riconosci­u­to anche dal tri­bunale di Bologna il quale, per tute­lare il design che la con­trad­dis­tingue ed evitare imi­tazioni, ha emana­to una delib­era all’in­ter­no del­la quale attribuisce a casa Fer­rari il dirit­to d’au­tore su questo mez­zo, equiparan­do­lo ad un’­opera d’arte.

La sec­on­da auto d’e­poca più cos­tosa al mon­do è la Mer­cedes W196R del 1954. Gra­zie a ques­ta auto­mo­bile la casa madre tornò a com­petere in pista dopo uno stop di cir­ca quindi­ci anni (l’ul­ti­ma com­pe­tizione risali­va al 1939, vig­ilia del­la Sec­on­da Guer­ra Mon­di­ale). Nel 2013 un collezion­ista, durante una serie di ven­dite pres­so la Bon­hams, riuscì ad aggiu­di­car­si il pez­zo sbor­san­do una cifra pari a 31,6 mil­ioni di dol­lari.

La terza auto d’e­poca più cos­tosa e ambi­ta da molti è la Fer­rari 275 GBT/4 S Nart Spi­der del 1967. Furono prodot­ti solo 10 esem­plari e questo non fa altro che incre­mentare notevol­mente il val­ore del­l’au­to. I pro­pri­etari di questi esem­plari era­no per­lop­iù per­son­ag­gi famosi, come ad esem­pio Steve McQueen ed Eddie Smith. Pro­prio il mod­el­lo di quest’ul­ti­mo, venne ven­du­to all’as­ta per 28 mil­ioni di dol­lari a Lawrence Stroll, il papà del famoso mar­chio Tom­my Hil­figer.

Dove acquistare auto d’epoca?

Oggi esistono diver­si canali gra­zie ai quali si può entrare in con­tat­to con i pro­pri­etari di auto d’e­poca.

Il pri­mo, come vis­to sopra, e più tradizionale con­siste nel recar­si ai raduni e incon­trare even­tu­ali ven­di­tori. Vis­to che la tec­nolo­gia oggi ha accor­ci­a­to le dis­tanze è pos­si­bile entrare in con­tat­to con pro­pri­etari di auto d’e­poca anche gra­zie alla rete. Su inter­net, infat­ti, esistono diver­si siti dove chi possiede un mez­zo d’e­poca può postare un annun­cio di ven­di­ta correda­to dalle foto del­l’au­to in ques­tione. Su questi siti c’è l’im­baraz­zo del­la scelta tra migli­a­ia di mod­el­li.

È impor­tante tenere in con­sid­er­azione che se si vuole fare un buon inves­ti­men­to, l’au­to che si andrà a com­prare dovrà negli anni a venire acquisire un notev­ole val­ore, altri­men­ti l’in­ves­ti­men­to non sarà red­di­tizio.

Sal­en­do di bud­get anche parte­ci­pare alle aste dal vivo può essere un otti­mo modo per con­clud­ere un buon affare, in questo modo sarà anche pos­si­bile vedere di per­sona le auto d’e­poca in ven­di­ta e scegliere la soluzione migliore. Tut­tavia, bisogna prestare atten­zione al fat­tore emo­ti­vo, che potrebbe influen­zare neg­a­ti­va­mente l’anal­isi e la scelta, por­tan­do anche ad un acquis­to com­pul­si­vo ad un prez­zo supe­ri­ore al reale val­ore di mer­ca­to attuale e futuro.

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I numeri del mercato delle auto d’epoca

Diver­sa­mente da quan­to si potrebbe pen­sare, negli ulti­mi anni il mer­ca­to delle auto d’e­poca ha assis­ti­to ad un aumen­to dei prezzi pari al 218% in Europa e al 257% nel Reg­no Uni­to. Anal­iz­zan­do queste per­centu­ali è chiaro che lo sce­nario attuale delle auto d’e­poca ha super­a­to le aspet­ta­tive.

Qual è l’investimento migliore in auto d’epoca?

La pri­ma rego­la, val­i­da ed applic­a­bile a qual­si­asi tipolo­gia di inves­ti­men­to, con­siste nel conoscere a pieno l’am­bito in cui si intende inve­stire del cap­i­tale; in questo caso, il parere di per­sone esperte del set­tore può essere utile per scegliere la soluzione migliore e che più si adat­ta alle pro­prie tasche.

Sec­on­do i mag­giori esper­ti del mon­do delle auto d’e­poca, i mod­el­li che ad oggi ven­gono con­siderati più red­di­tizi sono quel­li che sono sta­ti prodot­ti tra gli anni ’80 e ’90 del 900. Nel ger­go del set­tore i pezzi che sono con­siderati frut­tiferi ven­gono defin­i­ti young­timer.

Pur non essendo anco­ra con­sid­er­ate auto d’e­poca, esistono alcu­ni esem­plari che nel lun­go peri­o­do vedran­no incre­mentare il pro­prio val­ore, come ad esem­pio la Fiat Coupé, la Golf GT II oppure la BMW Z3. Se si è alla ricer­ca di un ogget­to che ren­da nel minor tem­po pos­si­bile allo­ra l’in­ves­ti­men­to non dovrà essere basato su ques­ta tipolo­gia di auto­mo­bili ben­sì su altre auto che sen­z’al­tro avran­no un prez­zo di ven­di­ta già net­ta­mente più ele­va­to.

La manutenzione di un’auto d’epoca

Come accade per le auto che siamo soli­ti uti­liz­zare ogni giorno anche quelle d’e­poca, pur uti­liz­zan­dole con meno fre­quen­za, neces­si­tano di manuten­zione. Man­tenere intat­ta una macchi­na con­sid­er­a­ta d’e­poca è un aspet­to fon­da­men­tale, specie se non si vuole andare incon­tro a ingen­ti perdite di denaro. Ogni inter­ven­to che ver­rà ese­gui­to su ques­ta tipolo­gia di auto chiara­mente pre­sen­terà costi più ele­vati rispet­to a quel­li delle auto­mo­bili di oggi, anche per via dei pezzi di ricam­bio che dovran­no essere sem­pre orig­i­nali.

L’importanza dei registri ASI

Come abbi­amo vis­to in prece­den­za, un’au­to­mo­bile per essere riconosci­u­ta dal­lo Sta­to come auto d’e­poca deve essere iscrit­ta in un appos­i­to reg­istro. Questo reg­istro, denom­i­na­to ASI (Auto­mo­to­club Stori­co Ital­iano), con­tiene al suo inter­no tut­ti i mod­el­li, sia auto che moto, con­sid­er­ate d’e­poca.

L’is­crizione a questo reg­istro prevede dei costi che var­i­ano in base al mod­el­lo del mez­zo che si intende iscri­vere. Inoltre questi pezzi d’e­poca devono possedere il CRS (Cer­ti­fi­ca­to di Ril­e­van­za Stor­i­ca); si trat­ta di un doc­u­men­to molto impor­tante ma che non deve essere nec­es­sari­a­mente posse­du­to da un pro­pri­etario di un’au­to d’e­poca; tut­tavia chi è in pos­ses­so di un doc­u­men­to sim­i­le potrà godere di numerosi van­tag­gi come ad esem­pio l’ab­bat­ti­men­to del cos­to del­l’as­si­cu­razione e non solo.

Conclusione

Scegliere con cura il mez­zo sul quale inve­stire è una delle regole fon­da­men­tali per chi desidera real­mente far fruttare il pro­prio cap­i­tale. Un aspet­to impor­tante ma soprat­tut­to vin­colante, come vis­to, con­siste nel­l’o­rig­i­nal­ità dei pezzi che com­pon­gono il mez­zo. Per questo moti­vo, se si decide di acquistare un’au­to d’e­poca in cat­ti­vo sta­to è fon­da­men­tale far­la restau­rare pres­so officine spe­cial­iz­zate che siano in gra­do di recu­per­are par­ti orig­i­nali e che ripro­pon­gono fedel­mente la lin­ea del mod­el­lo.

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