Riusciresti a guardare un marshmallow per 15 minuti e non mangiarlo?
Era il 1972 e presso l’Università di Stanford fu condotto l’esperimento marshmallow, divenuto famoso come uno degli esperimenti meglio riusciti sull’analisi del comportamento umano.
Il vero successo di questo esperimento fu dato dai dati osservati sui “pazienti” dopo molti anni che sembrano essere correlati con i risultati dell’esperimento.
L’esperimento Marshmallow
Lo psicologo e professore austriaco Walter Mischel selezionò 600 bambini in età prescolare (4-6 anni) della scuola materna di Stanford.
Tutti i bambini furono messi in una sala vuota e ognuno di loro aveva davanti a se una scrivania e un piatto con all’interno un marshmallow (una caramella zuccherata molto consumata in America).
Ai bambini fu detto che potevano mangiare la leccornia tuttavia, qualora fossero riusciti a resistere e non mangiarla per 15 minuti, avrebbero ricevuto come premio un secondo marshmallow.
Durante l’esperimento fu possibile osservare comportamenti molto differenti: qualcuno si copriva gli occhi, altri si giravano, altri ancora dal nervoso prendevano a calci la scrivania o il muro. Tuttavia in molti non seppero resistere e gustarono la caramella. Sul campione esaminato, soltanto un terzo riuscì a superare il test e ricevette il secondo marshmallow.
Lo scopo dell’esperimento era capire la capacità dell’essere umano di resistere alla gratificazione immediata a fronte di una maggiore in un secondo momento.
I follow up dell’esperimento
L’esperimento però non è terminato con l’osservazione dei comportamenti dei bambini e l’analisi delle loro capacità di autocontrollo. L’obiettivo di Mischel non era quello di constatare la capacità dell’uomo di rinunciare ad una gratitudine immediata per un premio maggiore in un secondo momento, egli infatti voleva valutare negli anni le conseguenze di quell’esperimento. Più nello specifico voleva vedere come i primi dati erano correlati con la vita dei soggetti campione.
Il continuo monitoraggio nel tempo e l’osservazione dei comportamenti dei bambini in età adulta ha reso questo esperimento uno dei più importanti nella psicologia comportamentale.
C’era un filo conduttore tra i bambini che avevano saputo resistere e superare l’esame? La loro personalità, i loro comportamenti, i loro orientamenti, erano simili?
Fu osservato, circa sedici anni dopo, che i bambini che avevano superato il test del marshmallow avevano mediamente risultati scolastici migliori degli altri coetanei, inoltre erano descritti come adolescenti maturi e responsabili, in grado di organizzarsi, gestire lo stress e pianificare la propria vita.
Nel 1990 gli studiosi si accorsero che questi ragazzi avevano ottenuto punteggi superiori alla media al SAT, il test di ammissione all’università.
Risultati migliori, un maggior senso di responsabilità e la capacità di organizzazione potevano essere correlati con l’autocontrollo dimostrato da quei bambini davanti alla caramella?
Non soddisfatti, gli studiosi effettuarono altri follow up dell’esperimento. I soggetti esaminati, all’età di 25-30, oltre ad aver ottenuto risultati accademici migliori, avevano sviluppato una maggiore dote di resilienza e capacità di adattamento. Sebbene ancora giovani, avevano raggiunto obiettivi importanti nella propria vita.
Infine, l’ultimo riscontro di questo esperimento, effettuato nel 2009, ha posto i bambini ormai quarantenni davanti ad un ultimo esperimento. Tale test richiedeva di premere dei tasti al comparire di determinati soggetti sullo schermo del computer. Senza entrare nei dettagli fu rilevato che i bambini che non avevano dimostrato capacità di autocontrollo e riflessione avevano commesso il maggior numero di errori in un test che richiedeva concentrazione e analisi.
L’effetto marshmallow
Innanzitutto, trattandosi di un esperimento, ogni dato raccolto deve essere preso con il giusto riguardo, tuttavia questo esperimento è stato da sempre argomento di interessanti discussioni.
Cosa unisce l’esperimento marshmallow e gli investimenti?
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Questo esperimento e il suo risultato aiutano a comprendere quanto sia importante mantenere la concentrazione, individuare l’obiettivo e procedere step by step per raggiungerlo, imparando a dire no alle distrazioni. Per un investitore o un imprenditore ancora di più.
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Una statistica dice che il tempo medio di incubazione delle startup che hanno rivoluzionato il mondo è più o meno di sei anni, vuol dire che per sei anni hanno lavorato, analizzato i dati, apportato modifiche finalizzate a raggiungere l’obiettivo prefissato. Come puoi pretendere di trovare una startup in cui investire che ti generi un utile in 2-3 anni?
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