I tempi sono cambiati: Milioni di persone lasciano il posto fisso per cambiare lavoro

Dovremmo mantenere la speranza quando ci troviamo di fronte a situazioni che inizialmente sembrano negative. Spesso accade che i cambiamenti iniziano in modo traumatico, ma nel tempo si rivelino necessari e positivi. In molte persone, dopo un particolare evento, qualcosa ha fatto click e hanno deciso di cambiare lavoro se non proprio di cambiare vita. 

 Negli ultimi due anni, in molti, hanno sperimentato un’evoluzione significativa. Inizialmente, infatti, la pandemia ha avuto un impatto estremamente negativo su tutti. Il lockdown, le restrizioni e la diffusa paura. Tutto ciò ha messo a dura prova la salute mentale di milioni di individui.

Tuttavia, nel corso del tempo, alcune persone sono crollate, altre hanno ripreso la loro vita. Ma altre ancora hanno scelto di cambiare prospettiva. Hanno iniziato a vedere la tempesta come l’opportunità di un nuovo inizio. L’occasione tanto attesa per cambiare finalmente la propria vita. 

Di quante persone parliamo? Beh di 4,3 milioni negli Stati Uniti e oltre 751 mila in Italia. Questi sono i numeri di coloro che nel solo 2022 hanno deciso di cambiare lavoro. Pertanto hanno volontariamente rinunciato a un posto fisso. In aumento del 30,2% rispetto ai 577 mila del 2021. Si tratta di cifre senza precedenti. Inoltre, secondo alcuni studi, nei prossimi anni il 40% dei lavoratori dipendenti, lascerà volontariamente il proprio impiego. Perciò punteranno a cambiare lavoro.

Cambiare lavoro: cosa ha scaturito la pandemia

Già prima della pandemia si osservava un aumento costante delle vendite di ansiolitici e sonniferi, nonché una diffusione dilagante dei problemi legati alla salute mentale. Tuttavia, il boom della depressione, come già segnalato dall’Oms, arriverà nel prossimo decennio. Fino a diventare nel 2030 la malattia più diffusa a livello mondiale. Sarà infatti la prima causa al mondo di giornate di lavoro perse, superando il primato storico delle malattie cardiovascolari.

Tuttavia evitando di andare troppo nel dettaglio di dati e statistiche, in realtà c’erano e ci sono anche segnali evidenti. Basti pensare a quando camminiamo per strada. 

È una mia impressione o sembrano tutti stressati, infelici e colmi di rabbia repressa? 

Al punto che quando sorridi ad uno sconosciuto ti risponde “che diavolo guardi?!” Tu l’hai notato? 

Tutti vanno sempre di corsa, costantemente affaticati, sempre più insoddisfatti. Tuttavia, nonostante i chiari segni di una diffusa disperazione, questo sentimento spesso resta represso. La verità è che con la pandemia in molti sono stati costretti a parlare con loro stessi e hanno dovuto fare i conti con la realtà.

Prima infatti, le persone tenevano l’insoddisfazione dentro di sé, soffocandola con vizi e routine, shopping e serate in discoteca. Poi, improvvisamente, tutto ciò ci è stato sottratto. Milioni di persone si sono ritrovate costrette a rimanere chiuse in casa. E come dicevo poco fa, questo isolamento, ha costretto molti individui a trovarsi soli con i propri pensieri.

Sfortunatamente, molte persone hanno vissuto (e continuano a vivere) nell’ansiosa attesa che tutto tornasse alla normalità.

Mentre altri hanno affrontato direttamente la silenziosa disperazione che portavano dentro di sé. Hanno affrontato quelle domande scomode che, nella routine quotidiana, venivano soffocate con l’uso eccessivo di cellulare e TV. In molti, hanno capito che la vita alla quale non vedevano l’ora di tornare non era una vita vera. Ma piuttosto: sopravvivenza. E così, non volendo più tornare a quella “normalità”, hanno deciso di cambiare lavoro.

Il fenomeno dello smart working

In tutti questi cambiamenti possiamo distinguere alcune diverse tipologie di persone, che hanno deciso di cambiare lavoro. Qualcuno perchè voleva una pausa, qualcun’altro perchè ha reimpostato le proprie priorità. Una di queste categorie comprende coloro che hanno iniziato a lavorare in modalità smart working. Molti individui, infatti, hanno richiesto ai loro superiori di poter continuare a lavorare da remoto. Ma, quando è stato loro ordinato di ritornare a una scrivania per otto ore al giorno, hanno preferito dare le dimissioni.

Le persone appartenenti a questa categoria hanno deciso di cambiare lavoro, per una soluzione simile a quella di prima o completamente diversa. Purché possano svolgere il loro impiego interamente in modalità remota.

Ad esempio, ho conosciuto una ragazza che lavorava nel campo del digital marketing. Ora svolge lo stesso lavoro come freelance mentre viaggia in giro per l’Asia. Io stesso viaggio, per lavoro e per piacere. Ma anche quando i luoghi in cui vado mi danno piacere, sono sempre attivo nel lavoro e questo mi rende più libero di gestire il tempo e le risorse.  Nel mio percorso ho avuto l’occasione di incontrare molte persone, giovani e meno giovani, che avevano deciso di cambiare lavoro e reinventarsi. 

Lasciare il posto fisso per godersi la vita 

Oltre a tutte queste persone che hanno deciso di cambiare lavoro, per una posizione che gli fornisse più controllo sul loro stile di vita, ci sono anche persone che, al momento, non hanno ancora una chiara idea su cosa fare. Si tratta di individui che durante i vari periodi di lockdown hanno iniziato a riflettere. Hanno pensato a tutti quei viaggi ed esperienze, che hanno sempre sognato, ma mai realizzato. Sono uomini e donne che hanno trascorso anni preoccupandosi del futuro. Queste persone, con la pandemia, si sono come risvegliate e hanno capito che il futuro è qui e ora.

Non vogliono solo cambiare lavoro, ma dispongono di alcuni risparmi. E il loro unico obiettivo è godersi un po’ la vita. Per i più giovani, questa svolta potrebbe significare un cambiamento radicale nella propria vita. Iniziando davvero ad investire su se stessi.

Per gli altri, potrebbe essere un anno sabbatico. L’idea di base  è sempre quella di riprendere in mano la propria vita e smettere di rimandare la propria felicità.

Cambiare lavoro per cambiare del tutto vita

Poi c’è un’altra tipologia di persone. Rappresentate da coloro che hanno deciso di cambiare lavoro per rallentare il ritmo della vita. Non necessariamente si tratta di passare al lavoro in remoto, ma di apportare un cambiamento significativo.

Conclusione

La pandemia ha, dunque, spinto molte persone a riflettere sulle proprie scelte di carriera e priorità nella vita. Dopo i periodi di isolamento e restrizioni, molti hanno avuto il coraggio di cambiare lavoro e resettare le proprie prospettive. Si sono focalizzati sul benessere personale. Molte persone stanno abbracciando nuove opportunità, cercando un equilibrio tra lavoro e vita privata. Questo cambiamento rappresenta una speranza di realizzazione per molti individui, abituati alla classica ruota del criceto, imposta dalla società. 

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Stefano Picchio
Imprenditore digitale
Tutto è iniziato nel 2013, momento in cui mi sono interessato al mondo dell'online.
In quegli anni facendo piccoli investimenti di natura finanziaria. Successivamente ho scoperto altri settori di investimento fino a conoscere ed appassionarmi di imprenditoria e digital marketing.
Ora ho uno smart-team di 11 collaboratori sparsi in giro per il mondo con i quali gestisco le mie 3 aziende.

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