Trasferirsi all’estero: la tassazione nel Regno Unito

Il regime fiscale del Regno Unito è noto per due caratteristiche: la snellezza della burocrazia inglese e una pressione fiscale contenuta, in particolare se confrontata a quella italiana e di altri Paesi europei, tali prerogative riguardano sia le persone fisiche che le società.

Se ti stai interrogando sull’opportunità di aprire un’azienda nel Regno Unito o esercitarvi un’attività professionale, ti sarà certamente utile una guida che riassuma le principali informazioni inerente il sistema fiscale inglese.

Le principali modalità di tassazione nel Regno Unito

Dal punto di vista della natura delle imposte, non ci sono molte differenze tra il Regno Unito e l’Italia, infatti, il sistema dei tributi anglosassoni è gestito a livello nazionale e locale.

L’Autorità che riscuote, per le persone fisiche e le società giuridiche, le imposte a livello centrale è l’HMRC, che corrisponde all’Agenzia delle Entrate italiana, mentre per quanto riguarda i tributi locali, questi si concretizzano in council tax in capo sia ai singoli che alle società.

Un’altra distinzione riguarda le imposte dirette e indirette: le prime gravano sui redditi percepiti, come gli stipendi e i proventi realizzati dall’impresa, le seconde si applicano ai beni e servizi: l’imposta più conosciuta, in tutti i sistemi fiscali, è sicuramente l’IVA.

Quello che differenzia il sistema fiscale del Regno Unito dagli altri è il retaggio culturale e giuridico, che affonda le sue radici nei sistemi di common law tipici del territorio e che hanno come base il precedente giuridico.

In sostanza, a differenza della nostra legislazione tributaria che, come più in generale quella sull’ordinamento statale si basa sul diritto napoleonico, l’ordinamento (e quindi anche il sistema fiscale) del Regno Unito prende come riferimento non un sistema codificato, ma una serie di norme che si basano su casi precedenti.

Ciò significa che, anche nel settore dell’imposizione fiscale, il Regno Unito applica e controlla il sistema delle regole tramite una serie di normative emanate in base ai singoli casi concreti.

Non troverai, quindi, un equivalente del Testo Unico delle Imposte sui Redditi italiano, e perciò dovrai un pochino cambiare mentalità nell’approcciarti al sistema di tassazione vigente in quello che fu l’Impero in cui non tramontava mai il sole.

La conseguenza principale del sistema di common law è che la probabilità di incorrere in sanzioni a seguito dell’applicazione di una norma è notevolmente più bassa, ciò determina una maggiore certezza della propria posizione fiscale ed un risparmio economico.

La tassazione delle persone fisiche nel Regno Unito

Una prima categoria di imposte riguarda la tassazione sul reddito, associata all’Income Tax (tassa sui redditi), che è calcolata con un sistema a scaglioni.

I soggetti con reddito da 0 a 2.880 £ ricadono nello scaglione dell’aliquota del 10%, per redditi fino a 31.865 £, l’aliquota è del 20%, fino ad arrivare al 45% su importi oltre le 150.000 £.

A questo punto è interessante sottolineare come il sistema fiscale inglese non consideri, ai fini della tassazione, il nucleo familiare come in Italia, ma il singolo soggetto.
Per questo motivo, in sede di dichiarazione dei redditi, ogni persona fisica dovrà dichiarare separatamente la sua situazione relativa all’anno fiscale precedente.

Con riferimento a quest’ultimo, nel Regno Unito il periodo d’imposta è compreso nell’arco temporale che intercorre dal 6 aprile al 5 aprile di ogni anno, ciò vale sia per i privati che per le imprese, mentre per quanto riguarda il bilancio dello Stato, il periodo considerato è l’anno solare, dal 1 gennaio al 31 dicembre.

Chi deve pagare le imposte sui redditi nel Regno Unito? Tutti coloro che si trovano sul territorio nazionale da più di 6 mesi, nello specifico 183 giorni: si presume che, in un tale arco temporale, se non sei uno studente, dovrai avere un lavoro o un’attività che consenta il tuo sostentamento.

Tale principio si applica sia ai residenti che ai cittadini di altri Paesi, che abbiano stabilito la loro attività principale nel Regno Unito o che conseguano parte dei loro redditi nel territorio inglese.

A questo proposito, devi sapere che sono state stipulate, nel corso degli anni passati, apposite convenzioni tra gli Stati europei, volte a evitare la doppia imposizione fiscale: è molto improbabile, quindi, che gli stessi redditi vengano tassati due volte.

Come avviene il calcolo delle imposte per le persone fisiche nel Regno Unito?

Sono due le procedure che, nel Regno Unito, mirano alla riscossione delle imposte a carico delle persone fisiche. Tali procedimenti sono l’autodichiarazione e il PAYE.

L’autodichiarazione, che può avvenire sia in modalità cartacea che telematica, ha lo scopo di dichiarare tutti i redditi derivanti dal lavoro autonomo.

Il PAYE, acronimo di Paye As You Earn, che significa paghi in base a quanto guadagni, riguarda i redditi da lavoro dipendente, calcolati su base annua.

Con cadenza mensile, il datore di lavoro versa all’HMRC l’importo del PAYE associato a ogni dipendente, per coloro che percepiscono solo tali redditi, pertanto, non è richiesta la presentazione della dichiarazione dei redditi, in quanto l’imposta è stata già versata in anticipo dal datore di lavoro.

Un elemento degno di considerazione e che contraddistingue in positivo il sistema fiscale inglese è il Personal Allowance, un importo di 10.600 £, che costituisce la soglia al di sotto della quale non viene applicata alcuna tassazione in capo alle persone fisiche.

Un altro elemento degno di nota riguarda la dichiarazione dei redditi: a differenza del nostro Paese, nel Regno Unito l’utente non deve sostenere un esborso o rivolgersi a professionisti, in quanto l’HMRC provvede a elaborare, ogni anno, il calcolo dei redditi percepiti, sulla base delle dichiarazioni presentate dai professionisti.

La tassazione delle aziende

Uno degli aspetti più apprezzati, da parte dei professionisti di tutta Europa, riguarda proprio il sistema fiscale inglese, con riferimento alle aziende.

Il motivo principale è proprio il sistema di common law, che consente una maggiore certezza in ambito normativo, con l’effetto di sottrarre meno energia agli amministratori d’azienda e ai professionisti che svolgono la loro attività nel Regno Unito.

L’imposta principale a carico delle aziende è quella sui redditi di impresa, denominata Corporate Tax, un’imposta indiretta che si applica a tutte le organizzazioni che svolgono la propria attività nell’ambito dell’Unione Europea.

L’aliquota della Corporate Tax è del 19% e si attesta tra le più basse dei Paesi in area Europa e, in generale, dei Paesi appartenenti al G20, in ambito mondiale.

Ma, soprattutto, nel Regno Unito non sono previsti acconti relativi alle imposte.

Per quanto concerne l’aliquota fiscale sui redditi di impresa, sono da tempo al vaglio del Governo progetti che hanno l’obiettivo di ridurre l’imposta a carico delle società al 15%, tale fattore contribuirebbe a dare un’ulteriore spinta propulsiva all’economia e ad attrarre capitali da altri Paesi.

La conseguenza immediata legata a una pressione fiscale così conveniente è un maggiore afflusso di capitali, anche dall’estero, di quegli imprenditori che desiderano istituire una società nel Regno Unito, con particolare riferimento alla Ltd., ossia limited, alter ego dell’italiana società a responsabilità limitata.

Anche in questo caso, è necessario confrontarsi con professionisti che operano da anni nell’avviamento di nuove imprese nel Regno Unito, per evitare i classici errori in cui incorre chi non è adeguatamente informato circa la legislazione fiscale inglese.

L’errore più comune, e anche il più pericoloso, è quello di incorrere nel reato di esterovestizione, identificato dai legislatori italiani come l’istituzione di una società all’estero, mantenendo sede operativa e residenza degli amministratori in Italia.

Altri vantaggi del sistema fiscale del Regno Unito

Se stai pensando di aprire un’attività di beni o servizi nel Regno Unito, probabilmente sei rimasto colpito dal sistema fiscale, particolarmente favorevole per i cittadini e le imprese.

Oltre alle aliquote ridotte sui redditi di impresa, il rapporto tra l’HMRC e gli amministratori è molto trasparente e lineare.
I tempi di riscossione delle imposte sono più rapidi che in Italia, in caso di ritardo o problematiche nei pagamenti, gli utenti hanno a disposizione un numero telefonico dedicato per la risoluzione delle questioni a carattere generale.

Anche nell’ipotesi inversa, quella cioè in cui l’impresa si trovi in una situazione di credito di imposta, non vi è nessuna burocrazia intermedia, e l’HMRC provvede a liquidare l’importo direttamente nel conto aziendale, entro la fine del mese successivo a quello di riferimento.

Questo accade anche con la liquidazione dell’IVA (VAT return), che avviene su base trimestrale, qualora l’azienda fosse a credito, riceve il corrispettivo sul conto business entro il mese seguente.

Conclusioni: il sistema fiscale inglese

Il sistema fiscale inglese si prospetta conveniente sia per i cittadini privati che per le imprese, sia per aliquote basse sui redditi che per una trasparenza di fondo nei rapporti tra Autorità e privati oppure organizzazioni.

Il rapporto essenzialmente fiduciario con i cittadini e la burocrazia ridotta al minimo sono due aspetti tra loro correlati, infatti, le sanzioni scattano in quelle situazioni in cui la realtà si riveli difforme da quanto dichiarato, ma eventuali controversie sono gestite con tempistiche rapide e procedimenti lineari, con minori costi a carico della collettività.

Se sei alla ricerca di altre informazioni sulla fiscalità del Regno Unito, entra nella community di Investhero e confrontati con altri imprenditori e investitori che potranno raccontarti la loro esperienza.

 

Stefano Picchio on EmailStefano Picchio on FacebookStefano Picchio on InstagramStefano Picchio on Youtube
Stefano Picchio
Imprenditore digitale
Tutto è iniziato nel 2013, momento in cui mi sono interessato al mondo dell'online.
In quegli anni facendo piccoli investimenti di natura finanziaria. Successivamente ho scoperto altri settori di investimento fino a conoscere ed appassionarmi di imprenditoria e digital marketing.
Ora ho uno smart-team di 11 collaboratori sparsi in giro per il mondo con i quali gestisco le mie 3 aziende.

Add a Comment

Your email address will not be published. Required fields are marked *