Sistema pensionistico italiano: la Guida Completa

Il sis­tema pen­sion­is­ti­co ital­iano si fon­da su un accor­do inter­gen­er­azionale. Con questo accor­do, i pen­sion­ati ricevono le loro pen­sioni gra­zie ai con­tribu­ti ver­sa­ti dai lavo­ra­tori attivi.

Con­sideran­do il peri­o­do attuale: il decli­no demografi­co, segui­to dal ral­len­ta­men­to eco­nom­i­co, questo mod­el­lo richiede inter­ven­ti sia a liv­el­lo sis­temi­co che indi­vid­uale, al fine di man­tenere la sua sosteni­bil­ità.

In questo arti­co­lo esaminer­e­mo il prin­ci­pio di ripar­tizione sul quale si basa il  sis­tema pen­sion­is­ti­co ital­iano. Inoltre, vedremo il pas­sag­gio dal meto­do ret­ribu­ti­vo a quel­lo con­tribu­ti­vo, per il cal­co­lo delle pen­sioni.

Infine, esplor­ere­mo i ben­efi­ci derivan­ti dal fon­do pen­sione.

Il sistema pensionistico italiano

Basato sul prin­ci­pio del­la ripar­tizione, il sis­tema pen­sion­is­ti­co ital­iano, prevede un mec­ca­n­is­mo che rego­la i flus­si finanziari, legati alla prev­i­den­za in questo modo:

  • Entrate: ovvero i con­tribu­ti men­sili ver­sa­ti dai lavo­ra­tori e dalle aziende agli enti prev­i­den­ziali.
  • Uscite: com­pren­dono gli asseg­ni pen­sion­is­ti­ci des­ti­nati a col­oro che han­no ces­sato l’at­tiv­ità lavo­ra­ti­va.

Dunque, pos­si­amo dire che i figli stan­no pagan­do le pen­sioni dei gen­i­tori. Di con­seguen­za, non c’è una rac­col­ta di cap­i­tali per le pen­sioni future

Tut­tavia, a par­tire dagli anni ’90, il sis­tema prev­i­den­ziale pub­bli­co si è trova­to ad affrontare nuove sfide. Sfide che includono: 

  • decli­no demografi­co, 
  • crisi eco­nomiche,
  • pre­cariz­zazione del lavoro,

tut­to ciò, con con­seguente dis­con­ti­nu­ità nei con­tribu­ti prev­i­den­ziali.

Le risposte a queste sfide pos­sono essere rias­sunte in alcu­ni macro-temi, vedi­amoli insieme:

  1. Con­trol­lo pro­gres­si­vo del­la spe­sa pub­bli­ca per le pen­sioni: per evitare che il suo rap­por­to con il PIL diven­ti ecces­si­vo.
  2. Intro­duzione di un sis­tema di prev­i­den­za com­ple­mentare: che affi­anchi quel­lo pub­bli­co. Al fine di con­sen­tire ai lavo­ra­tori di ottenere una pen­sione com­p­lessi­va più adat­ta alle loro esi­gen­ze in età avan­za­ta e di diver­si­fi­care i rischi legati a even­ti avver­si. Di questo ne par­lere­mo in det­taglio più avan­ti.
  3. Revi­sione peri­od­i­ca, con ten­den­za all’au­men­to, dei req­ui­si­ti di usci­ta dal mer­ca­to del lavoro: sia in ter­mi­ni di con­tribu­ti ver­sa­ti che di età ana­grafi­ca.

uomo che richiede la pensione

Calcolo dell’assegno pensionistico

La Rifor­ma Dini, nota come Legge 335/1995, ha seg­na­to il pas­sag­gio dal regime ret­ribu­ti­vo a quel­lo con­tribu­ti­vo. La dis­tinzione tra i due meto­di di cal­co­lo del­l’asseg­no pen­sion­is­ti­co è sig­ni­fica­ti­va:

  • Regime ret­ribu­ti­vo: la pen­sione è deter­mi­na­ta come una per­centuale del­lo stipen­dio del lavo­ra­tore. Per­ciò, dipende dal­l’anzian­ità con­tribu­ti­va e dalle ret­ribuzioni, soprat­tut­to quelle per­cepite negli ulti­mi anni di lavoro.
  • Regime con­tribu­ti­vo: l’im­por­to del­la pen­sione dipende esclu­si­va­mente dai con­tribu­ti ver­sa­ti dal lavo­ra­tore nel cor­so del­la sua car­ri­era lavo­ra­ti­va. Per­ciò, a par­ità di con­dizioni (ultime ret­ribuzioni e anzian­ità con­tribu­ti­va), l’asseg­no pen­sion­is­ti­co sarà infe­ri­ore rispet­to a quel­lo deter­mi­na­to dal meto­do ret­ribu­ti­vo.

Dunque:

  • Col­oro con più di 18 anni di con­tribu­ti al 31 dicem­bre 1995: ricevono una pen­sione cal­co­la­ta con il meto­do ret­ribu­ti­vo per gli anni fino al 31 dicem­bre 2011 e con il meto­do con­tribu­ti­vo per gli anni suc­ces­sivi.
  • Men­tre, col­oro con meno di 18 anni di con­tribu­ti al 31 dicem­bre 1995: ricevono una pen­sione cal­co­la­ta con il meto­do ret­ribu­ti­vo per gli anni fino a quel­la data e con il meto­do con­tribu­ti­vo per gli anni suc­ces­sivi.

Per­tan­to, per col­oro che han­no inizia­to a lavo­rare pri­ma del 1996, è impor­tante tenere pre­sente queste date per com­pren­dere il fun­zion­a­men­to del cal­co­lo del­la pro­pria pen­sione.

Previdenza complementare

Una delle carat­ter­is­tiche chi­ave, che rende la prev­i­den­za com­ple­mentare resistente alle dif­fi­coltà affrontate dal sis­tema pub­bli­co, è la cap­i­tal­iz­zazione indi­vid­uale.

Fon­da­men­tal­mente, ogni iscrit­to ad un piano di prev­i­den­za com­ple­mentare, accu­mu­la un “mon­tante”, al net­to di imposte e com­mis­sioni, sul­la base di: 

  • con­tribu­ti ver­sa­ti,
  • rendi­men­ti ottenu­ti dagli inves­ti­men­ti,

Di con­seguen­za, la pen­sione inte­gra­ti­va dipende dai rispar­mi (e dai rendi­men­ti), accu­mu­lati dal­l’ader­ente. Piut­tosto che dai con­tribu­ti dei lavo­ra­tori attivi, come nel sis­tema pub­bli­co a ripar­tizione.

Inoltre, gra­zie all’ap­pli­cazione del­l’inter­esse com­pos­to, la cap­i­tal­iz­zazione indi­vid­uale per­me­tte ai rendi­men­ti di accu­mu­la­rsi nel tem­po e di parte­ci­pare agli inves­ti­men­ti futuri.

richiesta pensione italia

Fondo pensione: tutti i vantaggi

Come antic­i­pa­to, ecco­ci ad esam­inare tut­ti i ben­efi­ci derivan­ti dal­l’ade­sione a un fon­do pen­sione. Tali van­tag­gi sono moltepli­ci e sono riconosciu­ti a col­oro che scel­go­no la prev­i­den­za com­ple­mentare, per incre­mentare il pro­prio asseg­no pen­sion­is­ti­co pub­bli­co.

Alcu­ni ben­efi­ci speci­fi­ci, invece, sono ded­i­cati a col­oro che optano per l’ade­sione ai fon­di pen­sione negoziali. Per citare un esem­pio, Pri­amo: ris­er­va­to ai lavo­ra­tori imp­ie­gati in set­tori speci­fi­ci, come i servizi di trasporto pub­bli­co e affi­ni. I parte­ci­pan­ti al Fon­do Pri­amo, ad esem­pio, pos­sono godere dei seguen­ti van­tag­gi:

  • Pos­si­bil­ità di ottenere un con­trib­u­to aggiun­ti­vo da parte del datore di lavoro: pre­vio ver­sa­men­to di un pro­prio con­trib­u­to in aggiun­ta al TFR.
  • Des­ti­nazione del TFR al fon­do anziché las­cia­r­lo nel­l’azien­da: con­sen­ten­do per­ciò di ben­e­fi­cia­re di rendi­men­ti che nel lun­go ter­mine ten­dono ad essere supe­ri­ori a quel­li ottenu­ti dal TFR azien­dale.
  • Acces­so a costi di ges­tione con­tenu­ti: poiché i fon­di pen­sione negoziali oper­a­no come asso­ci­azioni sen­za scopo di lucro, agen­do nel­l’in­ter­esse esclu­si­vo degli ader­en­ti.
  • Deducibil­ità fis­cale dei con­tribu­ti ver­sa­ti ogni anno al fon­do: con un lim­ite mas­si­mo annuale pari a 5.164,57 euro.
  • Tas­sazione agevola­ta sui rendi­men­ti mat­u­rati durante la ges­tione dei ver­sa­men­ti: con un’im­pos­ta sos­ti­tu­ti­va del 12,5% sui rendi­men­ti da Titoli di Sta­to e del 20% su altri inves­ti­men­ti (con­sideran­do un’aliquo­ta del 26% per altre tipolo­gie di inves­ti­men­ti).
  • Tas­sazione agevola­ta sulle prestazioni finali: con un’aliquo­ta del 15% che diminuisce del­lo 0,30% all’an­no per ogni anno di per­ma­nen­za nel fon­do pen­sione oltre il quindices­i­mo, fino a un min­i­mo del 9%.

Con­clu­sione

In sin­te­si, il sis­tema pen­sion­is­ti­co ital­iano si basa sul­l’ac­cor­do inter­gen­er­azionale e richiede inter­ven­ti sia a liv­el­lo sis­temi­co che indi­vid­uale, al fine di man­tenere la sua sosteni­bil­ità. 

Inoltre, il pas­sag­gio dal regime ret­ribu­ti­vo a quel­lo con­tribu­ti­vo ha rap­p­re­sen­ta­to un momen­to cru­ciale. Men­tre la prev­i­den­za com­ple­mentare offre oppor­tu­nità sig­ni­fica­tive di inte­grazione del­l’asseg­no pen­sion­is­ti­co pub­bli­co. 

La cap­i­tal­iz­zazione indi­vid­uale, insieme ai numerosi van­tag­gi offer­ti dai fon­di pen­sione, con­tribuisce a garan­tire una mag­giore sta­bil­ità finanziaria e sicurez­za per il futuro pen­sion­is­ti­co dei lavo­ra­tori ital­iani.

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