Quando il mio lavoro si può definire “Prestazione Occasionale”?
La prestazione occasionale è un rapporto di collaborazione, saltuario, tra un collaboratore e un committente. Per poter considerare un’attività di lavoro autonomo, occasionale, deve rispettare alcuni parametri:
- Soglia di compenso annuale prevista, non superiore ad euro 5.000
- Mancanza di continuità della prestazione di lavoro autonomo
- Mancanza di coordinamento della prestazione
Con l’entrata in vigore del D.Lgs.81/2015, la norma presente all’ articolo 2222 del codice civile disciplina da un punto di vista civilistico, le attività svolte in maniera occasionale e regola il contratto di prestazione d’opera.
Di conseguenza, chi compie un servizio, con lavoro esente dal vincolo di subordinazione in via del tutto occasionale, esegue una prestazione occasionale.
l D.L. n. 50/2017 all’articolo 54-bis, ha introdotto una nuova disciplina sul lavoro occasionale accessorio. Esiste infatti una distinzione tra lavoro autonomo occasionale e lavoro accessorio.
- Lavoro accessorio: rappresenta una tipologia di attività lavorativa particolare. E disciplinata dal decreto leg. vo n. 276/2003. L’obiettivo del lavoro accessorio è quello di regolamentare quelle prestazioni occasionali, non riconducibili a contratti di lavoro svolti (poiché saltuari). Questa tipologia di attività è infatti definita “accessoria”.
Il lavoro accessorio riguarda tutte quelle attività non continuative legate a un rapporto con un committente stabilito (ad esempio uno studente che lavora durante il fine settimana)
- Lavoro autonomo occasionale: è chi compie, dietro richiesta, una prestazione con lavoro prevalentemente proprio, senza vincolo di subordinazione, né potere di coordinamento da parte del committente poiché è completamente occasionale. Riguarda, infatti, i soggetti che svolgono attività di carattere prettamente intellettuale (un esempio può essere l’amministratore di condominio che opera solo nel proprio stabile)
Poniamo attenzione al lavoratore autonomo che effettua prestazione occasionale
Una collaborazione occasionale avviene quando il collaboratore, un professionista sprovvisto di partita IVA, esegue un lavoro per il committente, per un tempo e un compenso limitati, in maniera occasionale e in assenza di subordinazione all’interno del rapporto lavorativo.
In questo caso il collaboratore è tenuto ad emettere una ricevuta, firmata ed inviata al committente, per la prestazione eseguita.
Tutto ciò che deve essere inserito nella ricevuta da parte del lavoratore autonomo:
- La data del pagamento (effettuato dal committente)
- Il numero della ricevuta
- I dati del collaboratore (incluso codice fiscale, indirizzo, telefono)
- I dati del committente (inclusa la partita IVA)
- La descrizione dell’attività di lavoro svolta (esempio: realizzazione sito web, book fotografico, servizio pubblicitario saltuario e molti altri)
- Il compenso lordo
- L’importo della ritenuta d’acconto (a titolo di acconto per il versamento Irpef)
- L’importo netto (lordo — ritenuta d’acconto)
Questa ricevuta va consegnata la ricevuta al committente. Quest’ultimo effettuerà poi il pagamento e il versamento allo Stato dell’importo della ritenuta d’acconto, entro il 16 del mese successivo.
Ricapitolando:
-
- Il committente spende la cifra pari al lordo della ricevuta (Diviso tra collaboratore e Stato)
- Il collaboratore percepisce il netto della ricevuta
- Lo stato, invece, riceve dal committente il 20% di tasse (per il calcolo Irpef del collaboratore)
A chi è rivolto il contratto di prestazione occasionale?
Il contratto di prestazione occasionale è rivolto a molteplici categorie di lavoratori. Ma ognuno con determinati limiti e in base a differenti caratteristiche.
Tale contratto può infatti essere utilizzato da:
- Professionisti,
- Lavoratori autonomi,
- Imprenditori, associazioni,
- Enti di natura privata e diverse tipologie di fondazioni,
- Imprese agricole,
- Pubbliche amministrazioni,
- Enti locali come: aziende alberghiere e strutture ricettive del settore turismo,
- Ed infine: onlus e associazioni poiché, per attività lavorative sporadiche e saltuarie, possono acquisire prestazioni di lavoro occasionale.
E per quanto riguarda il compenso?
Sono certo presenti, dei limiti di compenso, questi variando in base alle condizioni e alla tipologia di attività svolta.
Di base, il compenso orario, è liberamente fissato dalle parti, ma non può mai essere inferiore a 9 euro l’ora.
Per quanto riguarda il compenso giornaliero del prestatore, non può essere inferiore a 36 euro. Cifra pari al corrispettivo di quattro ore lavorative.
Quante tasse pagherò?
Per quanto riguarda il pagamento delle tasse, in caso di prestazione occasionale, ecco spiegato come funziona:
Per ciò che concerne la dichiarazione dei redditi per prestazioni occasionali, generalmente, va fatta. Esiste però un’eccezione: nel caso in cui il soggetto, che ha effettuato la prestazione, abbia un reddito pari o inferiore a 4.800 euro lordi è esonerato dalla presentazione del Modello 730.
Tuttavia l’articolo 13 del DPR n. 917/86 (TUIR) stabilisce che, possano detrarre una percentuale decrescente all’aumentare del reddito, i professionisti che effettuano prestazione occasionale. La detrazione (non cumulabile con altre detrazioni) fino a 4.800 euro è di 1.104 euro, il che azzera l’IRPEF dovuta.
Pertanto, fare la dichiarazione dei redditi permette al professionista di recuperare le ritenute d’acconto (pari al 20%trattenuto dal cliente).
E fondamentale specificare, invece, che un professionista, in prestazione occasionale, con reddito superiore a 5.000 euro dovrà versare i contributi.
Maggiori informazioni:
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