Una tecnica molto diffusa, soprattutto tra i trader, è quella dello short trading, o più specificatamente short selling, in italiano vendita allo scoperto.
Essa consiste nell’investire il proprio capitale su un determinato asset finanziario e ricavare un guadagno dal deprezzamento del valore dell’asset.
Nel Forex, spesso si utilizza il termine “short” per indicare un investimento al ribasso, così come nelle materie prime.
La vendita allo scoperto si può effettuare anche sui CFD.
Ma di che cosa si tratta sostanzialmente?
Come funziona la vendita allo scoperto
La vendita allo scoperto consiste nella possibilità di vendere strumenti finanziari senza possederli.
Può essere applicata in generale su quasi tutti gli strumenti finanziari, o per lo meno i più diffusi e tradizionali, come, per esempio, i titoli azionari.
Per facilitare la comprensione di come funziona la vendita allo scoperto, utilizzeremo le azioni come strumento di riferimento.
Quindi, grazie alla vendita allo scoperto, l’investitore può ottenere profitti dalla prestazione negativa dei titoli azionari.
La possibilità di andare short offre, quindi, un’operatività sul mercato decisamente più ampia, non avendo a disposizione solo la possibilità di acquistare un titolo azionario con la previsione di un suo rialzo.
Per fare questo genere di operazione, un investitore prende in prestito le azioni dal broker con l’obbligo di ricomprarle in un successivo momento.
Facciamo un esempio che non segue il mercato, quindi con prezzi totalmente inventati, ma esauriente per comprendere meglio come funziona.
Immagina di voler vendere allo scoperto le azioni di Banca Credimi, che reputi sopravvalutate.
- Scegli di vendere allo scoperto 100 azioni al prezzo di 15€ l’una, per un investimento totale di 1.500€.
- Il broker opera come controparte e acquista virtualmente queste azioni, e lo fa mettendo da parte per te una somma di 1.500€ (non vengono messi sul tuo conto).
- Nei giorni seguenti si verifica ciò che hai previsto: nuove notizie negative fanno perdere valore a Banca Credimi, facendo scendere il prezzo delle azioni a 14€.
- A questo punto puoi chiudere la tua posizione short riacquistando le 100 azioni, pagandole però 1.400€.
- Il broker, dall’altra parte, cede le sue quote che aveva preso in prestito a 1.500€.
- La differenza di prezzo di 100€ sarà il tuo rendimento, meno le commissioni.
Short trading con i CFD
Lo short trading tramite i CFD, ovvero i Contratti per Differenza, è molto simile all’acquisto. Dal momento che con i CFD non si possiede realmente il sottostante, ma solo una sua replica, andare short ha le stesse caratteristiche dell’andare long.
Grazie ai CFD è possibile andare short su azioni, indici azionari, valute, materie prime e anche criptovalute, facendo semplicemente un’operazione opposta al long.
Ricordiamo, però, che i Contratti per Differenza sono strumenti soggetti a leva finanziaria, dunque l’importo investito sarà moltiplicato. Con tale misura oltre ai guadagni, anche le perdite possono essere molto elevate e potrebbero comportare la perdita del capitale investito.
Vendere allo scoperto con le criptovalute
Oltre ai CFD, è possibile vendere allo scoperto alcune criptovalute grazie ai futures.
Dal 10 dicembre 2017 il Chicago Board Options Exchange (CBOE) ha iniziato a dare la possibilità di scambiare futures sul Bitcoin.
Con questa opzione ci si può ovviamente anche posizionare short sul Bitcoin, oltre che long.
Grazie al CBOE la criptovaluta più famosa al mondo ha avuto maggiore legittimazione e i giorni successivi al 10 dicembre il Bitcoin ha conosciuto un grande rialzo.
Probabilmente, però, proprio grazie alla vendita allo scoperto del BTC, esso ha iniziato un ripidissimo ribasso che l’ha portato a toccare anche il valore di 3.500 successivamente.
Vendita allo scoperto sul mercato immobiliare
Merita una menzione la vendita allo scoperto sul mercato immobiliare, perché alcune persone, grazie a questo strumento, hanno ottenuto un forte profitto durante la crisi dei mutui subprime.
La storia è stata narrata anche nel film di Adam McKay The Big Short, in italiano La Grande Scommessa.
Michael Burry, interpretato nel film da Christian Bale, scoprì nel 2005 che il mercato immobiliare era vicino al collasso dal momento che si reggeva grazie a mutui subprime ad altissimo rischio.
Essendo il manager di un fondo speculativo, egli decise di investire molto denaro sulla vendita allo scoperto del mercato immobiliare.
Non esistendo all’epoca un prodotto finanziario simile, vennero creati dei credit default swap. Grazie a quest’ultimi divenne possibile posizionarsi short sul mercato immobiliare, in quel momento considerato incrollabile.
I limiti della CONSOB
A causa dei profondi ribassi di alcuni titoli azionari dovuti dalla vendita allo scoperto, la Consob ha deciso di limitare questo strumento finanziario per ciò che concerne la Borsa italiana.
Dal 1° novembre 2012 è operativo il Regolamento (UE) N. 236/2012 del Parlamento Europeo e del Consiglio relativo alle vendite allo scoperto.
Il Regolamento richiede agli investitori che hanno effettuato vendite allo scoperto in azioni, o titoli di Stato di entità pari o superiori a determinate soglie, di comunicarle all’Autorità competente entro le ore 15.30 del giorno di negoziazione successivo a quello nel quale è stata raggiunta la soglia rilevante.
Per quanto riguarda i titoli azionari, il limite è fissato allo 0,2% del capitale sociale dell’emittente azionario, e ogni successiva variazione dello 0,1%.
Il Regolamento prevede che le posizioni short in azioni dello 0,5% o più del capitale sociale debbano essere pubblicate.
È inoltre vietata la vendita allo scoperto “nuda” su azioni e titoli di Stato, ovvero quando l’investitore non ha la disponibilità di questi titoli. Egli può ottenerla, per esempio, con il prestito dei titoli.
La Consob, inoltre, può anche vietare del tutto la vendita allo scoperto qualora alcune condizioni non dovessero essere soddisfatte.
I CFD non sono soggetti ai vincoli di questo regolamento dal momento sono uno strumento derivato.
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