Cos’è la Ritenuta D’acconto?
Come funziona ai fini del calcolo Irpef? Ecco tutto quello che c’è da sapere:
La ritenuta d’acconto consiste nel prelievo fiscale che alcuni soggetti sono tenuti ad operare, nel momento in cui erogano un reddito in favore di altri contribuenti. Essa viene effettuata sulle somme di denaro percepite dai datori di lavoro o dai clienti, dalle banche o dagli istituti finanziari.
La ritenuta d’acconto è infatti un metodo di riscossione dei tributi e consiste in una sorta di “trattenuta”. In parole povere è la somma che un cliente trattiene dal compenso del professionista, da versare direttamente allo Stato.
Parliamo, dunque, di sostituto d’imposta, ovvero “chi in forza di disposizioni di legge è obbligato al pagamento di imposte in luogo di altri, per fatti o situazioni a questi riferibili ed anche a titolo di acconto”. In questo caso il cliente è il sostituto d’imposta, poiché si occupa del versamento della ritenuta d’acconto al posto del professionista.
Questo meccanismo coinvolge come sostituto il soggetto che eroga un reddito al sostituito, pertanto il prelievo tributario avviene sotto forma di ritenuta a cadenza cronologica, coincidente con il momento in cui il pagamento viene eseguito.
Si tratta infatti di una sorta di “tassa alla fonte”, che il cliente provvederà a pagare al netto della ritenuta.
Questa sorta di “trattenuta” è paragonabile ad un “anticipo di IRPEF” già saldato allo Stato. Tale “trattenuta” non sarà infatti percepita sotto forma di denaro a fronte della prestazione svolta, pertanto, le imposte da pagare al momento della dichiarazione dei redditi saranno più basse, siccome parte delle ritenute d’acconto sono già state versate.
Come posso sapere se per me è meglio la ritenuta d’acconto o la p.IVA?
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Come funziona la Ritenuta D’acconto? In quali casi viene applicata?
L’applicazione della ritenuta d’acconto — pari al 20%, o al 30% (in caso di soggetti non residenti) — risulta essere obbligatoria per le prestazioni professionali svolte da lavoratori autonomi. Ovvero tutti quei professionisti che svolgono attività professionali saltuarie o sono all’inizio della propria carriera. Perciò, non hanno partita iva e operano mediante la prestazione occasionale. Quest’ultima prevede l’inserimento di ritenuta d’acconto all’interno della ricevuta.
Cosa prevede la ricevuta da parte del lavoratore autonomo?
- La data del pagamento
- Il numero della ricevuta
- I dati del collaboratore (incluso codice fiscale, indirizzo, telefono)
- I dati del committente (inclusa la partita IVA)
- La descrizione dell’attività di lavoro svolta
- Il compenso lordo
- L’importo della ritenuta (20% / 30% se risiede o meno in Italia)
- L’importo netto (importo lordo meno la ritenuta d’acconto)
Consegnata la ricevuta al committente, quest’ultimo si occuperà di effettuare il pagamento e di versare l’importo allo Stato entro il 16 del mese seguente.
Su quali redditi si applica la ritenuta d’acconto?
- Prestazione di lavoro autonomo occasionale
- Assunzione di obblighi
- Redditi da lavoro da dipendente
- Cessione dei diritti d’autore
- Cessione di brevetti, marchi e opere
- Vincite e premi di diverso genere
- Partecipazione a utili di soci promotori e fondatori
La ritenuta d’acconto rappresenta, dunque, un anticipo sulle imposte. Non è applicabile dai clienti privati (poiché non possono essere sostituti d’imposta) o dagli individui con partita Iva in regime forfettario.
Certificazione della Ritenuta D’acconto:
Entro il 31 marzo dell’anno successivo al versamento, il committente è tenuto a consegnare la certificazione della ritenuta d’acconto al collaboratore. Tale certificazione prevede al suo interno l’ammontare totale delle somme corrisposte oltre all’importo delle ritenute e delle detrazioni di imposta che sono state effettuate.
Quando bisogna versare le ritenute?
Il versamento va effettuato mediante modello F24 con codice tributo 1040 all’interno dell’apposita sezione “Erario”. È corretto effettuare il versamento entro il 16 del mese successivo al pagamento (in caso di festivo, il primo giorno disponibile successivo a tale data).
Aliquote della Ritenuta D’acconto:
Come accennato in precedenza l’aliquota della ritenuta d’acconto oscilla tra il 20% e il 30%.
- 20% per tutti i professionisti residenti in Italia
- 30% per quanto riguarda i compensi per i non residenti in Italia (per brevetti, invenzioni e simili)
Come si calcola la ritenuta d’acconto?
Iniziamo con i calcoli! L’importo sul quale viene applicata questa percentuale può variare in base al fattore “cassa previdenziale” (somma versata per scopi previdenziali o assistenziali, da un lavoratore o da un professionista)
Infatti per soggetti senza cassa previdenziale il calcolo della ritenuta d’acconto è il seguente:
- Compenso 1.000 euro
- Rivalsa INPS 40 euro (1.000*4%)
- IVA 228,80 euro [(1.000+40)*22%]
il totale della fattura è la somma di questi tre importi: 1.268,80 euro.
- Ritenuta 2.040 (compenso + rivalsa INPS)*20% = 208,00 euro
Dunque al collaboratore verranno versati 1.060,80 euro (cifra netta che corrisponde al totale della fattura meno l’importo della ritenuta d’acconto)
Per soggetti con cassa previdenziale il calcolo prevede che la percentuale del 20% della ritenuta d’acconto venga sottratta solo dal compenso senza considerare la rivalsa INPS (i famosi 40 euro dell’esempio di prima)
Maggiori informazioni:
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