Cosa vuol dire fare Self Publishing? Come si articola il processo di autopubblicazione? Perdita di tempo o reale profitto? E soprattutto, ha ancora senso nel 2024?
Vediamo di fare insieme il punto della situazione e tirare le somme per capire se effettivamente il Self Publishing può ancora portare un reale ed interessante profitto.
Cos’è il Self Publishing?
Il termine ‘self publishing’ tradotto in italiano significa ‘autopubblicazione’. Questo processo si verifica quando un autore decide di pubblicare il proprio libro in autonomia. Perciò, senza coinvolgere una casa editrice. In pratica, lo scrittore assume il ruolo di editore di sé stesso.
Molte persone associano il Self Publishing principalmente al settore dell’editoria. In questa modalità, un autore è responsabile dell’intero processo di pubblicazione, compresi:
- gli stadi di modifica,
- progettazione,
- formattazione,
- pubblicazione;
senza dipendere da una terza parte come una casa editrice.
Questo approccio offre all’autore non solo il controllo creativo completo, ma anche guadagni sotto forma di royalties.
Per portare a termine questa pubblicazione autonoma, esistono diverse piattaforme disponibili. Tra le più rinomate vi sono:
- Amazon Kindle Direct Publishing (conosciuto come ‘KDP’)
- YouCanPrint
- StreetLib
- Ilmiolibro.it.
Perciò, Il Self Publishing, o autopubblicazione, è l‘atto di pubblicare autonomamente un’opera creativa. Può includere libri, musica, arte visiva, senza necessariamente coinvolgere una società o una casa editrice, soprattutto nel caso dei libri.
Ne vale ancora la pena? 3 Rischi da tenere in considerazione nel 2024
Il self publishing è spesso descritto come la soluzione ideale per superare le sfide dell’editoria. Perchè?
È un modello di business che consente di diffondere un’opera senza intermediari. Perciò, garantendo agli autori royalties più elevate e completa autonomia decisionale durante tutte le fasi della pubblicazione.
Tuttavia, come accade per qualsiasi business o investimento, anche il self publishing comporta dei rischi.
1.Self Publishing: La distribuzione
Il principale ostacolo del self publishing è rappresentato dalla distribuzione, o meglio, dalla sua assenza. Se un libro non è commercializzato da una casa editrice, difficilmente troverà spazio sugli scaffali delle librerie tradizionali.
La distribuzione autonoma capillare risulta estremamente complessa. Di conseguenza, la visibilità del libro sarà notevolmente limitata rispetto a un’opera distribuita attraverso una casa editrice.
2.Pubblicare libri orrendi o illeggibili
Gli autori meno informati, spesso si illudono di poter gestire l’intero processo da soli, senza costi aggiuntivi.
- Scrivono un libro che considerano fantastico
- Effettuano una revisione personale anziché affidarsi a editor e correzione di bozze professionali
- Creano un’immagine di copertina fatta in modo artigianale e… voilà! In pochi click, ecco una nuova opera su Amazon.
Tuttavia, spesso la mancanza di competenze offre come risultato un libro orribile se non illeggibile.
Questo approccio ha contribuito a diffondere una reputazione negativa nell’ambito del self publishing. Tutto ciò, ha danneggiato gli autori che, invece, investono in professionisti editoriali seri per presentare al meglio la propria opera.
3.Carenza di budget = carenza di successo
Gli autori consapevoli devono sforzarsi di trovare professionisti affidabili, ai quali affidare tutte le fasi coinvolte nel processo editoriale.
Bisogna infatti valutare:
- manoscritto,
- editing,
- correzione di bozze,
- impaginazione,
- creazione della copertina,
- promozione.
In pratica, gli autori devono agire come microimprenditori a capo di un team di professionisti freelance. Questo processo richiede impegno e può comportare costi significativi. Prima di iniziare, è fondamentale avere un chiaro piano finanziario e definire un budget massimo che si è disposti a investire.
Quali tipologie di opere ha senso auto-pubblicare?
Ci sono alcuni casi in cui il self publishing potrebbe effettivamente non avere alcun senso. Come ad esempio:
- Se stai scrivendo romanzi mainstream, cioè opere che non appartengono a un genere specifico.
- Oppure se aspiri a una riconoscimento letterario.
- O ancora, se desideri recensioni da critici letterari.
Per quanto riguarda la narrativa, il self publishing, è particolarmente adatto per contenuti popolari e di genere, mentre potrebbe non essere la scelta più indicata per altri tipi di opere. Ad esempio, per chi scrive romanzi romantici e chick-lit, l’autopubblicazione può trasformare il proprio “sgabuzzino” in un autentico palcoscenico.
La chiave per il successo
Realizzare esclusivamente self publishing non garantisce automaticamente ricchezza finanziaria. È bene che tu lo sappia perché è facile incappare nell’ennesimo fuffa guru, che pur di farti sborsare soldi, ti vende sogni e speranze, invece di informazioni serie e oneste.
Pur offrendo opportunità di autonomia e controllo creativo, il self publishing presenta sia vantaggi che svantaggi. Sebbene sia un’opzione interessante da considerare, è fondamentale percepire il self publishing come parte di un quadro più ampio. Puntare solo su questa attività, potrebbe non essere poi così redditizio come unico investimento.
Conclusione
In conclusione, la domanda cruciale rimane: il self publishing ne vale ancora la pena?
Sicuramente è un business che offre agli autori un’incredibile libertà creativa e la possibilità di bypassare gli intermediari tradizionali. Tuttavia, fare affidamento esclusivamente sul self publishing come unica fonte di reddito, potrebbe non essere la strategia più vantaggiosa.
La diversificazione emerge come una componente chiave per mitigare rischi e potenziare il successo finanziario. Esplorare opzioni di investimento differenti, può arricchire il portafoglio e contribuire a una prospettiva di successo più equilibrata.
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Disclaimer: Le informazioni fornite in questo blog sono solo a scopo informativo e non costituiscono consigli finanziari.
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