Investire in Obbligazioni: tipologie, rendimento e rischio

Cosa sono le obbligazioni

Le obbligazioni sono titoli di deb­ito che ven­gono emesse da aziende, enti o sta­ti pro­prio come le azioni. Le aziende emet­tono obbligazioni per finanziar­si, in questo modo infat­ti ricevono sol­di in presti­to dagli investi­tori sen­za dover­li richiedere alle banche.

L’im­por­tan­za del denaro per le aziende non deve essere spie­ga­ta, quel­lo che con­ta è che, come abbi­amo vis­to, una soci­età può finanziar­si:

  • attra­ver­so il pro­prio cap­i­tale;
  • attra­ver­so il cap­i­tale degli investi­tori;
  • attra­ver­so il cap­i­tale chiesto in presti­to alle banche.

Attra­ver­so le obbligazioni è pos­si­bile frazionare un impor­to ele­va­to, in questo modo è più facile ottenere il finanzi­a­men­to nec­es­sario. Per far­ti capire, è più sem­plice vendere 2000 obbligazioni da 1000 euro che trovare un sin­go­lo finanzi­a­tore che pos­sa prestare 2 mil­ioni di euro. In questo modo l’azien­da garan­tisce una mag­giore facil­ità di acces­so al cred­i­to.

Inve­stire in obbligazioni vuol dire acquistare titoli di deb­ito emes­si con l’o­bi­et­ti­vo di aut­o­fi­nanziar­si. Le obbligazioni pos­sono essere:

  • a cedola fis­sa;
  • a cedola vari­abile;
  • sen­za cedola.

La cedola di un’ob­bligazione è un rendi­men­to peri­od­i­co con­ces­so agli investi­tori.

Dove comprare le obbligazioni

Il mercato regolamentato

Se vuoi inve­stire in obbligazioni devi sapere che queste, chia­mate spes­so anche bond, pos­sono essere ven­dute ed acquis­tate in due dis­tin­ti seg­men­ti di mer­ca­to: il pri­mo è il cosid­det­to mer­ca­to rego­la­men­ta­to, men­tre il sec­on­do è denom­i­na­to over the counter.
Tali modal­ità di com­praven­di­ta per­me­t­tono di acquistare sia le obbligazioni emesse dalle soci­età che quelle ban­car­ie.

Per quan­to riguar­da le obbligazioni soci­etarie, le modal­ità di acquis­to si con­cretiz­zano in diverse pos­si­bil­ità: per le obbligazioni emesse da gran­di soci­età, in segui­to all’avvi­so pub­bli­co riguardante la prossi­ma emis­sione delle obbligazioni, il cliente ha la pos­si­bil­ità di acquistare i titoli inter­fac­cian­dosi diret­ta­mente con la soci­età, qua­si sem­pre in modal­ità telem­at­i­ca.

Per le obbligazioni ban­car­ie, nel­la mag­gior parte dei casi gli isti­tu­ti finanziari pro­pon­gono, in deter­mi­nati peri­o­di del­l’an­no, l’ac­quis­to di obbligazioni emesse dal­la ban­ca stes­sa, oppure inves­ti­men­ti che com­pren­dono anche le obbligazioni, queste ultime però sono incluse in un paniere di titoli, con la prospet­ti­va di un rendi­men­to nel cor­so del tem­po, mon­i­tora­to medi­ante una ren­di­con­tazione con caden­za semes­trale.

Per mon­i­torare l’an­da­men­to di un’ob­bligazione è suf­fi­ciente, all’in­ter­no del sito del­la Bor­sa Ital­iana, entrare nel­la sezione Mot (Mer­ca­to Obbligazionario Telem­ati­co) per le Obbligazioni Ital­iane, oppure nel­la sezione Euro­Mot per le obbligazioni emesse da soci­età in altri pae­si.

Se le obbligazioni sono emesse diret­ta­mente dal­lo sta­to bisogna vis­itare il sito di rifer­i­men­to del sin­go­lo paese.

Il mercato non regolamentato

Il sis­tema noto come over the counter o Mer­ca­to OTC, invece, riguar­da titoli disponi­bili su mer­cati finanziari non rego­la­men­tati.

La com­praven­di­ta di obbligazioni con il meto­do over the counter viene effet­tua­ta da una grande quan­tità di oper­a­tori, in tut­to il mon­do, i quali inter­agis­cono tra loro attra­ver­so stru­men­ti telem­ati­ci e, più rara­mente, il tele­fono.

L’in­con­tro tra doman­da e offer­ta di titoli col­lo­cati al di fuori del mer­ca­to rego­la­men­ta­to è rego­la­to da piattaforme come l’Alter­na­tive Trad­ing Sys­tem, pre­dis­pos­to dal­la soci­età Bloomberg.

Il proces­so di acquis­to e ven­di­ta delle obbligazioni su ques­ta piattafor­ma avviene attra­ver­so i seguen­ti pas­sag­gi: la soci­età tito­lare rende disponi­bile agli oper­a­tori una pag­i­na ded­i­ca­ta, in cui questi han­no la pos­si­bil­ità di indi­care la quo­tazione delle obbligazioni, com­p­rese il più delle volte in un paniere di diver­si titoli.

Si sti­ma che cir­ca il 90% delle obbligazioni sia sul mer­ca­to OTC, questo per­chè le pic­cole aziende met­tono in ven­di­ta le pro­prie obbligazioni su questo mer­ca­to. Qual è il ris­chio? Acquistare obbligazioni di soci­età poco conosciute può essere peri­coloso, in pri­mo luo­go, per­chè risul­ta dif­fi­cile cal­co­larne il reale val­ore di mer­ca­to, il che può tradur­si anche in una mag­giore dif­fi­coltà di riven­di­ta dei titoli acquis­ta­ti per via del­la scarsa liq­uid­ità.

Compravendita di obbligazioni

La ven­di­ta delle obbligazioni può essere effet­tua­ta tramite asta o col­lo­ca­men­to: nel pri­mo caso, nel prez­zo di ven­di­ta è indi­ca­to sola­mente il val­ore nom­i­nale sen­za l’indi­cazione dei costi aggiun­tivi che si riferiscono alle com­mis­sioni. Tut­tavia, questi costi, pos­sono essere vision­ati attra­ver­so il pro­prio bro­ker. Per acquistare le obbligazioni tramite asta, il cliente deve nec­es­sari­a­mente avvaler­si di un bro­ker per portare a ter­mine l’op­er­azione.

L’in­ter­me­di­ario preno­ta, su ordine con­trofir­ma­to dal richiedente, le obbligazioni ogget­to del con­trat­to il giorno prece­dente a quel­lo del­l’as­ta. In base all’emit­tente dei titoli, il prez­zo di acquis­to può essere spec­i­fi­ca­to o meno. Nel caso dei titoli di Sta­to ital­iani, ad esem­pio, il prez­zo non è spec­i­fi­ca­to, in quan­to questo è il risul­ta­to del­la media pon­der­a­ta delle domande dei titoli, espres­si in sede di asta.

In caso di ven­di­ta per col­lo­ca­men­to, invece, l’ac­quirente può con­tare su un prez­zo di emis­sione un po’ più traspar­ente, nel sen­so che sul tito­lo sono chiara­mente evi­den­ziati tut­ti i costi di acquis­to delle obbligazioni.

Prezzo di un’obbligazione

In gen­erale, il prez­zo di un’ob­bligazione è larga­mente influen­za­to dai tas­si di inter­esse vigen­ti nel mer­ca­to finanziario di rifer­i­men­to, in un dato momen­to stori­co. Nel momen­to in cui i tas­si di inter­esse sono bassi o in riduzione, i prezzi delle obbligazioni aumenter­an­no. Vicev­er­sa, quan­do i tas­si di inter­esse imposti dal­la Ban­ca Cen­trale sono in aumen­to, il val­ore nom­i­nale delle obbligazioni diminuirà.

Esistono pre­cise for­mule per deter­minare il val­ore nom­i­nale delle obbligazioni. Con il ter­mine val­ore nom­i­nale si intende il prez­zo di acquis­to di un tito­lo.

Poiché le obbligazioni sono titoli che il cliente acquista in un dato momen­to a un deter­mi­na­to prez­zo con la prospet­ti­va di ricavarne degli inter­es­si, per conoscere come si cal­co­la il prez­zo di acquis­to è nec­es­sario innanz­i­tut­to attual­iz­zare il suo val­ore nom­i­nale.

Il ter­mine attual­iz­zare, in matem­at­i­ca finanziaria, rap­p­re­sen­ta il val­ore di un cap­i­tale nel momen­to in cui si esegue l’op­er­azione (oggi), ma che ha una sca­den­za sta­bili­ta in una data suc­ces­si­va, nel futuro.

Tale for­mu­la si appli­ca nel­l’even­tu­al­ità di acquis­to di obbligazioni dette zero coupon, ossia che non garan­tis­cono nes­suna cedola, ma uni­ca­mente il rim­bor­so, alla sca­den­za indi­ca­ta nel con­trat­to, del cap­i­tale ver­sato dal cliente più gli even­tu­ali inter­es­si attivi mat­u­rati nel cor­so del tem­po. Il guadag­no, in questo caso, deri­va dal­la dif­feren­za tra prez­zo di acquis­to e prez­zo di ven­di­ta, decur­ta­to delle even­tu­ali com­mis­sioni del­l’in­ter­me­di­ario e delle ritenute fis­cali.

Nel caso di obbligazioni che garan­tis­cono delle cedole, il val­ore dovrà tenere con­to anche dei rendi­men­ti ero­gati peri­odica­mente, e il cal­co­lo sarà per­tan­to basato su una for­mu­la dif­fer­ente.

In fase di acquis­to delle obbligazioni, il cliente può avere conoscen­za del prez­zo di emis­sione, ma non sem­pre: nel caso dei bond emes­si dal­lo Sta­to ital­iano, il prez­zo è quel­lo risul­tante dal ver­bale uffi­ciale d’as­ta, in cui è indi­ca­to il val­ore medio pon­der­a­to di acquis­to, con­sideran­do tut­ti i parte­ci­pan­ti la cui richi­es­ta è sta­ta sod­dis­fat­ta.

Rendimento obbligazioni: panoramica

Il rendi­men­to delle obbligazioni è deter­mi­na­to dai tas­si di mer­ca­to in un deter­mi­na­to peri­o­do. Se ad esem­pio, i tas­si stan­no attra­ver­san­do una lun­ga fase di stag­nazione, con ten­den­za costante al rib­as­so, il rendi­men­to del cap­i­tale atti­vo segue anch’es­so ques­ta ten­den­za.

Inoltre, con­sideran­do che il prof­it­to di un tito­lo è quan­to più alto, tan­to più ele­va­to è il ris­chio, le obbligazioni, con una com­po­nente di ris­chio molto esigua, garan­tis­cono guadag­ni con­siderati tal­vol­ta non ecces­si­va­mente allet­tan­ti.

In tut­ti i casi, viste le flut­tuazioni del mer­ca­to finanziario negli ulti­mi anni e anal­iz­zan­do il ris­chio con­tenu­to del­l’in­ves­ti­men­to in obbligazioni, queste sono a tut­t’og­gi uno stru­men­to di inves­ti­men­to molto apprez­za­to dagli acquiren­ti del nos­tro Paese.

Un’im­por­tante dif­feren­za da men­zionare, in tema di rendi­men­ti obbligazionari, riguar­da i titoli a tas­so fis­so rispet­to a quel­li a tas­so vari­abile. La pri­ma tipolo­gia garan­tisce al sot­to­scrit­tore un tas­so di inter­esse immu­ta­to, per l’in­tera dura­ta del vin­co­lo obbligazionario, men­tre la sec­on­da non sta­bilisce in anticipo i tas­si di inter­esse, che sono adeguati alle flut­tuazioni del mer­ca­to, sia in atti­vo che in pas­si­vo.

Con­sideran­do il liv­el­lo di ris­chio più ele­va­to, in quest’ul­ti­ma even­tu­al­ità, il tas­so di ingres­so potrebbe ragionevol­mente essere più alto. In fase di scelta sul tito­lo obbligazionario più promet­tente da acquistare, il cliente deve conoscere gli ele­men­ti che gli con­sentono di oper­are una val­u­tazione con­sapev­ole, tenen­do con­to che a un pos­si­bile rendi­men­to iniziale più ele­va­to potrebbe non cor­rispon­dere lo stes­so guadag­no nel futuro.

Rischio di un investimento in obbligazioni

Nonos­tante le obbligazioni siano ritenute una delle for­ma di inves­ti­men­to a bas­so ris­chio, esistono tut­tavia alcu­ni ele­men­ti che potreb­bero diminuire il guadag­no atte­so di chi le acquista o portare, nel peg­giore dei casi, a perdite.

Il pri­mo fat­tore di ris­chio è lega­to al tas­so di inter­esse, appli­ca­to alle obbligazioni a tas­so vari­abile. In questi casi, le flut­tuazioni di mer­ca­to nel cor­so del tem­po pos­sono essere anche neg­a­tive, dimin­u­en­do il prof­it­to di chi ha investi­to nelle obbligazioni.

Potrebbe accadere, ad esem­pio, che il val­ore reale dei titoli non cor­rispon­da al loro val­ore nom­i­nale, che si riferisce al prez­zo di acquis­to. Il ris­chio potrebbe essere tan­to più alto, quan­to più è este­so il peri­o­do che inter­corre tra l’ac­quis­to dei titoli e la loro sca­den­za nat­u­rale.

Per ciò che attiene a un ris­chio piut­tosto con­cre­to, quel­lo del rein­ves­ti­men­to potrebbe spaventare più di un investi­tore. Se nel con­trat­to è attribui­ta tale facoltà a chi emette le obbligazioni, questi potrebbe rim­bor­sar­le pri­ma del­la sca­den­za nat­u­rale.

Tale even­tu­al­ità potrebbe ver­i­fi­car­si quan­do i tas­si di inter­esse incon­tra­no un decre­men­to pro­gres­si­vo nel cor­so del tem­po, in una misura molto impor­tante. I titoli che pos­sono subire questo per­cor­so sono denom­i­nati obbligazioni richiam­a­bili. Il lato spi­acev­ole, per l’in­vesti­tore, è che riceve il cap­i­tale sot­to­scrit­to sen­za aver­lo scel­to e, soprat­tut­to, al prez­zo di mer­ca­to attuale, che può essere anche infe­ri­ore a quel­lo di acquis­to.

Un ris­chio molto remo­to, nel caso di obbligazioni emesse dal­lo Sta­to, riguar­da il ris­chio di insol­ven­za di quest’ul­ti­mo.
Tut­tavia, sebbene non esis­tano inves­ti­men­ti sicuri o total­mente privi di rischi, le obbligazioni emesse da uno Sta­to, soprat­tut­to nei regi­mi demo­c­ra­ti­ci, pos­sono essere con­sid­er­ate uno stru­men­to di inves­ti­men­to a bas­so ris­chio.

Tassazione delle obbligazioni

Il regime fis­cale appli­ca­to ai proven­ti dei titoli obbligazionari varia a sec­on­da che le obbligazioni siano emesse dal­lo Sta­to oppure da altre soci­età e/o banche.

Per quan­to riguar­da i Bond emes­si dal­lo Sta­to, questi subis­cono una tas­sazione agevola­ta del 12,50%. Alle restanti obbligazioni, dal 2014 è appli­ca­ta l’impos­ta nel­la misura del 26%.

Un ele­men­to da sot­to­lin­eare riguar­da il fat­to che la decur­tazione delle imposte sulle cedole avviene nel momen­to del­l’erogazione, le quali ven­gono accred­i­tate già depu­rate del­l’im­por­to rel­a­ti­vo alle tasse.

Se il rendi­men­to delle obbligazioni è neg­a­ti­vo, l’ac­quirente matu­ra un cred­i­to di impos­ta nei con­fron­ti del fis­co, rifer­i­to uni­ca­mente al peri­o­do in cui i rendi­men­ti ril­e­vati sono sta­ti di seg­no neg­a­ti­vo.

Investire in obbligazioni: le diverse tipologie

La pri­ma prin­ci­pale divi­sione tra le obbligazioni è rap­p­re­sen­ta­ta dal­la clas­si­fi­cazione in obbligazioni ordi­nar­ie e obbligazioni strut­turate. Le prime, conosciute anche con la denom­i­nazione “plain vanil­la”, pos­sono essere:

  • Obbligazioni a tas­so fis­so: ques­ta tipolo­gia di obbligazione ordi­nar­ia è carat­ter­iz­za­ta, come sug­gerisce chiara­mente il nome, da un tas­so di inter­esse che rimane costante nel tem­po. Il val­ore del tas­so è ovvi­a­mente pre­de­ter­mi­na­to a pri­ori, ed è conosci­u­to dal­l’ac­quirente pri­ma del­l’ac­quis­to effet­ti­vo del­l’ob­bligazione, in modo da per­me­t­ter­gli di val­utare con chiarez­za la qual­ità del­l’in­ves­ti­men­to. In ques­ta cat­e­go­ria rien­tra­no anche le obbligazioni di tipo Callable, obbligazioni a tas­so fis­so per le quali l’emit­tente può esercitare la facoltà di rim­bor­so pri­ma del­la sca­den­za indi­ca­ta dal val­ore nom­i­nale. Queste ultime pre­sen­tano sicu­ra­mente un tas­so di inter­esse che in media è più alto delle altre obbligazioni del­la cat­e­go­ria, così da com­pen­sare il ris­chio di rim­bor­so antic­i­pa­to (call pro­vi­sion) per l’in­vesti­tore.
    Le Obbligazioni step-up/step-down sono una par­ti­co­lare for­ma di obbligazioni a tas­so fis­so, dove il tas­so presta­bil­i­to può aumentare (step-up) o anco­ra, in pre­sen­za di deter­mi­nate situ­azioni, diminuire (step-down), in base ad alcune regole prece­den­te­mente fis­sate nel momen­to del­la sot­to­scrizione del­l’ob­bligazione.
  • Obbligazioni a tas­so vari­abile: in quest’al­tra tipolo­gia, la remu­ner­azione del­l’in­ves­ti­men­to nel­l’ob­bligazione viene attribui­ta con un tas­so di inter­esse che varia nel tem­po, rispec­chi­an­do alcu­ni val­ori frut­to del­la com­para­zione con tas­si di mer­ca­to di rifer­i­men­to (per esem­pio quel­lo dei Titoli di Sta­to, che anal­izzer­e­mo in un sec­on­do momen­to). Il para­metro di rifer­i­men­to può dipen­dere dal mer­ca­to finanziario, dal­l’aspet­to mon­e­tario oppure dal­l’an­da­men­to dei costi con­cer­nen­ti all’ac­quis­to delle materie prime.

Dal­l’al­tra parte del­la clas­si­fi­cazione tro­vi­amo invece le obbligazioni strut­turate. Quest’ul­time sono carat­ter­iz­zate dal­la pre­sen­za di due com­po­nen­ti prin­ci­pali, quel­la obbligazionar­ia ordi­nar­ia e un con­trat­to deriva­to: in tale tipolo­gia non ritro­vi­amo quin­di una dis­tinzione net­ta tra tas­si di inter­esse fis­si o vari­abili. L’aliquo­ta ordi­nar­ia rap­p­re­sen­ta dunque la parte di presti­to obbligazionario con tas­so di inter­esse costante. Nel con­trat­to deriva­to, ritro­vi­amo invece la carat­ter­iz­zazione di un tas­so di inter­esse che varia nel tem­po, sem­pre in cor­re­lazione a dei tas­si di mer­ca­to di rifer­i­men­to.

Con un’ob­bligazione strut­tura­ta avrai per­ciò una com­po­nente di ris­chio mag­giore rispet­to al tas­so fis­so, anche se minore in relazione al tas­so intera­mente vari­abile: si trat­ta infat­ti di una soluzione di tipo inter­me­dio, che pre­sen­ta, medi­a­mente, una buona red­di­tiv­ità. Del resto come sem­pre, mag­giori sono i rischi, mag­giore sarà la remu­ner­a­bil­ità da aspet­tar­si dal­l’in­ves­ti­men­to stes­so.

Le obbligazioni subordinate

Le obbligazioni sub­or­di­nate sono carat­ter­iz­zate dal fat­to che il paga­men­to degli inter­es­si mat­u­rati e il con­seguente rim­bor­so del­la som­ma di cap­i­tale investi­ta, sono pos­si­bili solo nel momen­to in cui l’emit­tente abbia dap­pri­ma sod­dis­fat­to alcu­ni cred­i­tori non sub­or­di­nati (o comunque sub­or­di­nati ad un liv­el­lo infe­ri­ore).
Sono cer­ta­mente titoli a ris­chio abbas­tan­za alto, com­pen­sati da un’ot­ti­ma red­di­tiv­ità d’in­ves­ti­men­to. In quan­to carat­ter­iz­za­ti da una non indif­fer­ente com­p­lessità di fon­do, non è asso­lu­ta­mente con­sigli­a­bile puntare su ques­ta for­ma di obbligazione se non si è in pos­ses­so delle giuste com­pe­ten­ze e del­l’es­pe­rien­za nec­es­saria per val­u­tarne tut­ti gli aspet­ti nel­la loro total­ità.

Titoli obbligazionari bancari

Le obbligazioni ban­car­ie sono una tipolo­gia di obbligazione molto dif­fusa e pos­sono vari­are nelle loro modal­ità di emis­sione da paese a paese. In Italia si pre­sen­tano prin­ci­pal­mente come obbligazioni ordi­nar­ie, anche se non è raro che vengano emesse pure in una soluzione strut­tura­ta, che come abbi­amo vis­to com­por­ta un’aliquo­ta del presti­to obbligazionario con tas­so di inter­esse vari­abile nel tem­po.
Nel momen­to in cui la ban­ca decide di emet­tere delle obbligazioni, è sogget­ta all’ob­bli­go di resti­tuzione del cap­i­tale investi­to dal cred­i­tore e al con­seguente ver­sa­men­to degli inter­es­si, durante il peri­o­do del presti­to, che siano questi fis­si o vari­abili. La dura­ta del presti­to obbligazionale nel caso dei titoli ban­cari non è dis­crezionale, ma viene sta­bili­ta for­mal­mente dal­la Ban­ca d’I­talia.
La dura­ta min­i­ma fis­sa­ta è di 2 anni, men­tre la ban­ca non potrà godere del dirit­to di rim­bor­so antic­i­pa­to pri­ma di 18 mesi almeno, per sal­va­guardare gli inter­es­si del­l’in­vesti­tore.

La tipologia di obbligazione ZCB

Le obbligazioni zero coupon (le cosid­dette Zero-Coupon Bond, con la denom­i­nazione abbre­vi­a­ta ZCB) sono delle par­ti­co­lari tipolo­gie di titoli sen­za cedole.

Questo cosa com­por­ta nel sis­tema del presti­to obbligazionale?

In questo caso non è pre­vista nes­suna tipolo­gia di inter­esse e il rendi­men­to viene cal­co­la­to come la sem­plice dif­feren­za tra il prez­zo di acquis­to del­l’ob­bligazione che l’ac­quirente ver­sa nel momen­to del­la sot­to­scrizione e il prez­zo di rim­bor­so alla sca­den­za del­la “dura­tion” del presti­to. Un esem­pio di obbligazione ZCB nel nos­tro paese è rap­p­re­sen­ta­ta cer­ta­mente dal BOT (Buono Ordi­nario del Tesoro). Ques­ta tipolo­gia di obbligazione sen­za cedola, pre­sen­ta una dura­ta di 12 mesi (o in alcu­ni casi anche meno), e viene emes­sa dal Gov­er­no ital­iano al fine di trovare fonti di liq­uid­ità per il finanzi­a­men­to del deb­ito pub­bli­co.

L’obbligazione zero coupon pone l’in­vesti­tore in una situ­azione molto sim­i­le al mer­ca­to azionario. Infat­ti la red­di­tiv­ità del­l’in­ves­ti­men­to in queste obbligazioni dipende uni­ca­mente dal­la vari­abil­ità del mer­ca­to.
Essendo quin­di soggette alle vari­azioni di quo­tazioni, le obbligazioni zero coupon pre­sen­tano sem­pre una dura­ta molto con­tenu­ta, per evitare dif­feren­ziali tra prez­zo d’ac­quis­to e del tito­lo alla sca­den­za trop­po ele­vati.

Investire in obbligazioni statali: i Titoli di Stato

Con una caden­za peri­od­i­ca, il Min­is­tero si occu­pa del­l’e­mis­sione di titoli obbligazionari per con­to del­lo Sta­to, allo scopo di trovare fonti di liq­uid­ità per la cop­er­tu­ra parziale del deb­ito pub­bli­co.
Il rim­bor­so del­la som­ma investi­ta nel momen­to del­la sot­to­scrizione del­l’ob­bligazione può avvenire come dif­feren­za tra prez­zo di acquis­to e val­ore nom­i­nale (denom­i­na­to come scar­to di emis­sione, come già rap­p­re­sen­ta­to par­lan­do delle obbligazioni zero coupon), oppure tramite la prat­i­ca di tas­si di inter­esse fis­si o vari­abili, attra­ver­so l’u­ti­liz­zo di cedole.

Sono cinque le tipolo­gie prin­ci­pali di titoli di Sta­to, i quali si dif­feren­ziano l’uno dal­l’al­tro in base al peri­o­do di sca­den­za del­l’ob­bligazione, al rendi­men­to del­l’in­ves­ti­men­to e al ver­sa­men­to degli inter­es­si dovu­ti al cred­i­tore. Andi­amo ad anal­iz­zarli breve­mente:

  • Buoni del Tesoro Poli­en­nali (BTP). Ques­ta tipolo­gia di obbligazione fa rifer­i­men­to ad un peri­o­do di lun­go ter­mine, che può vari­are a sec­on­da dei casi tra i 3 e i 30 anni, con la pre­sen­za di cedole fisse (in genere semes­trali). Alcune volte questi buoni ven­gono indi­ciz­za­ti all’in­flazione euro­pea (BTP€i), in modo da pro­teggere e sal­va­guardare gli inter­es­si del­l’in­vesti­tore, riva­l­u­tan­do il cap­i­tale da rim­bor­sare e gli inter­es­si sul­la base dell’inflazione dell’area euro mis­ura­ta da Euro­stat.
  • Cer­ti­fi­cati del Tesoro Zero Coupon (CTZ). Pre­sen­tano una dura­ta di 24 mesi, e sono carat­ter­iz­za­ti dal­l’assen­za del­la cedola.
  • Cer­ti­fi­cati di Cred­i­to del Tesoro (CCT). Han­no una dura­ta pari a 7 anni, con modal­ità di emis­sione tramite cedole semes­trali e sono carat­ter­iz­za­ti da un tas­so che varia nel tem­po. I val­ori di red­di­tiv­ità di ques­ta tipolo­gia di obbligazione dipen­dono diret­ta­mente dal tas­so Euri­bor a 6 mesi, al quale viene som­ma­to il val­ore cor­rente del­lo spread.
  • Btp Italia. Sono carat­ter­iz­za­ti in par­ti­co­lare da cedole indi­ciz­zate in base all’indice di inflazione, e pos­sono pre­sentare una dura­ta che varia tra i 4 e gli 8 anni.
  • Buoni Ordi­nari del Tesoro (BOT), di cui abbi­amo già dis­cus­so nel­l’am­bito delle obbligazioni zero coupon, sono carat­ter­iz­za­ti dal­lo scar­to di emis­sione come fonte prin­ci­pale di red­di­tiv­ità.

Ulteriori tipologie di obbligazioni

Vi sono inoltre varie altre tipolo­gie meno conosciute di obbligazioni, tra le quali citi­amo:

  • Obbligazioni di scopo. Ques­ta for­ma di obbligazione viene gen­eral­mente emes­sa da enti ter­ri­to­ri­ali come comu­ni, provin­cie e regioni, con l’in­ten­to di rice­vere liq­uid­ità per speci­fiche opere di natu­ra pub­bli­ca. Pre­sen­tano una dura­ta di almeno 5 anni e sono garan­tite dalle entrate fis­cali.
  • Obbligazioni amor­tis­ing. Sono obbligazioni carat­ter­iz­zate da un piano di ammor­ta­men­to che garan­tisce la resti­tuzione del cap­i­tale investi­to sot­to for­ma di frazioni del­lo stes­so, sud­di­vise in vari peri­o­di (in genere anni).
  • Ren­dite per­petue. Rap­p­re­sen­tano obbligazioni sen­za un peri­o­do di sca­den­za in cor­rispon­den­za del quale avviene il rim­bor­so, ma ben­sì viene cor­rispos­ta in maniera per­pet­ua una cedola pre­de­ter­mi­na­ta nel momen­to del­la sot­to­scrizione.

Conclusione

Pri­ma di inve­stire in obbligazioni è oppor­tuno che tu conosca bene questo stru­men­to finanziario, le diverse tipolo­gie esisten­ti, il rendi­men­to e il ris­chio. Ques­ta era un’in­tro­duzione al mon­do delle obbligazioni, se hai anco­ra qualche dub­bio o vuoi capire come inve­stire in obbligazioni, entra nel­la nos­tra com­mu­ni­ty su Face­book, tro­verai tan­ti altri investi­tori con cui con­frontar­ti e da cui appren­dere nuove infor­mazioni.

 

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